Scuola e imprese dialogano nella Città Eterna

L’Assemblea Generale 2018 di AIdAM, l’Associazione Italiana di Automazione Meccatronica, celebrata a Roma lo scorso mercoledì 11 aprile, è stata l’occasione per parlare di formazione, competenze e dell’importanza della sinergia tra istituzioni educative e mondo delle imprese per governare il cambiamento indotto dai nuovi modelli di produzione. Non a caso, AIdAM e il MIUR hanno siglato un protocollo d’intesa che segna l’avvio di un’importante collaborazione.

di Fabrizio Dalle Nogare

Lì dove Guglielmo Marconi, il “padre” delle moderne telecomunicazioni, presiedette il primo Consiglio di Amministrazione e dove tanti romani divenuti poi più o meno illustri – Marcello Mastroianni appartiene di sicuro alla seconda categoria – sedettero ai banchi durante gli anni della scuola, l’Associazione Italiana di Automazione Meccatronica, AIdAM, ha celebrato quest’anno la sua Assemblea Generale lo scorso 11 aprile.
Nel cuore pulsante di Roma, a due passi dalla stazione Termini, sorge infatti l’ITIS Galileo Galilei, il più antico e rinomato istituto tecnico della Capitale. Per un giorno, studenti e studentesse hanno visto l’imponente Aula Magna animarsi dei protagonisti del mondo dell’automazione meccatronica, in un evento dalla forte valenza simbolica: la distanza che separa le fabbriche, specialmente quelle più evolute o “intelligenti”, e i banchi di scuola è molto meno grande di quanto potrebbe sembrare in un primo momento.

La firma sul protocollo d’intesa
A suggellare la volontà di ridurre ulteriormente questa distanza è arrivata, nel corso della mattina, la firma del protocollo d’intesa tra il MIUR e AIdAM, volto a rafforzare il rapporto tra istruzione e mondo del lavoro, colmando il gap tra ciò che la scuola offre e quello di cui le aziende hanno realmente bisogno. Alternanza scuola-lavoro, workshop formativi, aggiornamento continuo di docenti e studenti, orientamento con focus sulle opportunità offerte dal territorio sono tra le principali linee guida contenute nel documento.
Aziende e formazione hanno, dunque, disegnato un percorso che prevede, in primis, il rilancio degli istituti tecnici, spesso non sufficientemente valorizzati nel panorama scolastico. Per portare a termine questo importante obiettivo sono previsti la realizzazione e il sostegno attivo a iniziative di orientamento rivolte agli studenti delle scuole medie, esperienze di alternanza scuola-lavoro che promuovano il raccordo tra imprese associate e istituzioni scolastiche, l’organizzazione di workshop e la promozione di un ciclo virtuoso di informazioni sul mondo dell’automazione industriale che raggiunga docenti e studenti in modo facile e diretto e, infine, il lancio di un concorso patrocinato da AIdAM per stimolare la creatività e la capacità progettuale di tutti gli studenti e le studentesse che vorranno mettersi alla prova. La realizzazione concreta di queste iniziative passerà per la costituzione di un tavolo paritetico al quale siederanno AIdAM e MIUR.

Un percorso formativo dedicato
“Nel nostro settore, che è quello della costruzione di impianti di assemblaggio e di componentistica per questi impianti, l’Italia è tra i protagonisti a livello mondiale e il secondo paese europeo dopo la Germania”, ha detto il presidente di AIdAM, Michele Viscardi. “Le linee guida che abbiamo individuato con il MIUR, e che sono contenute nel protocollo d’intesa appena ratificato, ben rappresentano le esigenze di un settore così importante e complesso. La nostra volontà, che passa necessariamente per la progettazione e la realizzazione di un percorso formativo dedicato, è quella di creare la figura dell’esperto di industrial automation, che siamo convinti possa fare la differenza nell’attuale contesto produttivo. AIdAM, infatti, mette a disposizione know-how ed esperienza per delineare il profilo del ‘nuovo meccatronico’, figura professionale in cui convergono diverse specializzazioni tecniche e specifiche soft skill, destinata a soddisfare le richieste delle aziende appartenenti al nostro settore”. I primi passi concreti di questo percorso sono già stati mossi. È stato, infatti, avviato un progetto pilota con quattro istituti tecnici, con i quali AIdAM ha iniziato una collaborazione finalizzata a raggiungere gli obiettivi sopra menzionati.

Non solo alternanza scuola/lavoro
Fare in modo che gli studenti acquisiscano le competenze adatte per il mondo del lavoro, insomma, come sintetizzato da Rosa De Pasquale, a capo del dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del MIUR. Una finalità da perseguire attraverso una serie di iniziative concrete che vanno dal potenziamento di istruzione per adulti e istruzione professionale e delle forme di apprendistato o alternanza scuola/lavoro. Un percorso, quest’ultimo, che ha coinvolto 1.500.000 studenti nell’anno scolastico 2017/2018.
Il nuovo Piano Nazionale Impresa 4.0 ha non a caso previsto importanti incentivi alla formazione e finanziamenti finalizzati a incrementare il numero degli iscritti agli istituti tecnico-scientifici (ITS) ai quali si accede dopo il diploma e che prevedono che almeno il 30% del percorso di studi si svolga fuori dall’aula.
Come ha sottolineato l’economista del MISE Enrico Martini, l’Italia sconta un mismatch di competenze che ha un impatto fortemente negativo sulla produttività. Le sfide occupazionali di oggi sono riassunte da un dato: le 10 professioni attualmente più richieste sul mercato non esistevano fino a 10 anni fa. Deve, però, cambiare anche la didattica – secondo il vicedirettore per il Capitale Umano di Confindustria Claudio Gentili – passando a una concezione qualitativa dell’insegnamento che si pone l’obiettivo di favorire l’interdisciplinarietà. Lo strumento dell’alternanza scuola/lavoro, che non è apprendistato ma didattica attiva, è fondamentale perché ci sia coerenza tra ciò che le imprese chiedono e ciò che il sistema formativo offre. Infine, il presidente del Cluster Tecnologico Nazionale Fabbrica Intelligente, Gianluigi Viscardi, ha ribadito un concetto a lui caro: gli imprenditori devono fare la loro parte, aiutando dal basso i decisori e creando quell’ecosistema – che coinvolge imprese, università, centri di ricerca, associazioni e istituzioni locali, nazionali e sovranazionali – che permetta di condividere le informazioni e affrontare al meglio quel cambiamento che dal mondo produttivo si estende inevitabilmente alla società intera.

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