novALmec è la JV tra Metal Exchange Corporation e Novellini Industries per la fornitura di billette d’alluminio secondario in Europa

Incontro al quartier generale del Gruppo Novellini a Romanore di Borgoforte, Mantova, con Friedhelm Grobler Amministratore Delegato di Metal Exchange International Zurigo, e Marco Novellini, CEO di Novellini Group

di Mario Conserva

Nel contesto del mercato italiano ed europeo dell’alluminio la nascita della joint venture tra Novellini Industries, con sede a Mantova, e Metal Exchange Corporation (MEC), un progetto di cui si parlava da tempo e finalizzato nella primavera del 2019, è stato una sorpresa.
Metal Exchange Corporation, azienda statunitense di St. Louis, Missouri, ha una struttura di valenza mondiale sui mercati dei rottami di alluminio e delle billette. E’ un nome di prestigio con più di quarantacinque anni di presenza nella filiera dell’alluminio in Usa e attivo in Europa da 13 anni attraverso la sussidiaria MEC Metal Exchange Corporation con sede in Svizzera. MEC mette nella joint venture la sua rete di approvvigionamento mondiale nei mercati dei rottami di alluminio e decenni di esperienza globale nella produzione e marketing di billette; per parte sua Novellini, marchio leader nella fabbricazione di box doccia e componenti di arredo bagno in alluminio, mette nella joint venture la sua fonderia all’avanguardia tecnologica con una capacità di 22.000 tonnellate l’anno di billette di alluminio secondario, insieme al proprio impianto a monte di lavorazione dei rottami, e a una base consolidata di clienti utilizzatori. Con queste credenziali la joint venture sarà un importante e interessante fornitore per il mercato europeo. La nuova impresa novALmec amplierà l’attuale impianto di colata billette sino ad una capacità produttiva di oltre 33.000 tonnellate.

Marco Novellini (a sinistra), CEO di Novellini Group e Presidente di novALmec, con Friedhelm Grobler, Amministratore delegato di Metal Exchange International di Zurigo
Marco Novellini (a sinistra), CEO di Novellini Group e Presidente di novALmec, con Friedhelm Grobler, Amministratore delegato di Metal Exchange International di Zurigo

Lo scenario italiano è cambiato radicalmente rispetto a quando è stata raccolta l’intervista che segue. In conseguenza alla pandemia di Covid-19 dichiarata dall’Organizzazione mondiale della sanità, il Governo italiano ha introdotto varie misure di lockdown per proteggere la popolazione, che tuttavia hanno avuto un impatto sulla tempistica del progetto. Il completamento dell’espansione produttiva era originariamente previsto per fine marzo, ma è stato posticipato verso la fine del secondo trimestre 2020.
Siamo nel cuore del gruppo Novellini a Borgovirgilio, vicino a Mantova, e qui incontriamo Friedhelm Grobler, amministratore delegato di Metal Exchange International di Zurigo, e Marco Novellini, CEO di Novellini Group, per parlare di questa iniziativa di forte impatto sul mercato dell’alluminio.

Mr. Grobler, quali sono le ragioni che vi hanno portato a questa importante scelta?

“Lo sviluppo sostenibile e la crescita delle attività guidano le strategie della nostra impresa. Metal Exchange Corporation ha iniziato come impresa locale di trading di rottame d’alluminio ed è cresciuta fino a diventare un player globale e un produttore di metalli non ferrosi. MEC partì oltre 45 anni fa operando nel trading dei rottami metallici non ferrosi; dopo pochi anni ci chiedemmo cosa potevamo fare per sviluppare ulteriormente la nostra azienda. Furono imboccate due direzioni. Da una parte, abbiamo ampliato l’attività di trading su scala mondiale, aprendo nuovi uffici a Zurigo, Shanghai e recentemente a Singapore. Dall’altra parte, ci siamo mossi verso il downstream mettendo a frutto l’esperienza nel trading di rottami: siamo partiti dall’attività integrata di recupero, riciclo e rifusione dei rottami per arrivare fino alla produzione di estrusi. Oggi, la nostra attività comprende servizi di marketing, trading, produzione, preparazione, distribuzione e trasporto. Tuttavia, tutte le nostre unità produttive sono sempre rimaste negli Stati Uniti e questo è il punto chiave.

