Bello e necessario: il passaggio da vecchio a nuovo di Automac

Bello e necessario: il passaggio da vecchio a nuovo di Automac sta proseguendo da anni attraverso un progetto ambizioso e strutturato di cambio generazionale e managerializzazione. Un percorso non semplice, ma che sta dando ottimi risultati e sta delineando un futuro roseo per l’azienda. Si tratta di una rivoluzione portata avanti in primis da Franco Perico, Presidente, e Giuseppe Marra, Management Engineer, il quale sta gradualmente prendendo le redini dell’azienda e la sta traghettando verso nuovi modi di lavorare e organizzarsi. Li abbiamo incontrati per farci raccontare come stanno affrontando questa transizione.

Automac è nata nel 1993 in uno scantinato, come nelle migliori tradizioni. Abbiamo una lunga e bella storia, ma adesso ci vogliamo concentrare solo sul futuro”, afferma Franco Perico. L’azienda, specializzata nello sviluppo di automazione per processi di assemblaggio e collaudo con sede nella provincia di Bergamo, sta portando avanti da qualche anno un progetto strutturato di cambio generazionale e managerializzazione, con l’obiettivo di riconfigurare Automac. “Per attirare nuovi clienti e diventare appetibili su nuovi mercati – spiega Perico – dobbiamo strutturarci in maniera più ‘moderna’, quindi metterci in discussione e ristrutturare completamente l’assetto aziendale. Per farlo, ci siamo appoggiati alla società esterna AEG Corporation“. Questa società di consulenza, con base nel Regno Unito, supporta le PMI nei loro processi di rinnovamento, cosicché si allineino con le regole dei nuovi mercati e attuino cambi generazionali di successo, attraverso corsi e percorsi di formazione.

C’è in atto in Automac una politica di costruzione del famoso “bridge”, cioè nuove generazioni che prendono il testimone da quelle più vecchie, fino a sostituirle gradualmente. “Nel nostro settore – racconta Franco Perico – le aziende sono spesso, da un punto di vista manageriale soprattutto, alla prima generazione. Ma il problema di cambio generazionale è qualcosa che prima o poi dovranno affrontare. È profondamente sbagliato pensare di continuare a gestire un’azienda come si è fatto nei primi 30 anni: è necessario riflettere sul presente e sul futuro, che non c’entra nulla con il passato”. Il primo a essere inserito in questa rivoluzione all’interno di Automac è Giuseppe Marra, che sta prendendo le redini dell’azienda come manager. “Sono entrato in azienda nel 2017 – racconta Marra – ed è subito cominciato un periodo di formazione molto spinta da parte di Perico, che mi ha fatto fare di tutto, dai manuali, ai particolari e alle trasferte per installare macchine. Mi ha forgiato, per poi farmi camminare con le mie gambe, sempre con un rischio calcolato di errore”.

Non basta saperlo, bisogna fare concretamente

Delegare, avere fiducia, creare un team di persone che abbiano determinati valori etici: sono questi i tre capisaldi della transizione che sta attuando Automac, partendo dalla formazione di Giuseppe Marra ma non solo. “È prima di tutto necessario instaurare una forte sinergia tra reparti – afferma Franco Perico – nel passato ogni componente dell’azienda era molto settorializzato, si lavorava quasi a compartimenti stagni, e spesso su una macchina alla volta; oggi non è più sostenibile. Adesso gli ordini sono più ‘fluidi’, cioè bisogna fare più cose nello stesso momento, e per contrastare questo ‘caos’ esterno è fondamentale organizzarsi e condividere il più possibile le informazioni, in modo che ogni persona sia al corrente di tutto ciò che sta succedendo”. In questo senso Automac, con il supporto di AEG Corporation, ha dato il via a una serie di giornate di formazione mirata, svolte sia singolarmente che in team, proprio per preparare le proprie risorse umane ai cambiamenti in atto nell’organizzazione. 

