Il Coronavirus trascina i mercati nell’incertezza

L’alluminio sta testando il supporto in area 1700-1720. Un cedimento confermato avrebbe come obiettivo i 1630, anche se è individuabile un qualche supporto intermedio già sui minimi di fine 2016 in area 1680.

Il 2021 si apre con la più grande emergenza sanitaria in Cina degli ultimi anni. Il Coronavirus nCov-2019 è ancora nella fase di diffusione iniziale e le stime dell’entità del numero di persone che ne saranno affette, nonché delle conseguenze per l’economia globale, non sono ancora attendibili in questi primi giorni di febbraio.

È possibile fare parzialmente riferimento alla precedente epidemia di SARS, che però ebbe un’estensione inferiore e avvenne in un periodo con caratteristiche molto diverse, subito prima dell’inizio del cosiddetto super-ciclo delle commodity. Al momento (3 febbraio) l’alluminio sta perdendo circa il 6% dai massimi precedenti la crisi (1835 dollari per tonnellata), circa la metà di quello che sta perdendo il rame. Sono gli stessi numeri visti con la SARS, ma come detto i due avvenimenti non sono del tutto sovrapponibili. Non resta dunque che attendere gli sviluppi delle prossime settimane, considerando che nella prima fase la preoccupazione dei trader riguarda soprattutto il calo della domanda (la crescita cinese calerà probabilmente sotto il 5% nel primo trimestre) dovuto alle limitazioni della circolazione di persone e merci. In seguito, vedremo probabilmente un recupero trainato dagli investimenti, non appena i provvedimenti sanitari adottati avranno dimostrato la loro efficacia nel contenimento dell’infezione. Il governo di Pechino, che già ha allentato la politica monetaria, potrebbe infatti annunciare a breve ulteriori piani di costruzione di infrastrutture, con il conseguente supporto che ne deriva per i metalli. In ogni caso, meglio non anticipare troppo i tempi e le reazioni, fino a quando i contorni del fenomeno non appariranno più chiari.