Barbara Novellini, presidente di Novellini Spa, con il fratello Marco Novellini, amministratore delegato di Novellini Group
Barbara Novellini, presidente di Novellini Spa, con il fratello Marco Novellini, amministratore delegato di Novellini Group

Nel 2007, MEC ha aperto un ufficio commerciale in Svizzera. Abbiamo ampliato con successo il nostro portafoglio di prodotti e servizi nel corso degli anni e allo stesso tempo ci siamo interrogati sul nostro posizionamento nel mercato europeo. Qual è la nostra collocazione? Quale valore offriamo? Quale dovrà essere il nostro prossimo passo di sviluppo? Con la nostra esperienza negli Stati Uniti e le conoscenze in Europa, è stato un passo logico individuare nella produzione di billette secondarie il nuovo capitolo del nostro portafoglio di prodotti. Dipendeva “solo”dalla disponibilità di un buon partner. Favorire l’Italia come location migliore per avviare una nuova attività produttiva è stato facile. L’Italia è il secondo maggior produttore di estrusioni in Europa dopo la Germania, volevamo essere presenti in questo importante contesto non solo dal lato delle vendite. Ci siamo così trovati di fronte all’opzione di avviare il nostro primo investimento industriale all’estero. La selezione del nostro partner è stata un punto fondamentale, cercavamo qualcuno con mentalità molto simile alla nostra. Siamo molto soddisfati di essere riusciti a stringere una proficua collaborazione con Novellini cinque anni prima di avviare la start-up: da entrambe le parti ci siamo convinti che eravamo sulla strada giusta. Abbiamo più o meno la stessa dimensione, circa 700 dipendenti, condividiamo gli stessi principi, entrambe le società sono aziende private a conduzione familiare di seconda generazione, con identici valori condivisi di serietà, rispetto, trasparenza, approccio alla sicurezza ed alla responsabilità sociale.
Dal nostro punto di vista questo investimento in novALmec è un passaggio cruciale per rafforzare la posizione nel mercato europeo di Metal Exchange Corporation, che, insieme alla recente apertura dell’ufficio di Singapore e all’attività dei nostri uffici esistenti a Zurigo, Shanghai e St. Louis, rafforza la nostra strategia di impronta globale”.

Marco Novellini, con la fabbrica di Romanore la sua famiglia era uno dei principali produttori al mondo di box doccia. Decise di entrare tra i produttori di alluminio nel 1996, scegliendo immediatamente un approccio di alta qualità. Cosa vi ha spinto a questo salto?

“Mio padre e mia madre avviarono l’impresa nel 1966. Il salto da bravi artigiani a piccola azienda industriale produttrice di serramenti e zanzariere avvenne nel 1972. La nostra storia di azienda familiare fin dalle sue origini è stata improntata alla gestione di tutti i diversi aspetti imprenditoriali, con un approccio verso la massima qualità. La produzione di box doccia, insieme a prodotti per l’arredo bagno, rimane il nostro attuale core business e per questi manufatti la qualità e il design sono indispensabili. Con l’esperienza maturata nell’alluminio, nei vetri, nelle guarnizioni e nel loro assemblaggio, i miei genitori intuirono rapidamente che l’arredo bagno poteva svilupparsi come un interessante mercato per il futuro.

Partita la produzione di arredo bagno, cominciammo ad integrare tutte le componenti che compongono l’ambiente-bagno. Iniziammo con il vetro e le guarnizioni, i profilati estrusi di alluminio furono il primo sbocco naturale verso il downstream, mentre la fonderia per la produzione di billette fu il passo finale, in pratica il completamento di una filiera integrata per l’alluminio. Con la nostra base tecnica di profonda conoscenza del prodotto finale e dei singoli componenti, è chiaro che la qualità dei materiali è alla base della nostra mentalità e filosofia di produzione. La nostra cast house fu avviata 17 anni fa, era un periodo in cui il livello delle tecnologie era in grande crescita e a questa filosofia siamo rimasti fedeli. Oggi si guarda ancora più avanti e per restare al top guardando al meglio abbiamo ritenuto che un partner come MEC fosse la direzione giusta e la scelta ideale. Abbiamo provveduto al necessario revamping dell’impianto e nel giro di due-tre mesi saremo in piena operatività con il nuovo assetto della fonderia. L’impronta complessiva dell’attività produttiva è quella della sostenibilità: siamo orgogliosi di produrre ottimo alluminio riciclato con bassa impronta di carbonio e tecnologicamente adatto ad ogni tipo di impiego, per questo il metallo leggero è oggi ritenuto strategico e fondamentale per la costruzione delle automobili e non solo”.

La produzione di billette per l’estrusione è destinata totalmente alla domanda interna di Novellini, oppure guardate anche al mercato esterno?

