Presenti sul campo: l’esperienza di chi lavora a scuola

Vito Antonio D’Onofrio lavora da circa 35 anni nell’IISS “Petruccelli-Parisi” di Tramutola, in provincia di Potenza, e in tutti questi anni ha visto il mondo della scuola e la tecnologia cambiare radicalmente. È un grande conoscitore, ovviamente, della scuola e degli studenti, quindi gli abbiamo fatto alcune domande per farci raccontare la sua esperienza diretta.

Le dinamiche del mondo del lavoro e le tecnologie stanno cambiando molto velocemente, come mai è successo in precedenza. Come sta andando il mondo della scuola? Sta correndo quanto il mondo oppure no? Vito Antonio D’Onofrio, professore con trentennale esperienza, ha voluto portare la sua esperienza diretta.

Lei è professore presso l’Istituto “Petruccelli-Parisi” di Tramutola, in provincia di Potenza; ci può raccontare brevemente del ruolo della meccatronica nel programma di studio dell’istituto?

Mi presento: sono il professor Vito Antonio D’Onofrio e insegno presso l’Istituto Professionale di Tramutola (provincia di Potenza, in Basilicata) da quasi 35 anni: praticamente ho vissuto tutte le stagioni degli ultimi decenni, motivo per cui mi piace definirmi testimone dei cambiamenti della scuola che di anni in anni si sono succeduti. Credo sia doveroso presentare anche la nostra scuola, si occupa di formare futuri tecnici che operano nel settore della manutenzione e assistenza tecnica di tutti gli apparati, impianti e macchine tecnologiche, ambito che offre una grande richiesta lavorativa. Più nello specifico l’ampliamento dell’offerta formativa verso il campo della meccatronica rende la nostra scuola ricca e innovativa, tale da rendere i nostri allievi perfettamente in linea con le moderne tecnologie che oggi rappresentano un ruolo cruciale nella quotidianità lavorativa e sociale, soprattutto per la complessità dell’operare con le moderne macchine (CNC prevalentemente) operatrici e della meccatronica.

Inserirsi in questo redditizio campo vuol dire in senso lato investire nel proprio futuro, motivo per cui perché nella nostra scuola questa nuova disciplina (la meccatronica per intenderci) sta diventando sempre di più una colonna portante all’interno del percorso di studi delle nostre studentesse e dei nostri studenti, sia nel percorso di manutenzione, ma soprattutto come programmazione e operatività dei robot meccatronici. Tra l’altro, la nostra sede di Tramutola ha raggiunto il massimo storico di adesioni con le nuove iscrizione per il prossimo anno scolastico 2024/25, vi è la convinzione che la strada tracciata è quella giusta.

Uno dei temi caldi degli ultimi anni è quello della carenza di manodopera qualificata. Come possono venirsi incontro mondo della scuola e mondo del lavoro per rispondere alle rispettive esigenze? E come possono aiutare le aziende?

In questo contesto siamo convinti più che mai che la nuova era tecnologica non rappresenti un pericolo che minaccia la sostituzione dell’uomo con delle moderne macchine, bensì un cambio di ruoli: è chiaro come le macchine senza tecnici specializzati non possano funzionare da sole! A questo si interseca quindi la necessità di una nuova era dove nel panorama produttivo e lavorativo spiccano le figure di tecnici qualificati nel settore.

Se fosse diversamente, come magari comunemente si pensa, personalmente farei fatica a pensare a un concreto sviluppo tecnologico e tantomeno a delle nuove attività fondate sull’era 4.0. Allo stesso tempo, credo che il mondo dell’impresa possa dare un grande aiuto con dei suggerimenti e investimenti che prevedano particolari percorsi formativi condivisi con i docenti delle identità scolastiche, facendo attenzione però, e ci tengo a sottolinearlo, a non sostituirsi al percorso formativo scolastico, momento imprescindibile per studenti e studentesse, per non gravare sul raggiungimento degli obiettivi che si prefiggono per la qualità dell’istruzione. Insomma, credo che la condivisione di visioni metodi per il raggiungimento di risultati utile sia essenziale per incrementare la qualità del mondo del lavoro e dell’impresa stessa.

Tra i grandi argomenti che vedono coinvolte le aziende, ci sono Industria 5.0 e intelligenza artificiale. A che punto è la scuola in merito a questi temi?

La scuola purtroppo sulle nuove tematiche dell’industria 5.0 e intelligenza artificiale è in forte ritardo, i motivi sono da individuare soprattutto nei sistemi di modernizzazione delle nuove tecnologie all’interno dei laboratori, che soffrono la mancanza o l’insufficienza di investimenti. Stessa cosa vale per i corsi di formazione dei docenti, spesso non concordi con gli obiettivi di modernizzazione dell’off erta formativa. Come anticipavo prima, per ovviare a questi temi bisogna innanzi tutto investire in tecnologia e apparecchiature: spesso le scuole tecniche non dispongono neanche dei fondi per sostituire i materiali e apparecchiature ordinari come i conduttori elettrici, semiconduttori o semplici relè contattori. Sembra sia utopico acquistare macchine o PLC di ultima generazione!

Per concludere, gli studenti su quali competenze specifiche si devono concentrare maggiormente per affrontare al meglio le sfide tecnologiche del domani? E i docenti come si devono preparare a loro volta?

Non c’è dubbio che per stare al passo con la contemporaneità si debba guardare al futuro e dove va la nuova tecnologia. Elenco solo alcuni spunti di temi che credo necessari per poter affrontare le sfide che ci riserva il futuro: la domotica negli impianti elettrici, l’automazione nelle industrie, le macchina operatrici nel campo della meccanica di precisione, la diagnosi e manutenzione di tutte le apparecchiature, infine la robotica e i bracci meccatronici manipolatori.

Bisogna creare un nuova didattica scolastica in sinergia con il mondo produttivo e per poterlo fare è necessario dotare la scuola di nuovi strumenti, oltre che fisici, anche culturali: bisogna integrare la preparazione tecnica con quella umanistica: un bisogna di dare peso anche alle materie letterarie e trasversali a quelle di indirizzo, penso all’inglese e inglese tecnico, all’italiano, alla matematica che se impartite in nuovi metodi, possono di certo creare larga visione sulle cose, che ben si abbina con la completezza delle materie laboratoriali. Questo impegno però deve partire dal corpo docente, che deve trasmettere passione e dedizione agli studenti. Solo in questo modo si potrà coltivare il terreno per far fiorire menti visionarie.

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