Occorrono più donne manager, anche per il successo dell’azienda

“In Europa, solo un manager su tre è donna”, così Eurostat intitolava il report dedicato all’International Women’s Day lo scorso anno. E continuava specificando che le donne con ruoli manageriali in Europa guadagnano 77 centesimi ogni euro in busta paga di un collega uomo. Uno scenario che riguarda da vicino anche gli otto Paesi europei in cui opera Wyser, la società internazionale di Gi Group, che dal 2013 si occupa di ricerca e selezione di profili manageriali. Il 2018, però, inizia con una buona notizia: in Islanda è diventato illegale il divario di retribuzione tra donne e uomini.
“Queste notizie dimostrano che la parità di genere nel mondo del lavoro sia un tema caldo e che abbattere il cosiddetto “soffitto di cristallo”, che qualche giorno fa ha compiuto 40 anni, sia un obiettivo di molti Governi europei. Nonostante un trend positivo a livello italiano e internazionale, i progressi rimangono lenti”, afferma Carlo Caporale, Amministratore Delegato Italia di Wyser. “Ciò anche a discapito dei benefici che le donne in posizioni manageriali dimostrano di portare per l’azienda: il Peterson Institute for International Economics, ad esempio, ha riscontrato una correlazione positiva tra un elevato tasso di gender diversity dirigenziale e il successo di un’azienda”. A influenzare negativamente questo processo è sicuramente la difficoltà nel conciliare il lavoro e la vita privata, la famiglia: il 60% delle donne manager dichiara che gli impegni familiari condizionano la propria carriera.
Non solo, a rallentare il raggiungimento di una parità di genere a livello lavorativo vi sono anche fattori culturali e organizzativi per i quali, ancora oggi, è difficile individuare questo divario, riconoscerne la priorità e di conseguenza impegnarsi per risolverlo.

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