Robotica industriale, ecco i dati!

Quanti robot industriali sono stati installati e venduti nel mondo nel 2020? In quali settori applicativi sono impegnati? Quale andamento possiamo attenderci per il mercato della robotica in Italia nei prossimi anni? Sono alcune delle domande a cui ha risposto Domenico Appendino, Presidente di SIRI, in occasione della pubblicazione dei dati dell’International Federation of Robotics

La pubblicazione dei dati da parte dell’International Federation of Robotics è tradizionalmente uno dei momenti più attesi per tutto il comparto della robotica che, proprio all’interno di quei dati, cerca elementi utili a tracciare le tendenze che segnano lo sviluppo di questa tecnologia. Questi dati liberano però tutto il loro valore informativo solo se analizzati e inquadrati con attenzione, storicizzandoli ed inserendoli in analisi più ampie. Proprio per questo motivo è particolarmente importante il prezioso lavoro portato avanti da SIRI che, annualmente, presenta al mercato i dati italiani e mondiali relativi alla robotica. In particolare, quest’anno la scelta è stata quella di concentrare l’attenzione sul robot industriale, cioè su quello che la ISO 8373:2012 definisce come “manipolatore con tre o più gradi di libertà, governato automaticamente, riprogrammabile, multiscopo che può essere fisso sul posto o mobile per utilizzo in applicazione di automazione industriali”. Entriamo però nel dettaglio dei dati intervistando a riguardo Domenico Appendino, Presidente di SIRI, e ricordandovi la possibilità di vedere su YouTube il video della conferenza di presentazione.

Qual è oggi il panorama della robotica industriale mondiale?

Partirei dalla popolazione di robot industriali installati nel mondo che, nonostante tutti i problemi del momento, è cresciuta del 10% nel 2020. Se guardiamo alla distribuzione dei robot notiamo come l’Asia sia al primo posto col 63%, seguita da l’Europa col 20% e Americhe col 13%. Indicazioni interessanti arrivano se analizziamo anche la variazione percentuale annua di robot industriali installati nel mondo nel periodo 2011-2020 per continenti: l’Asia continua a crescere in modo importante, ma il secondo tasso di crescita lo si registra nelle Americhe. Se stringiamo l’analisi ai singoli paesi vediamo come, seguendo una tendenza ormai stabile, il 73% dei robot in lavoro sono nei primi cinque paesi. Infatti la Cina ha praticamente un terzo del mercato mondiale con quasi un milione di robot, mentre le tre nazioni che la seguono in classifica (Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti) singolarmente pesano circa un terzo del gigante cinese. 

Il mercato è quindi sempre più focalizzato sul continente asiatico con protagonista la Cina affiancata da altri due Paesi molto importanti, Giappone e Corea del Sud. L’Europa è ben rappresentata da Germania, quinta, e Italia, sesta con una posizione degna della dimensione del nostro Paese. Altre indicazioni interessanti arrivano se andiamo a vedere cosa fanno i robot nel mondo: l’applicazione più importante è sempre la manipolazione, applicazione nella quale sono impegnati quasi la metà dei robot totali, seguita da saldatura e assemblaggio. Importante sottolineare come le tre applicazioni siano divise da salti importanti in termini numerici.

Oltre a vedere che tipo di lavoro fanno è molto importante capire in che settore operano: i robot installati hanno come primo settore industriale di distribuzione l’automotive. Questo primato è storico per la robotica, il settore dell’auto è sempre stato trainante, ma ultimamente sta rallentando e vede avvicinarsi l’industria elettrica-elettronica che continua a crescere. Un altro dato molto importante per capire quanto un Paese sia robotizzato è il tasso di densità dei robot, cioè il numero di robot che operano per 10.000 addetti umani. Nel 2020 la media nel mondo è circa 126, in linea con la crescita degli ultimi anni. In Italia questo dato è pari a 224, quasi il doppio della media mondiale per un undicesimo posto che conferma la rilevanza del nostro mercato. 

Se i dati sui robot installati descrivono il quadro complessivo, le vendite di robot rappresentano invece quello che è accaduto nell’ultimo anno. Quindi che anno è stato il 2020 per la robotica?

Il 2020 è stato un anno difficile, ma meno difficile del 2019 nonostante tutto. Dopo un biennio di forte crescita, nel 2019 avevamo visto una discesa del mercato della robotica causata da fattori macroscopici come la difficile transizione verso l’auto elettrica e le tensioni commerciali internazionali. Nel 2020 il Covid ha fermato molte aziende, ma la robotica ha mostrato di poter dare un contributo importante nel fronteggiare la pandemia, ad esempio permettendo di lavorare in sicurezza in determinati contesti. Naturalmente ciò non è stato sufficiente per compensare il calo negli altri settori industriali, ma a contributo alla crescita rispetto al 2019.

Rispetto alle vendite, il primato dell’Asia è ancora più impressionante: quel mercato è cresciuto del 7% e il 69% dei robot venduti al mondo sono infatti in quel continente e ciò significa che, dal 2015 a oggi, ogni 3 robot venduti nel mondo 2 sono in Asia. America e Europa hanno sofferto di più con una riduzione del -17% e -8% rispettivamente. Guardando ai settori notiamo come, almeno nei robot venduti, l’industria elettrica ed elettronica nel 2020 ha superato l’automotive, vedremo nei prossimi anni se è stato solo un riflesso delle difficoltà dell’auto o se abbiamo un definitivo cambio di scenario per la robotica industriale. 