Risponde ancora Marco Novellini: “Guardiamo naturalmente anche al mercato esterno, abbiamo potuto verificare che con i nostri livelli di qualità e di servizio riusciamo ad essere molto attrattivi e competitivi. Il merito di ciò non è solo per il livello tecnologico dei nostri impianti, che abbiamo sempre mantenuto al top dello stato dell’arte, ma per noi è patrimonio basilare soprattutto l’esperienza dei nostri operatori. Siamo continuamente alla ricerca del meglio, per i rottami abbiamo tecnici di grande esperienza in posizioni chiave come Quality Manager e Supply Chain Manager, perché il controllo del rottame in entrata e della successiva elaborazione da parte dei nostri tecnici è il primo e più importante valore per ottenere un processo controllato e di qualità. Il team sta crescendo, avendo naturalmente a disposizione un laboratorio perfettamente attrezzato per il controllo della qualità delle colate”.

Siete anche fornitori di aziende nel campo dell’automotive, quali sono le principali leghe che potete fornire?

Marco Novellini: “Oggi possiamo fornire leghe nelle classi 6000, 3000 e 1000 per l’industria dell’auto e per l’industria in generale. Visto il nostro approccio alla qualità, non siamo solo produttori di commodity, ma forniamo un prodotto di elevato contenuto, adatto alle esigenze più raffinate dei nostri clienti. Abbiamo in progetto di produrre nel prossimo futuro altre leghe più complesse, secondo le richieste dai nostri clienti e in linea con la nostra attuale tipologia impiantistica”.

Cosa ci può dire in merito alla vostra capacità produttiva, ai vostri investimenti e ai risultati economici?

Ci risponde Friedhelm Grobler: “Siamo partiti con novALmec da 22 mila tonnellate, con il nuovo revamping abbiamo aumentato la nostra capacità del 50% e potremo così produrre annualmente oltre 33 mila tonnellate di billette. E’ corretto affermare ‘Piccolo è magnifico!’. I nostri risultati sono, come
è ovvio, influenzati dai prezzi del LME, comunque è chiaro che quello che conta per noi non è tanto il fatturato, quanto il risultato economico. In quanto remelter, dobbiamo fare i conti con i prezzi LME in entrambi gli estremi della nostra catena produttiva.
La prima fase del nostro investimento copre l’espansione della capacità produttiva di metallo, insieme ad alcuni investimenti paralleli in tecnologie per migliorare e garantire la qualità dei nostri prodotti. La seconda fase comporterà lo studio di nuove leghe e specifica da produrre, insieme a nuovo servizi da offrire, ricercando mercati e nicchie interessanti per noi e per i nostri clienti. La seconda fase del progetto coinvolgerà fortemente i nostri clienti e si baserà sul motto del fondatore di Metal Exchange, Morris Lefton: Nisi adieris non intellegis (Se non vai a conoscere, non puoi capire): quindi visitare i clienti, vedere i loro processi produttivi, capire i i loro bisogni”.

Parlando di mercati, quale pensate potrà essere in futuro il vostro principale mercato di riferimento?

Friedhelm Grobler: “Per quanto riguarda l’area di operazione, l’Italia sarà sempre il nostro principale sbocco, anche in considerazione dei costi di trasporto e per il fatto che la maggior parte dei clienti si trovano entro un breve raggio dalla nostra fonderia. Non possiamo in realtà affermare che andremo verso specifici campi di applicazione, anche perché non vogliamo legarci ad un solo settore. Per esempio, l’automotive è sotto pressione anche se le nuove applicazioni nel campo delle auto elettriche comporteranno un notevole incremento degli impieghi dell’alluminio. Tra l’altro ogni nostro cliente che fornisce i costruttori di auto ha richieste sempre più elevate. Noi siamo in grado di seguire queste esigenze, ma soprattutto di sviluppare materiali e forniture in collaborazione con i nostri partner commerciali. La nostra azienda si deve mantenere flessibile e attenta alle variazioni e alle novità delle industrie. Noi abbiamo fonderie e impianti di estrusione in America e ora, con la Joint venture in Europa, potremo incrementare lo scambio di informazioni e migliorare le sinergie tra diversi mercati ed esperienze; questo darà sicuramente un beneficio a tutti i nostri clienti nel prossimo futuro, lo scambio di know-how è una delle pietre miliari di questa joint-venture”.

