L’associazione deve generare opportunità: intervista a Michele Merola, presidente AIdAM

Cosa deve fare un’associazione di settore, se non essere in grado di generare opportunità per le aziende associate? È con questo spirito che Michele Merola sta guidando in questi anni AIdAM – Associazione Italiana di Automazione Meccatronica, nella sua veste di Presidente. Abbiamo parlato con lui dei focus e dei progetti su cui ci si è concentrati in questo momento, e di qualche idea per il futuro.

Per il comparto della meccatronica, gli ultimi cinque anni sono stati estremamente positivi, nonostante eventi globali come la pandemia di Covid-19 e la guerra in Ucraina. Ci troviamo dunque in un clima positivo, ma questo non deve far abbassare la guardia rispetto alle sfide che arriveranno nel futuro. In questo senso, AIdAM vuole essere presente in modo forte per aiutare i propri associati, e restar loro accanto in ogni momento di calma e oscillazione del mercato. “Con l’incentivo Industria 4.0 – spiega Michele Merola, Presidente di AIdAM – abbiamo visto una crescita esponenziale degli ordini, che hanno però iniziato a rallentare nel corso del 2023. È ovvio e fisiologico che nel medio termine vedremo gli incentivi ridursi, ecco perché stiamo scrivendo al Ministero affinché ci sia un ‘phasing out’ di transizione 4.0 più progressivo rispetto a quello che oggi è attualmente previsto, soprattutto in termini di aliquote. Come associazione, siamo molto attenti a queste dinamiche. Non solo, vogliamo lavorare a stretto contatto con associati, operatori del settore e chiunque sia collegato al mondo della meccatronica, con l’obiettivo di portare miglioramenti al comparto”.

Educational: il focus più importante

Uno dei temi che sono maggiormente sotto i riflettori è quello dell’educational. “La formazione è uno dei focus a cui l’associazione tiene maggiormente – sottolinea Michele Merola – infatti nel 2019 abbiamo istituito con un protocollo di intesa con il Ministero dell’Istruzione la Rete M2A, attraverso cui abbiamo continuato a creare progetti di diverso tipo. Per esempio, ora stiamo ultimando la creazione di linee guida per i laboratori meccatronici degli istituti scolastici. Questo progetto è nato dall’ascolto dei vari interlocutori per capire quali fossero le necessità di aziende e scuole. Da questo dialogo abbiamo capito che c’era una mancanza di regole che identificassero le tecnologie che qualificano il laboratorio come effettivamente meccatronico”. Queste linee guida, dunque, saranno utilizzate per avere un’attestazione rilasciata da AIdAM che certifica se la scuola possiede i requisiti meccatronici richiesti.

Legato all’educational, c’è il tema della mancanza di tecnici, un altro dei focus cari all’associazione. “Non dobbiamo solo concentrarci sulla quantità – spiega Michele Merola – ma soprattutto sulla qualità: oggi abbiamo molti ITS e istituti tecnici, ma dobbiamo assicurarci che la didattica sia di alto livello. Anche perché molte nostre aziende associate, e del nostro settore in generale, trovano nuovi assunti proprio attingendo dai percorsi di alternanza scuola-lavoro o stage curricolari organizzati con scuole e ITS: sapere di avere in arrivo qualcuno con un alto livello di formazione è sicuramente un plus”. Non solo giovani e studenti: il tema della formazione è importante anche per chi già lavora, magari da molti anni, nelle aziende di meccatronica. “Un grosso sforzo dal nostro settore – afferma Michele Merola – deve essere fatto sulle re-skill, quindi insegnare a utilizzare le nuove tecnologie a chi è già attivo in azienda. Credo che oggi il nemico principale dell’automazione non sia il suo costo, ma la diffidenza verso le nuove tecnologie: spesso gli operatori più ‘anziani’ diventano meno inclini al cambiamento e meno flessibili, ma la flessibilità nel nostro settore è fondamentale”.

L’unione fa la forza

Una delle nuove progettualità dell’associazione, invece, è la massiccia presenza alle fiere di settore. “Al MECSPE 2023 siamo riusciti a fare un’operazione molto interessante per gli associati – racconta Michele Merola – abbiamo creato un’area comune. È stata un successo, abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati: un’area espositiva di 650 metri quadri, 17 associati con noi in fiera e partecipazione agli eventi collaterali. Vogliamo continuare su questa scia, anche in altre fiere sia nazionali che internazionali: la nostra idea è quella di avere sempre un ‘padiglione’ dedicato alla nostra filiera, che metta in luce le nostre associate e l’associazione stessa”.