Come si è comportato nel 2020 il mercato italiano? Anche guardando la Germania, un mercato il cui confronto ci dà spunti interessanti per capire lo stato di salute della robotica industriale in Italia…

Se guardiamo il parco installato, nel 2020 in Italia siamo arrivati a 78.200 unità con un incremento del 5% rispetto al 2019 che conferma l’aumento medio annuo dell’ultimo quinquennio (2015 – 2020) del 5%. Per quanto riguarda le applicazioni vediamo che la distribuzione mondiale dei robot si ripete in Italia, ma con valori differenti: in Italia la manipolazione “pesa” infatti il doppio della saldatura, confermando le caratteristiche dei nostri integratori. Nei settori applicativi l’Italia si differenzia ancora di più: l’automotive attraversa da molti anni una fase di decrescita che però è stata compensata da altri settori come il metalmeccanico, il food e la plastica dove le aziende italiane sono riuscite a crescere molto.

Spostandoci sui robot venduti, l’Italia ha visto nel 2020 una decrescita maggiore rispetto ad altri Paesi. I dati di IFR indicano 10.086 unità, con un 23% in meno rispetto al 2019 e un aumento medio annuo nel quinquennio 2015 – 2020 del 5%. Nell’analizzare questi dati è importante ricordare che nei due anni precedenti abbiamo avuto crescite incredibili in Italia, molto più grandi rispetto all’Europa e al mondo, e dopo un triennio così una decrescita era attesa. Certamente hanno pesato anche le difficoltà industriali italiane che, nel 2020, sono state molto maggiori rispetto ad altri a paesi. Nonostante tutto, il mercato italiano si è confermato però il sesto a livello mondiale e il secondo in Europa, posizioni importanti che speriamo di mantenere anche in futuro. Inoltre è significativo un confronto con la Germania guardando al all’incremento medio delle vendite nel 2015-2020 da cui emerge un valore del +5% per l’Italia contro un +2% della Germania.

Diamo uno sguardo al futuro: grazie ai dati pubblicati da IFR, ma anche a quelli analizzati da SIRI che completano e ampliano la base dati, cosa possiamo attenderci nei prossimi anni?

Guardare al domani non è mai semplice e nessuno ha la sfera di cristallo, però dopo un anno di assenza IFR ha ripreso a pubblicare le sue previsioni e questo è un primo dato indicativo. Sui robot venduti la previsione per il 2021 è una crescita a due cifre (+13%), un dato importante che riporta il settore a livelli pre-Covid e che negli anni successivi dovrebbe stabilizzarsi sul più 6%. Le motivazioni per cui IFR fa queste previsioni sono numerose e provo ad elencarne alcune: l’aumento della flessibilità produttiva per una vita più corta dei prodotti e alla crescita della loro varietà, l’aumento della competitività in un mercato sempre più globale, l’aumento dell’uso dei robot nelle aziende medio piccole, il miglioramento della qualità del lavoro e della sicurezza nel lavoro per l’uomo, la crescita delle applicazioni di robot collaborativi, l’impulso all’automazione flessibile dovuto alla spinta dell’industria 4.0, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e l’aiuto che la robotica ha saputo dare nel periodo della pandemia. In particolare sulla robotica collaborativa le previsioni di crescita di altri istituti sono ancora maggiori: addirittura quasi un 40% secondo Research and Market per una crescita di valore da 118 miliardi $ nel 2030 per ABI Research. Le previsioni IFR chiaramente sono state fatte anche per continenti: vediamo una crescita importante dell’Asia, un’Europa che rimane ancora al secondo posto e l’America al terzo. Anche qui però se vogliamo andare a capire meglio vediamo come l’aumento medio tra il 2021 e il 2024, in America sarà del 10%, in Asia +6%, in Europa +2%. Per noi però è interessante guardare il dato dei singoli paesi europei dove vediamo che le previsioni dell’Italia sono di una crescita nelle vendite del +3%, mentre la Germania ha un numero leggermente inferiore a 0 (e quindi negativo). L’andamento positivo del mercato italiano nel 2021 è confermato sia da IFR (che prevede un + 29%) sia da SIRI che stima un incremento leggermente minore. Sulla popolazione mondiale di robot la previsione è per il 2021 di una crescita del 12%, che negli anni successivi dovrebbe stabilizzarsi intorno al 9% annuo. Se guardiamo fuori da IFR, secondo Research and Markets di Dublino la crescita media annua (CAGR) dovrebbe essere del 10% dal 2020 al 2024 per poi avere un’ulteriore crescita raggiungendo un valore medio intorno al 13% nel periodo 2024 – 2027, mentre secondo ROBO GLOBAL la crescita da 45 miliardi di dollari nel 2020 raggiungerebbe i 73 miliardi di dollari nel 2025. In sostanza tutti gli osservatori e analisti trasmettono forte fiducia in una crescita importante della robotica nel mondo. Sostanzialmente i robot saranno sempre più protagonisti della fabbrica digitale ed è questa la motivazione di fondo di questa crescita.

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