Piano Industria 4.0, un anno dopo

A poco più di un anno dall’entrata in vigore degli incentivi agli investimenti industriali in macchine e sistemi produttivi “4.0-ready”, dati e indicatori economici mostrano gli effetti positivi generati nell’industria manifatturiera italiana. La seconda fase, avviata con l’approvazione della Legge di Bilancio 2018, conferma sostanzialmente gli incentivi e introduce misure fiscali che mirano a stimolare la domanda di formazione. Se n’è parlato nel corso di un convegno organizzato da UCIMU – Sistemi per Produrre.

di Leonardo Albino

Da Industria 4.0 a Impresa 4.0, la denominazione scelta cambia per adattare il Piano al contesto italiano. A un anno di distanza dal primo incontro organizzato, UCIMU – Sistemi per Produrre ha riunito, lo scorso 30 gennaio, imprenditori, giornalisti e addetti ai lavori per discutere di ciò che la Legge di Bilancio 2018 riserva alle imprese che intendono adeguare in ottica 4.0 il loro sistema produttivo e la loro organizzazione.
Un percorso iniziato nel 2017 con il Piano nazionale varato dal Governo, che ha assicurato benefici tangibili all’industria manifatturiera italiana, come mostrano i dati relativi agli ordini di macchine utensili in Italia. Su base annua, infatti, nel 2017 gli ordinativi raccolti in Italia dai costruttori di macchine utensili sono cresciuti del 45,9% rispetto all’anno precedente, che pure era stato molto positivo.

La sfida della formazione
“Dopo un 2017 eccellente, il 2018 si annuncia come un altro anno decisamente positivo. Considerato, infatti, il tempo medio di produzione dei beni strumentali, queste commesse avranno riflesso diretto su produzione e PIL 2018”, ha detto il presidente di UCIMU, Massimo Carboniero. “Dunque, l’anno parte già con tanta benzina nel serbatoio e a ciò si aggiunge il turbo del nuovo piano Impresa 4.0 che – accanto alla conferma di super (pur con il piccolo ritocco al coefficiente dal 140% al 130%) e iperammortamento al 250% – propone interessanti novità legate al tema della formazione”.
Sembra essere proprio questa la nuova sfida da raccogliere per il settore, come dimostrano i risultati emersi da una ricerca condotta da Unioncamere l’anno scorso, secondo cui il divario tra domanda e offerta di lavoro è cresciuto con la ripresa economica. La quota di imprese che dichiara di incontrare difficoltà nel reperimento di figure adatte alle proprie esigenze è quasi raddoppiata, passando dal 12% del 2016 a oltre il 21% del 2017. Questo problema è particolarmente diffuso e sentito nei settori della meccanica e informatica. Come ha sintetizzato Caroboniero, “è il momento di forzare sulla formazione”.

La centralità del manifatturiero
“L’Italia è un paese che rimane fortemente legato al manifatturiero”, ha esordito Stefano Firpo, alto dirigente del MISE, che ha illustrato le misure contenute nella Legge di Bilancio 2018 a supporto della digitalizzazione industriale rispondendo anche, nella parte finale dell’incontro, alle molte domande dei partecipanti. “Abbiamo voluto dare continuità agli incentivi messi in campo lo scorso anno – ha detto – cercando anche di fare un passo avanti sul tema delle competenze, che rischiano di diventare il collo di bottiglia del sistema. Per questo intendiamo sviluppare la domanda di formazione nelle aziende per incrementare non soltanto le competenze digitali, ma anche le competenze manageriali”.
L’altro intervento importante, per quanto riguarda la formazione, è il piano di investimenti volto a potenziare gli Istituti Tecnici Superiori (ITS), percorsi che, stando ai dati INDIRE di fine 2017, garantiscono un tasso di occupazione dell’80% subito dopo il diploma. In Italia il sistema degli ITS funziona dal 2010 e forma 8.000 studenti all’anno. Se si pensa che in Germania, dove un percorso analogo è attivo dagli anni ’60, vengono formati circa 800.000 studenti ogni anno è chiaro che la strada è ancora lunga.

Le nuove misure in vigore
Nel dettaglio delle misure previste dalla Legge di Bilancio 2018, sono state rinnovate a condizioni quasi invariate sia il superammortamento (ora al 130%) che l’iperammortamento al 250%, entrambi applicabili ai beni acquistati entro il 31 dicembre 2018, con possibilità di rinvio al 30 giugno 2019 nel caso in cui l’ordine sia accettato dal venditore entro la fine dell’anno precedente e che entro la stessa data sia stato pagato un acconto pari ad almeno il 20% del valore del bene. È stata inoltre rifinanziata la legge Sabatini (330 milioni di euro nel periodo 2018-2023) ed è stato istituito un nuovo fondo con una dotazione di 250 milioni di euro all’anno per l’innovazione e la ricerca industriale in ambito Industria 4.0.
Le novità più rilevanti arrivano, come detto, dalla formazione, con l’introduzione in via sperimentale di un credito d’imposta sulla Formazione 4.0 del 40% sul costo del personale impiegato nelle attività di formazione in ambito 4.0 pattuite attraverso contratti collettivi nazionali o territoriali e di un contributo massimo per impresa pari a 300.000 euro l’anno (il credito non si applica al compenso dei docenti esterni). Infine, gli investimenti volti a potenziare gli ITS saranno di 65 milioni di euro nel prossimo triennio, con l’obiettivo di incrementare il numero degli studenti coinvolti dagli attuali 9.000 ad almeno 15.000.

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