Parte dalle scuole la meccatronica del futuro

Nel corso di un convegno organizzato lo scorso 18 dicembre a Roma, AIdAM, l’Associazione italiana di automazione meccatronica, e il MIUR, Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, hanno presentato ai dirigenti scolastici di istituti tecnici e ITS di tutta Italia le linee guida del protocollo d’intesa approvato ufficialmente a giugno. L’obiettivo è allargare la platea degli istituti coinvolti ed estendere i benefici della cooperazione tra scuole e imprese al maggior numero possibile di studenti e docenti.

di Fabrizio Dalle Nogare

Partiamo, per una volta, dai dati. Circa 2.645.000 studenti frequentano attualmente licei, istituti tecnici e professionali. Circa 830.000 sono gli iscritti agli istituti tecnici e, di questi, 65.000 frequentano corsi con indirizzo di meccanica, meccatronica, automazione o energia. Numeri – secondo Fabrizio Proietti, dirigente del MIUR – in linea con l’esigenza del mercato del lavoro.
La questione, dunque, si sposta sui contenuti: gli istituti tecnici e gli ITS, vale a dire i percorsi di specializzazione post-diploma, preparano adeguatamente gli studenti ad affrontare il mercato del lavoro? L’impressione è che ci sia (ancora) molto da fare. O, almeno, questo è quello che pensano AIdAM e il MIUR che, dopo aver firmato un protocollo d’intesa lo scorso aprile (vedi box nella pagina seguente), hanno promosso un convegno, sempre presso l’ITIS G. Galilei di Roma, con l’obiettivo fondamentale di illustrare ai dirigenti scolastici di tutta Italia il progetto che scaturisce dal protocollo stesso. A giudicare dal numero dei partecipanti e dall’interesse mostrato nel corso dei lavori, si tratta di un progetto destinato a decollare.

Colmare il gap di competenze
“L’industria manifatturiera italiana è fatta soprattutto da PMI – ha detto il presidente di AIdAM, Michele Viscardi – che hanno assoluta necessità di lavoratori preparati alle sfide del prossimo futuro. Dobbiamo colmare il gap di competenze con altri paesi europei, Germania in testa, potenziando istituti tecnici e ITS, che mi piace definire ‘dottorati post-diploma’. Tra gli aspetti più importanti dell’accordo che abbiamo siglato con il MIUR – ha aggiunto Viscardi – ci sono il potenziamento dei laboratori degli istituti, i percorsi di training per insegnanti e studenti, lo sviluppo di quelle soft skill che sono sempre più importanti per approcciare il mondo del lavoro e la realizzazione di un libro sull’assemblaggio e la meccatronica”.
Un ambito, quest’ultimo, degno di ancora maggiore attenzione nel prossimo futuro. Basti pensare che, al pari di altre professioni relative al mondo digitale, quella dell’esperto in meccatronica sarà una delle figure più richieste in ambito lavorativo. “Non intendiamo stravolgere i programmi scolastici, bensì creare dei filoni che permettano di far crescere tecnici in grado di occuparsi di macchine e componenti”.

Trasformare, più che riformare
Dall’impresa alla scuola, il passo è breve. Antonio Scinicariello, dirigente tecnico del MIUR, che ha coordinato e moderato i lavori, ha raccontato il percorso che ha portato alla firma del protocollo d’intesa e illustrato i prossimi passi del progetto; Antonietta Zancan, dirigente ministeriale, ha parlato più nello specifico degli ITS e delle nuove opportunità di formazione post-diploma.
In tarda mattinata è intervenuto anche il Sottosegretario di Stato al MIUR Salvatore Giuliano anch’egli dirigente scolastico, che ha aggiunto alla discussione un punto di vista più politico. “Il compito della politica deve essere quello di assistere le diverse realtà scolastiche del territorio, mettendole in condizione di rendere al meglio, e far sì che le varie esperienze possano diventare patrimonio comune. Più che riformare vogliamo trasformare la scuola, partendo dal basso. E non è un caso che siano oggi donne e uomini di scuola a occuparsi dell’istruzione”.
Un progetto di respiro nazionale
Uomini di scuola, si diceva. Nel pomeriggio, i dirigenti di tre dei quattro istituti “pilota” – il “Marconi” di Dalmine (BG), il “Paleocapa” di Bergamo e il “Monaco” di Cosenza – hanno preso la parola per raccontare le loro esperienze e i primi frutti della collaborazione con AIdAM, con particolare riferimento ai laboratori, alle attività promosse dalla scuola e al coinvolgimento degli studenti. Uno di loro, al secondo anno di ITS, ha quindi raccontato la sua personale esperienza e le occasioni che ha avuto per entrare in contatto con le imprese.
“Ci vorrebbe un Piano per potenziare i laboratori degli istituti, che spesso non hanno gli strumenti adatti per una formazione completa degli studenti”, ha detto Maurizio Adamo Chiappa, dirigente dell’I.I.S. “Marconi”, istituto che registra comunque un interesse crescente verso meccatronica e automazione, grazie anche alla presenza di molte aziende del settore nel territorio. Diverso è il discorso per l’I.I.S. “Monaco” di Cosenza, rappresentato dal dirigente Giancarlo Florio, che si trova in un territorio piuttosto povero di aziende manifatturiere. Anche su questo aspetto – cioè sulla creazione di sinergie tra realtà che si trovano in contesti differenti – occorrerà lavorare per promuovere una maggiore integrazione. A tirare le fila della giornata sono intervenuti i rappresentanti di AIdAM, sottolineando come la complementarietà sia una delle più importanti caratteristiche del progetto, impensabile vent’anni fa quando l’associazione venne fondata. “Siamo pronti, come associazione, a mettere a disposizione risorse, persone e know-how perché crediamo molto in questa cooperazione” ha detto il responsabile di AIdAM Academy Franco Perico, ribadendo il carattere nazionale del progetto e la volontà di coinvolgere istituti in tutto il territorio italiano, agendo, tra l’altro, per ridurre il gap tra Nord e Sud.

 

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