Un appello urgente dal settore dell’alluminio
FACE, BWA, Amafond, Assofermet e Assofond, in rappresentanza di migliaia di aziende europee, essenzialmente PMI, hanno chiesto l’intervento urgente della Commissione Europea e degli Stati membri dell’UE contro minacce di divieti, tariffe elevate o sanzioni sull’alluminio russo che rappresentano un imminente e vitale minaccia per l’industria europea dell’alluminio.
Mario Conserva, Segretario Generale di FACE, sottolinea che “tra i fautori di divieti e sanzioni sull’alluminio russo troviamo gli stessi attori che da decenni chiudono oltre il 50% della capacità produttiva europea di alluminio primario, lasciandola con l’80 % di disavanzo prima della guerra in Ucraina”. Inoltre, le sole forniture di RUSAL contribuiscono a ridurre l’impronta di carbonio dell’intera catena del valore dell’alluminio in Europa. RUSAL è oggi uno dei principali attori industriali europei dell’alluminio con stabilimenti in Irlanda, Svezia, Italia e Germania, con 1200 dipendenti direttamente e 10 000 indirettamente nell’UE. È necessario sottolineare che boicottare, vietare o sanzionare RUSAL non è altro che la distruzione dell’industria europea dell’alluminio indipendente a valle e in particolare delle sue PMI che non hanno alternative di approvvigionamento potenzialmente disponibili ai grandi produttori e alle grandi società a valle, ma che rappresentano il 70% della produzione del settore e il 90% della sua occupazione nell’UE. FACE, BWA, Amafond, Assofermet e Assofond, invitano quindi solennemente la Commissione Ue e gli Stati membri ad affrontare in modo assertivo e urgente il rischio imminente e vitale che grava sull’industria europea dell’alluminio, e ad intervenire con i governi e le amministrazioni competenti contro eventuali restrizioni o sanzioni.