“In questo momento – spiega Giuseppe Marra – stiamo ponendo particolare attenzione al passaggio di know-how. Automac è divisa in tre macro-aree, ciascuna di esse ha un responsabile junior e uno senior, in modo che ci sia un passaggio di conoscenze graduale. Questo vale anche ad altri livelli dell’azienda: ogni volta che arriva una nuova persona a lavorare da noi, viene affiancata da chi ha più esperienza, che fa un lavoro su di lei perché sappia poi camminare con le proprie gambe a tempo debito. È importantissimo, ci tengo a sottolinearlo, dare fiducia ai giovani e farli lavorare con metodi e strumenti contemporanei. Quindi anche le risorse ‘senior’ devono essere formate adeguatamente, perché non passino un know-how obsoleto. In questo, il percorso formativo messo in campo da AEG Corporation ci dà un grosso aiuto”.

Il cambiamento che sta vivendo Automac non ha a che vedere solo con il passaggio di know-how, ma anche con l’organizzazione generale della produzione e del lavoro. Giuseppe Marra ha organizzato il lavoro in modo puntuale e preciso, con una pianificazione che copre molti mesi e non lascia nulla al caso. Questa organizzazione permette di far fronte al nuovo modo di produrre odierno, che prevede il dover far fronte a più richieste differenti nello stesso momento. “La pianificazione dell’ufficio tecnico – spiega Franco Perico – va di ora in ora: in ogni momento sappiamo cosa stanno facendo tutti i disegnatori. È un’organizzazione molto rigida, ma anche flessibile, perché permette di riorganizzare le attività in tempo zero a seconda delle esigenze”. La flessibilità è il grande pregio delle PMI italiane, e chiaramente Automac non è da meno, anzi è uno dei capisaldi dell’azienda.

“Non basta avere la consapevolezza che bisogna cambiare – afferma Giuseppe Marra – ma bisogna anche dotarsi di tecniche adeguate. Ancora di più, devi rendere i tuoi dipendenti consapevoli e allineati con te, altrimenti qualsiasi cosa è impossibile da mettere in pista: se riusciamo a raggiungere i nostri obiettivi è grazie all’importanza che riveste il capitale umano. In questo modo, possiamo continuare a essere riconosciuti come partner affidabile per i nostri clienti, perché riusciamo ad affrontare i problemi facilmente. Il nodo centrale, di nuovo, è il passaggio di informazioni da generazioni vecchie a generazioni nuove. In quest’ottica, abbiamo fatto una mappatura dell’azienda, cosa che si è tradotta in procedure. Quello che forse mancava prima in Automac era avere delle procedure scritte; c’erano, ma sono sempre state trasmesse a voce e non messe nero su bianco. Adesso è necessario cambiare rotta, in modo tale che quando arriva una nuova persona riesca a inserirsi più facilmente nell’ingranaggio aziendale”.

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Automac è specializzata nello sviluppo di automazione per processi di assemblaggio e collaudo.

I collaboratori: il cuore pulsante

L’aspetto del capitale umano, nel mondo del lavoro odierno, è diventato prioritario, soprattutto nelle PMI. Ascoltare le persone e renderle partecipi è fondamentale per l’interesse dell’azienda, perché sono i lavoratori il cuore pulsante dell’azienda. “Ci sono molti colloqui tra me e la forza lavoro – racconta Giuseppe Marra – per parlare di quello che succede all’interno di Automac. Sono diventati incontri strutturati e cadenzati: vogliamo evitare che i nostri collaboratori non si sentano ascoltanti, e quindi non fidelizzati all’azienda. Se non lo fossero, non darebbero il massimo nel loro lavoro, e questo ha due risvolti: un peggioramento della qualità di produzione e una risorsa che se ne va. Perdere qualcuno è semplicissimo, ma trovare qualcuno con determinate capacità non è altrettanto facile”. Al momento, più della metà dei lavoratori di Automac sono under 40, cosa che sottolinea ancora una volta quanto sia forte la volontà dell’azienda di guardare al futuro e alle nuove risorse, umane e conoscitive. “Se abbiamo bisogno di un nuovo collaboratore – spiega Franco Perico – andiamo a cercarlo negli istituti tecnici della zona. Non è così semplice come può sembrare: dobbiamo essere bravi a venderci e a spiegare ai ragazzi che il nostro lavoro è sì complesso, ma soprattutto dinamico e avvincente, perché ogni impianto è una sfida nuova da superare, quindi è impossibile annoiarsi. Il nostro obiettivo è quello di costruire su ogni persona un progetto specifico, per farla crescere. Cerchiamo il miglioramento continuo, a tutti i livelli aziendali, partendo dall’investire sulle persone, sulle loro idee e sulla loro felicità in azienda, che si traduce in fidelizzazione ed entusiasmo”. Si tratta di un discorso particolarmente importante per la filiera dell’automazione e della meccatronica, che sta vivendo un periodo di profondo cambiamento. “Non sono discorsi lontani – sottolinea Franco Perico – ma riguarda concretamente il nostro settore: che futuro possiamo dargli? Non basta parlare con la scuola e l’università, ma bisogna mettersi in gioco e in discussione, mai restare fermi sulle proprie posizioni”.

