Verso un mondo elettrificato

Che tipo di soluzione è l’e-mobility? È davvero una svolta green che aiuterà a salvare il pianeta? La risposta è sì, ma bisogna essere attenti a come impostare la produzione, ricordandosi che l’obiettivo è quello di mantenere il pianeta abitabile. Scopriamo i vantaggi e le questioni aperte sull’e-mobility.

di Rossana Pasian

Dal 2035 la Comunità Europea ha deciso di vietare la produzione di veicoli a combustione, nell’ottica di ridurre le emissioni: i trasporti, nel loro complesso, sono responsabili di un quinto della CO2 emessa in atmosfera. Per rimpiazzare i veicoli con motore termico, ci si sta dirigendo verso un’elettrificazione del trasporto su strada, un’alternativa decisamente meno inquinante. Questo, però, non significa una risoluzione definitiva del problema: l’elettrificazione ha molti vantaggi, ma anche diversi nodi da sciogliere perché si possa definire davvero non inquinante.

Un aspetto molto sentito è quello dell’utilizzo delle batterie al litio, considerate critiche da un punto di vista ambientale. Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, l’utilizzo del litio aumenterà di circa 40 volte nel corso dei prossimi 20 anni: bisognerà, dunque, mettere in campo buone pratiche per la sua estrazione, in modo che i benefici dell’e-mobility non vadano persi con l’inquinamento prodotto dalle miniere. Così come altri minerali, per esempio il cobalto, la cui estrazione può risultare problematica non solo per l’impatto ambientale, ma anche per quello sociale, in quanto spesso si trovano in aree del mondo politicamente instabili (come già comunque avviene per il petrolio). Allo stesso tempo, però, le batterie al litio sono la migliore soluzione adottabile al momento. Queste, infatti, hanno raggiunto un livello tecnologico elevato, che le rende molto più sostenibili ed efficienti dei prodotti derivati dal petrolio per il rapporto molto conveniente fra volume ed energia immagazzinata, e perché interamente riciclabili (il litio può essere riutilizzato per il tempo di diverse generazioni), cosa che non vale per benzina o diesel che vengono convertiti in anidride carbonica e scaricati nell’atmosfera in modo continuativo. Sono comunque allo studio tecnologie differenti, come batterie di sodio e zolfo, elementi ancora più sostenibili dal punto di vista ambientale e particolarmente economici.

Ma oltre la produzione, quanto impatta sull’ambiente la vita di un veicolo elettrico? Prima di tutto, bisogna tenere sotto controllo l’origine dell’energia elettrica, pensando alle colonnine di ricarica che verrebbero utilizzate per questi veicoli: per esempio, in Italia la maggior parte di elettricità viene prodotta attraverso l’utilizzo di combustibili fossili, cosa che non la rende un’energia totalmente pulita. Per esserlo davvero, dovrebbe essere prodotta attraverso le rinnovabili, abbattendo in questo modo ulteriormente le emissioni. Ci sono poi altri impatti che spesso dimentichiamo, anche quando parliamo di auto con motori a combustione, come per esempio l’abrasione degli pneumatici sulla strada, che spargono microplastiche nell’ambiente.

Ciò, comunque, non toglie che i veicoli a motore elettrico permettano di azzerare le emissioni dirette di diverse sostanze inquinanti, quali ossidi di azoto e polveri sottili, migliorando la qualità dell’aria che respiriamo.

Il confronto con il motore a idrogeno

Molto spesso, i veicoli elettrici vengono messi a confronto, se non in competizione, con un’altra alternativa ecologica: i veicoli a idrogeno. Le auto a idrogeno sono dotate di motore che possiede una cella combustile alimentata, appunto, a idrogeno, che genera vapore acqueo come materiale di scarto. Così come i veicoli elettrici, anche quelli a idrogeno hanno delle criticità, sia per la produzione che per l’utilizzo. Le celle a combustione contengono infatti metalli rari, tra cui il platino, difficili da trovare e la cui estrazione può, come si diceva prima, risultare inquinante.

Queste due tipologie, però, non possono entrare in competizione perché coprono campi diversi di mobilità. Se l’elettrificazione coinvolge i veicoli leggeri, come le automobili che usiamo quotidianamente, la “rivoluzione dell’idrogeno” rappresenta una buona soluzione per la decarbonizzazione del trasporto pesante, date le batterie che richiedono elevati pesi e volumi in funzione delle prestazioni richieste, e che possono risultare “scomode” in veicoli di piccola cilindrata.

Impatto sul mondo produttivo

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Con l’e-mobility si sta abbandonando un modo di fare auto per abbracciarne uno totalmente nuovo.

Quella verso l’e-mobility non è solo una transizione ecologica, ma ha a che fare con il mondo del lavoro, perché si sta abbandonando un modo molto collaudato di fare auto per abbracciarne uno totalmente nuovo. Questo può creare incertezza nelle aziende della filiera, in particolare quelle che si occupano della componentistica automotive perché i componenti per i motori elettrici sono differenti da quelli per i motori termici. In questa situazione, è importante attuare politiche economiche che sostengano le imprese a convertire la propria produzione in ottica e-mobility. Comunque, al momento non è ancora pensabile un abbandono totale dei motori a combustione: in aree isolate, quindi dove già solo non ci sono colonnine di ricarica, non è pensabile un’elettrificazione totale, anche se è necessario fin da subito investire nella creazione di combustibile a basse emissioni e che vengano prodotti utilizzando energia rinnovabile. Le aziende, dal canto loro, devono vedere la transizione come un’opportunità di cambiamento e investimento in tecnologie innovative; tenendo sempre a menta che la decarbonizzazione è necessaria per la salute del pianeta, non un fatto meramente economico.

Le auto elettrice sono ideali per i guidatori per efficienza e circolarità. A parità di chilometri percorsi, un’auto elettrica consuma energia fino a quattro volte meno rispetto a una con motore termico. Senza contare, come già detto, la massiva emissione di CO2 in atmosfera che si registra per tutta la vita di un’auto a benzina o diesel. Un’auto elettrica, invece, è un sistema chiuso in quanto è a zero emissioni e non consuma molto materiale come il suo corrispettivo termico (pensiamo all’olio per il motore).

L’elettrificazione, dunque, è una via imprescindibile che la produzione manifatturiera deve intraprendere. Le aziende devono iniziare, anzi dovevano già iniziare, a convertire il proprio modello produttivo e di business, come chi, più di 100 anni fa, è stato abbastanza lungimirante da riconvertire la produzione per le carrozze a cavallo a quella per automobili.

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