Le scuole tecniche e professionali e la sfida delle tecnologie digitali

È fatto noto che esista nel nostro paese un gap tra ciò che i ragazzi studiano a scuola e le skill che necessitano le aziende manifatturiere, creando problemi sia a chi si sta affacciando al mondo del lavoro sia a chi cerca personale. Quali sono le cause? Come è possibile avvicinare gli studenti alla tecnologia, e soprattutto la scuola alla tecnologia più moderna?

Prendo spunto dal titolo di un vecchio libro di applicazioni tecniche, che ai tempi delle scuole medie è stato una guida per imparare i primi rudimenti sulla tecnologia e sui fenomeni fisici, per introdurre un tema trattato quasi quotidianamente dai media: la mancanza di competenze tecnico-professionali (skills shortage) relative soprattutto ad alcuni settori definiti strategici per lo sviluppo delle nostre aziende come il manifatturiero avanzato. Piccole e medie realtà industriali che utilizzano, o vorrebbero utilizzare, le nuove tecnologie digitali per ammodernare gli impianti e minimizzare i costi di produzione al fine di essere più competitive in un mercato che non è più solo nazionale.

scuola Le scuole tecniche e professionali e la sfida delle tecnologie digitali 2 festo

Perché mancano le competenze?

La risposta non è affatto semplice. Si potrebbe supporre che il sistema di istruzione-formazione professionale vigente in Italia non sia del tutto efficace nel preparare le nuove leve di giovani professionisti. Però, pur ammettendo che la scuola, gli enti di formazione e l’università hanno le loro responsabilità, occorre soffermarsi su alcuni distinguo. Ci sono scuole e istituti di eccellenza in grado di preparare i giovani in modo adeguato, così da risultare appetibili per il mercato del lavoro, e altri, invece, che stentano a farlo con risultati non sempre soddisfacenti se non addirittura scadenti. È evidente che il successo nel conseguirli dipende da alcune variabili su cui è interessante porre l’attenzione. Fra queste un peso di rilievo hanno le attività di orientamento che spesse volte considerano gli studenti come potenziali “clienti” piuttosto che indirizzarli, guidarli e consigliarli, assecondando la loro vocazione. La scuola, inoltre, non sempre riesce al suo interno a favorire un processo di crescita e formazione basato non solo sul rendimento ma anche sull’acquisizione di competenze che potrebbero permettere in futuro la realizzazione dei “sogni” dei giovani studenti. Talvolta si dice che i ragazzi di oggi non hanno sogni: allora la scuola dovrebbe essere in grado di stimolarli nella creatività e nella ricerca di quello che vorrebbero effettivamente “fare da grandi”. Questo accade anche per la carenza di quei mezzi che potrebbero stimolare le propensioni nascoste dei ragazzi, quali l’utilizzo di strumenti e supporti didattici innovativi e di laboratori tecnologici dove poter sperimentare e simulare la realtà. La maggior parte degli istituti tecnici ha in dotazione laboratori tecnologici ormai obsoleti risalenti anche a 40-50 anni fa, con macchine che possono considerarsi da “museo” piuttosto che rappresentare un simulacro della realtà. 

scuola Le scuole tecniche e professionali e la sfida delle tecnologie digitali 2 festo

Come far appassionare i ragazzi alla tecnologia 

Ecco che nell’epoca di Internet, delle tecnologie digitali, dei robot, dell’intelligenza artificiale, dei sistemi automatizzati, delle reti di comunicazione ad alta velocità ciò che in realtà manca è il poter sperimentare, “mettere le mani” sulla tecnologia, poter lavorare con i computer, con i robot, con macchine che in qualche modo rappresentano la realtà. Qualcuno giustamente potrebbe obiettare che le scuole sono piene di PC, di lavagne interattive, di Smart TV e di reti ad alta velocità, in quanto lo Stato ha investito ingenti somme nella digitalizzazione delle scuole. Quest’ultima però è solo il punto di partenza per l’acquisizione di competenze specialistiche che necessitano soprattutto di laboratori di settore. Per esempio se parliamo del profilo professionale del meccatronico, un istituto tecnico industriale, per conseguire un risultato formativo soddisfacente, dovrebbe poter disporre di laboratori di meccanica, elettrotecnica, elettronica e automazione aggiornati e in linea con le nuove tecnologie digitali. È con la giusta dotazione laboratoriale che si preparano i tecnici del futuro. Non ci sono altre alternative. Tutto ciò andrebbe a impattare positivamente anche sull’annosa questione dell’aggiornamento dei docenti che avrebbero a disposizione uno scenario tecnologico ricco di stimoli per poter anche arricchire le loro lezioni ed esercitazioni. Infine, con una dotazione tecnologica in linea con quanto previsto dalle tecnologie digitali, sottese dalla piattaforma Industry 4.0, la scuola potrebbe attuare in autonomia, anche mediante interscambi tra classi di scuole vicine, un programma di alternanza scuola-lavoro “on site”, utilizzando i laboratori come “palestre formative” capaci di replicare scenari aziendali reali. Non sono queste esperienze difficilmente attuabili.

Festo per esempio ha realizzato, grazie ai finanziamenti regionali del programma IFS (Impresa Formativa Simulata), un ciclo di percorsi esperienziali in parecchi Istituti Tecnici della Lombardia, dove i ragazzi delle ultime classi hanno lavorato in “role playing” per una settimana in fabbrica simulata, per la risoluzione di un problema di natura tecnica complesso. In questo caso si è constatato come il supporto laboratoriale messo a disposizione, la competizione venutasi a creare fra i gruppi di lavoro, le attività esperienziali realizzate su PLC, sensori e attuatori, hanno costituito uno stimolo potentissimo nel motivare anche quei ragazzi che apparivano completamente disinteressati al mondo della tecnologia. Il successo è stato tale che, anche in assenza di ulteriori finanziamenti, l’esperienza formativa è stata nuovamente riproposta in quanto richiesta dalle famiglie degli studenti. Allo scopo di richiamare l’attenzione sul delicato e cruciale tema dell’acquisizione delle giuste competenze, Festo, all’interno di AIdAM, da anni propone un percorso di sensibilizzazione rivolto alle scuole della rete M2A, e in cascata a tutti gli istituti tecnici e professionali italiani. Le soluzioni didattiche proposte sono modelli che riproducono scenari reali di fabbrica dove i ragazzi possono applicare le loro conoscenze, osservare il comportamento della tecnologia, sperimentarla anche sbagliando e infine imparare e apprendere nuovi saperi: “Osservo, sperimento e imparo”.

0 Condivisioni