Sedersi sugli allori e non apportare cambiamenti, dunque, è un rischio troppo grosso, soprattutto per come si sta delineando il mercato odierno. “La parola d’ordine – afferma Franco Perico – è non dire mai ‘si è sempre fatto così’, perché altrimenti l’unica cosa che ci differenzierebbe dai competitor sarebbe il prezzo, rischiando di innescare una corsa al ribasso invece che a una soluzione migliore. Bisogna conquistare ogni giorno i clienti, anche quelli storici. Qualche volta ci vuole della sana follia: bisogna riflettere sulle esigenze del cliente e proporre una soluzione a cui non aveva pensato, sempre con la volontà di offrire qualcosa di migliore. È importante far viaggiare la fantasia e avere il coraggio di spingersi sempre oltre”. Passi sempre in avanti, quindi, senza guardare troppo indietro e al passato: il mondo cambia ad alta velocità, le aziende di automazione devono stargli dietro.

“Quello che ha fatto fino a ora Franco da solo – spiega Giuseppe Marra – cioè riflettere e decidere su fattibilità tecnica ed economica insieme, in futuro verrà fatto da un team di persone che lavoreranno in orchestra per raggiungere il miglior risultato possibile. Non mi impongo all’ufficio tecnico in quanto manager, ma è un dialogo multidirezionale tra più persone. L’importante è non peccare di presunzione e pensare di poter fare tutto da soli, come era normale, e giusto, nel passato. La vecchia generazione deve lentamente farsi da parte e lasciare che il nuovo avanzi e conduca l’azienda con le regole contemporanee, altrimenti si rischia di restare fermi o peggio perdersi”. È ovviamente un processo complicato, dove tutte le parti in gioco devono venirsi incontro e lavorare per arrivare allo stesso risultato, senza fare resistenze. “Non è una singola persona che può portare avanti un progetto di cambio generazionale così spinto – afferma Giuseppe Marra – ma dev’essere un lavoro di squadra. La parte più difficile è partire, cioè prendere coraggio e assumersi la responsabilità dell’operazione. Non basta che la generazione spieghi due nozioni a quella giovane, ma servono investimenti in termini di tempo, soldi e persone. Ci siamo fatti supportare da AEG Corporation, ma non si sono sostituiti a noi nella consulenza: si sono affiancati e hanno fatto dei passi indietro al momento opportuno. Fondamentale è stato il loro contributo nel far dialogare i manager e la forza lavoro: hanno ascoltato entrambe le posizioni e ci hanno aiutato a trovare un punto di incontro che permettesse a entrambe le parti di essere soddisfatte, ma soprattutto all’azienda di andare avanti senza rischi”.

Quello di Automac è stato un investimento a lungo termine, mettendo in campo una serie di iniziative di formazione, organizzazione pratica e ascolto reciproco, ma soprattutto ha avuto il coraggio di cambiare rotta e capire che i tempi erano maturi per passare il testimone ai giovani, con la consapevolezza che la guida dell’azienda sarà in buone mani anche facendo dei passi indietro. “Vogliamo mettere a fattor comune questa esperienza – conclude Franco Perico – con il resto del settore dell’automazione. Ci sono dei passi obbligati, anche se possono far paura, che devono essere compiuti se si vuole che l’azienda continui ad aver successo e la filiera a essere un’eccellenza anche dopo l’uscita di scena della vecchia generazione. Se riesco a trasmettere anche a solo una azienda questa necessità, per me sarà già un successo”.

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