AIdAM non vuole partecipare solamente a fiere orizzontali, ma vuole proporsi anche in fiere verticali, quindi specifiche per un settore di lavorazione. “Vogliamo essere presenti con un formato nuovo – spiega Michele Merola – dove l’associazione dà uno spazio di 6 metri quadri alle associate che vogliono essere presenti, ma non hanno la forza economica per investire in uno stand autonomo perché il settore della fiera in questione raccoglie solo una parte del proprio business. Questa idea è nata dal fatto che l’associazione ha due anime: una fatta di multinazionali, tendenzialmente il mondo della componentistica, che hanno sempre partecipato alle fiere in autonomia e possiedono la struttura economica e gestionale per farlo; l’altra fatta di costruttori, che sono PMI italiane, che invece non hanno la struttura per gestire una fiera. Per quest’ultime vogliamo dare un formato molto snello che le incentivi a partecipare, facendo squadra come associazione ma comunque permettendo loro di mettere in luce la propria anima aziendale”.

Durante le ultime fiere a cui ha partecipato, AIdAM ha coinvolto nei suoi eventi anche altre associazioni. “Abbiamo stretto in questi mesi una forte partnership con ANFIA – Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilista, che rappresenta un comparto molto caro ai nostri associati. Con loro abbiamo già partecipato a fiere e organizzato convegni. Siamo in contatto con altre associazioni verticali, che possono aiutare i nostri associati a fare business e dialogare con comparti in cui hanno già clienti o che potrebbero rappresentare nuovi segmenti di vendita e investimento”.

Internazionalità e futuro

Un altro dei progetti messi in pista da AIdAM è quello dell’apertura di una sede in Marocco, una sorta di ufficio commerciale condiviso a disposizione degli associati. “Non sarà l’associazione a vendere – spiega Michele Merola – AIdAM si farà garante della trasparenza di questo progetto. Le associate che aderiranno avranno a disposizione una figura commerciale che lavorerà per loro, in base alle peculiarità e alle esigenze di ogni singola azienda. Vorremmo replicarlo in altri mercati internazionali, per aiutare le nostre PMI. Come associazione vorremmo vincere quella diffidenza che c’è tra le aziende italiane nel condividere una figura commerciale all’estero, anche quando l’azienda non ha la forza economica necessaria a essere presente in autonomia nei mercati internazionali. Abbiamo molte eccellenze in Italia, ma molte sono ancora legate al concetto di ‘artigiano’ locale: AIdAM vorrebbe portarle fuori dai confini nazionali, per crescere ulteriormente. In un mercato come quello di oggi è molto pericoloso accontentarsi, ma bisogna crescere costantemente per vincere le sfide che arrivano da Paesi come Cina e Germania”.

Questo problema, inoltre, diventa ancora più pesante nel momento di cambio generazionale, che in certi casi non è stato costruito adeguatamente e può mettere in seria difficoltà l’azienda. “Io ho diverse richieste di aziende, associate e non – racconta Michele Merola – che mi chiedono di investigare sull’esistenza di possibili investitori che vogliono rilevare le aziende. Molto spesso, però, non se ne trovano di interessati: si tratta soprattutto di aziende di piccole dimensioni e non managerializzate, dove il valore aggiunto è il proprietario che è anche anima dell’azienda. Se non si passa il know-how e la persona che possiede le conoscenze va via, l’azienda perde tutto il valore aggiunto che aveva”.

Essere Presidente di un’associazione come AIdAM comporta, quindi, molte responsabilità, anche nel consigliare nel modo migliore i propri associati sulla strada giusta da seguire. “L’esperienza in questi anni è stata eccezionale – afferma Michele Merola – perché mi ha permesso di venire a contatto con tante dinamiche di cui difficilmente sarei venuto a conoscenza. Ho voluto riportare AIdAM al centro di diverse tematiche legate all’automazione e alla meccatronica, che a causa del Covid-19 erano state perse un po’ di vista, come per esempio la partecipazione alle fiere. Ciò che mi ha fatto più piacere è il riscontro delle aziende, sia di chi già c’era sia delle nuove entrare, che mi hanno fatto capire che la direzione intrapresa è quella giusta e quella che tiene conto delle esigenze di tutte le anime di AIdAM”.

di Rossana Pasian

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