Da sinistra: Rick Merluzzi, CEO, Metal Exchange Corp., e Mike Lefton, Executive Chairman, Metal Exchange Corp.
Da sinistra: Rick Merluzzi, CEO, Metal Exchange Corp., e Mike Lefton, Executive Chairman, Metal Exchange Corp.

Chiediamo ancora a Friedhelm Grobler un commento sullo stato attuale del mercat: abbiamo già assistito in passato a momenti sfavorevoli, in questa fase però la situazione sembra abbastanza difficile; in Germania in particolare il mercato dell’automotive segna il passo.

“In linea di principio la situazione del mercato degli estrusi in Italia ha grandi capacità di assorbire momenti poco brillanti perché è meno legato ad un singolo settore, come è il caso della Germania. Edilizia, meccanica, arredamento, costruzioni, elettrotecnica, pneumatica, trasporti, infrastrutture, aggiungiamo anche i box doccia, questa molteplicità è il punto di forza dell’Italia rispetto agli altri paesi industriali europei. Come detto in precedenza, la nostra strategia è quella di muoversi in diversi mercati, la mono-specializzazione può comportare dei rischi. Se il carico di lavoro dei nostri clienti si riduce, diventa sempre più oneroso e difficile gestire forniture da paesi lontani, che hanno comunque termini di consegna lunghi. Questo significa che anche un momento di crisi, il nostro servizio è utile e permette la riduzione delle scorte e quindi una riduzione di costi. Oggi è più difficile capire cosa servirà alla produzione fra tre o sei mesi ed è sicuramente più vantaggioso l’acquisto a breve sulla base dell’effettivo carico di lavoro. La qualità è un obbligo. La flessibilità è fondamentale e le nostre dimensioni consentono di offrire flessibilità e servizio. Siamo il fornitore giusto per il mercato”.

Ci può dare altre informazioni sulla casa madre americana?

“Come ho accennato prima, MEC conta circa 700 dipendenti suddivisi tra produzione e trading. Quest’ultimo tratta metalli in varie forme e varie posizioni nella catena del valore dell’alluminio e comprende anche mandati di agenzia come quello da Emirates Global Aluminium (EGA) per la vendita del loro alluminio negli Stati Uniti. Per quanto riguarda la produzione, abbiamo una fonderia nell’area di Detroit, che è un fornitore chiave di leghe da fonderia per l’industria automobilistica, e diversi impianti di colata continua e impianti per prodotti deox destinati all’industria siderurgica. Abbiamo poi Pennex Aluminium, uno dei principali estrusori di alluminio del paese. Opera con due casthouse che forniscono billette per gli impianti di Pennex, nonché per clienti terzi, due linee di estrusione e due impianti di lavorazioni a valle. Gli stabilimenti si trovano in Pennsylvania e in Ohio. Il mercato servito include il settore automobilistico di livello 1, come Tesla, trasporti, edilizia, costruzioni elettriche, macchinari e beni di consumo. Gli stabilimenti offrono una vasta gamma di servizi, dalla produzione di prototipi a lavorazioni meccaniche con centri di lavoro robotizzati ad alta velocità. Dai piccoli lotti alle produzioni in grande serie, Pennex è in grado di fornire componenti finiti su disegno del cliente”.

Per concludere chiediamo a Marco Novellini di aggiornarci sugli sviluppi del Gruppo Novellini.

“Il core business della Novellini è legato come dicevamo prima ai prodotti per l’arredobagno, un mercato che è completamente cambiato negli ultimi dieci anni. I prodotti basici del mercato, di costo e di qualità medio bassi, sono oggi principalmente importati dalla Cina. Per questo abbiamo ridisegnato i nostri box doccia, riducendo la quantità di alluminio estruso per componenti, in pratica siamo passati da una media di circa 7,5 kg per componente all’attuale 3,5 kg, abbandonando il mercato dei prodotti meno ricchi di contenuto e a minor prezzo. Produciamo oggi all’incirca 1,1 milioni di pezzi anno. Sempre per il segmento bagno siamo molto cresciuti nel settore Wellness, nelle vasche, nei sistemi del termoarredo; la nostra strategia degli ultimi anni si è in effetti concentrata sulla progettazione, produzione e vendita di prodotti di fascia media e medio alta. Design, service, qualità e funzionalità sono oggi i nostri must. In Italia ancora il settore dell’edilizia è in fase statica, anche se il mercato della ristrutturazione ci sta dando soddisfazioni. Per concludere, le nazioni principali di sbocco oltre all’Italia, sono per noi l’Olanda, la Francia e la Germania. In Olanda in particolare abbiamo oggi un market share del 38%”.