La molla dell’innovazione: la linea automatica di MVE Solution

MVE Solution ha creato per Scame una linea completamente automatica per l’assemblaggio delle prese per la ricarica delle macchine elettriche, il cui cuore è rappresentato da una stazione innovativa che riguarda l’assemblaggio delle molle della presa. Una scommessa vinta dall’azienda bergamasca con il supporto di Sinta, che ha individuato e fornito lo SCARA giusto per questa operazione.

MVE Solution nasce a Capriate San Gervasio (BG) nel 2017 grazie alla passione e alle conoscenze di Marco Esposito, che acquista l’azienda Movel Automazioni e le dà nuova vita. MVE Solution si occupa della progettazione e della realizzazione di impianti di assemblaggio speciali: l’azienda bergamasca non è dunque un semplice fornitore, ma è soprattutto un partner di fiducia, che riesce a offrire la risposta migliore alle esigenze dei propri clienti. “Noi esportiamo anche nelle Americhe – racconta Marco Esposito – addirittura facciamo noi il collaudo dell’impianto e lo spediamo: i clienti si fidano e non vengono in Italia a controllare. Non ci interessa strappare una vendita abbassando il prezzo, noi vogliamo fidelizzare il cliente attraverso la qualità del nostro lavoro. Abbiamo costruito il nostro know-how progettando e lavorando direttamente su questo tipo di macchine e linee, per questo riusciamo a comprendere bene le esigenze di chi viene da noi per una consulenza”. Un’azienda del genere ha bisogno di fornitori altrettanto affidabili, uno di questi è Sinta. “MVE Solution e Sinta – racconta Duilio Di Cicco, Key Account Manager di Sinta – collaborano fin dal 2017. Ciò che ha reso così solido il nostro rapporto è la rapidissima risposta che siamo in grado di fornire in caso di necessità. In generale, le aziende con cui collaboriamo hanno a disposizione i contatti del tecnico che le ha formate e del commerciale di riferimento, proprio per avere una risposta in tempi immediati e un’assistenza a 360 gradi”. MVE Solution acquista da Sinta SCARA, robot antropomorfi e assi elettrici, e propone ai propri clienti l’utilizzo di queste soluzioni.

È quello che è successo, per esempio, con la creazione di una linea totalmente automatica per l’assemblaggio delle prese per la ricarica delle macchine elettriche di Scame. “È già la seconda che costruiamo per loro spiega Marco Esposito – e abbiamo scelto di utilizzare degli SCARA della Epson, serie T3-B, forniti da Sinta. È stata una sfida interessante, perché abbiamo scelto di automatizzare ogni singolo passaggio, anche i più complessi”. Il legame tra queste due aziende è solido e continua da anni. “È grazie a Scame se abbiamo avuto la possibilità di creare queste tipologie di impianto, superare il nostro limite e creare una cella di assemblaggio molto sofisticata e automatica”.

Il cuore della linea

Questa linea è lunga 21 metri ed è composta da 20 stazioni, dove si effettuano operazioni di avvitatura, presa, assemblaggio e collaudo; è stata costruita con un tempo ciclo di una presa ogni 10 secondi. Sono presenti sei robot SCARA che si occupano principalmente dei passi multi-posizione o che necessitano movimenti più complessi. Otto sistemi di visione controllano i passaggi più complessi e la qualità dei particolari assemblati. Infine il componente viene laserato e collaudato attraverso l’inserimento in una spina. Il montaggio della presa si articola in diversi passaggi, molto complessi se pensiamo che i componenti della presa sono minuterie: più di 50 particolari, di dimensioni millimetriche.

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La linea è lunga 21 metri ed è composta da 20 stazione di assemblaggio, manipolazione e test.

Ma la vera sfida è stata automatizzare l’assemblaggio di 7 di questi componenti, le molle. “L’assemblaggio di molle minuscole – spiega Marco Esposito – è molto complicato anche per gli umani, ed è un lavoro particolarmente usurante. Noi abbiamo proposto di automatizzare la loro presa e il loro aggancio, senza sapere come avremmo fatto. È la prima stazione che abbiamo costruito, quella più complessa, ed è diventata il cuore della macchina, ma soprattutto è quella che porta il vero valore aggiunto alla linea”. Questa operazione viene effettuata da uno SCARA, che attraverso delle pinze riesce a manipolare in modo preciso le piccolissime molle e inserirle nello stampo della presa. “Grazie all’automatizzazione di questo passaggio prosegue Marco Esposito – l’intervento umano richiesto è ridotto a soli due operatori: uno che si occupa dell’imballaggio e un altro del controllo della macchina”. La macchina, infatti, si setta in automatico attraverso l’inserimento delle ricette: è in grado di impostare il lavoro per cinque tipologie di prese, ma è abbastanza flessibile da poter aumentare questo numero.

Semplificare le cose con il software

L’altro cuore della macchina è il software, senza il quale non potrebbe funzionare. È stato sviluppato da MVE Solution, che ha pensato di creare una soluzione che fosse il più semplice possibile da utilizzare. “Avendo avuto esperienza a livello di manutenzione nel passato – racconta Ivan Colombo, softwarista di MVE Solution – ho notato che spesso era complesso intervenire sulle macchine perché il pannello operatore non mostrava chiaramente su quale componente fosse il guasto, e un operatore di un’azienda che ha molte macchine fa fatica a conoscerle tutte in modo approfondito. Si va a tentativi, ma più la macchina resta ferma peggio è. Mi sono messo nei panni del manutentore, che magari deve intervenire per la prima volta su una macchina, e ho fatto in modo che fosse il pannello stesso a dire dov’è e qual è il problema. Ho estrapolato le immagini 3D dal programma di progettazione, e nel momento del guasto viene visualizzata la pagina della parte in cui è presente il problema”.

Grazie al software, tra l’altro, i robot SCARA presenti possono essere gestiti da remoto. “Grazie alla gestione tramite bus di campo – spiega Duilio Di Cicco – si può intervenire da remoto per avere una diagnosi o cambiare i parametri del robot, a seconda delle esigenze. Vorrei aggiungere, infine, che questa linea sarebbe potuta esistere anche senza gli SCARA, MVE Solution avrebbe trovato altre soluzioni, ma certamente sarebbe stata 10 metri più lunga e non avrebbe avuto la possibilità di essere gestita da remoto. Questo SCARA, infatti, non è stato scelto per la velocità, per cui di solito sono ricercati questi robot, ma perché ha tutto integrato, quindi non c’è il controllo riferito all’armadio dei driver, e richiede bassa manutenzione”.

di Rossana Pasian

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