L’industria manifatturiera del futuro

Il 28 marzo scorso, presso il Palazzo delle Stelline a Milano, si è tenuto l’European Tooling Forum, organizzato da ISTMA World, European Tooling Platform e UCISAP.

di Alberto Marelli

Com’è noto, gli stampi sono sistemi complessi e unici nel loro genere, che richiedono conoscenze intensive in materia di ingegneria e produzione. Gli stampi sono presenti nella progettazione e nella produzione di quasi tutti i prodotti industriali, dall’aeronautica e automotive, all’elettronica, ai prodotti per la casa, alle attrezzature e microdispositivi.
La produzione di stampi in Europa è una delle eccellenze del settore manifatturiero e ha un impatto su intere filiere produttive.
Tuttavia, è un comparto poco conosciuto ed è importante che le Istituzioni si rendano conto del valore strategico che la produzione di stampi ha a livello mondiale grazie all’alto livello di competenze e conoscenze tecnologiche, ma anche per il suo effetto multisettoriale e multidisciplinare.
La pandemia e la guerra hanno messo in luce le principali debolezze del sistema produttivo europeo, che deve essere meno dipendente da altre regioni. La produzione di stampi è un elemento chiave della catena del valore. Quali politiche industriali saranno messe in atto per sostenere e migliorare il sistema produttivo europeo?
Di queste tematiche si è parlato lo scorso 28 marzo durante l’European Tooling Forum, organizzato da ISTMA World, European Tooling Platform e UCISAP, tenutosi presso il Palazzo delle Stelline a Milano.
In particolare, il Forum ha voluto allertare, discutere e motivare tutte le parti interessate verso:
– l’importanza strategica del settore della costruzione di stampi nell’innovazione e nello sviluppo di nuovi prodotti, tecnologie, know-how e competenze nell’economia europea;
– l’impatto del settore nell’infrastruttura industriale dell’Unione Europea;
– l’importanza delle reti di cooperazione strategica lungo la catena del valore europea rispetto al posizionamento di un settore come quello degli stampi dominato dalle PMI e che, di conseguenza, riceve una copertura mediatica ridotta;
– promuovere l’importanza strategica del settore nello sviluppo e nella sostenibilità dell’economia europea presso i centri decisionali politici, a livello di governi nazionali e di rappresentanti della Commissione Europea a Bruxelles.

L’industria manifatturiera in Germania

Dopo i saluti introduttivi di Andrea Di Girolamo, Vicepresidente UCISAP, è intervenuto Markus Heseding, Presidente di ISTMA Europe nonché Managing Director dell’associazione tedesca VDMA, che ha tracciato la situazione economica dell’ingegneria meccanica, degli utensili di precisione e della costruzione di stampi in Germania. “I legami economici tra Italia e Germania sono stretti, gli scambi di beni e servizi tra i due Paesi ammontano a 168 miliardi di euro nel 2022, con un aumento del 18%. Bisogna tenere conto dell’inflazione, ma anche il volume di beni e servizi è aumentato rispetto all’anno precedente”, spiega Heseding.
Secondo i primi calcoli, nel 2022 la produzione del settore dell’ingegneria meccanica in Germania supererà leggermente il livello dell’anno precedente. La crescita della produzione avrebbe potuto essere significativamente più alta se non ci fossero state le catene di fornitura fortemente interrotte, l’intensificarsi della carenza di lavoratori qualificati e le difficoltà di approvvigionamento energetico che hanno esercitato una pressione così forte e prolungata sulla produzione. Tuttavia, il calo della produzione di macchinari che molti si aspettavano non si è verificato.
Grazie al significativo aumento dei prezzi dei prodotti di ingegneria, le vendite sono aumentate del 10,5%, raggiungendo a fine anno i 252 miliardi di euro.
Nel 2023, il settore dell’ingegneria meccanica in Germania si appresta a vivere un anno difficile. I nostri economisti prevedono un calo della produzione reale del 2%. Questa previsione è soggetta a un elevato grado di incertezza, poiché l’ulteriore sviluppo economico dipende da molti fattori, attualmente difficili da valutare
”.

Stampi: un settore in difficoltà

Markus Heseding ha illustrato anche il comparto degli stampi. “Il settore della produzione di stampi in Germania sta attraversando tempi difficili: la ripresa tarda ad arrivare.
Nel primo semestre del 2022, la produzione di stampi, matrici e attrezzature è rimasta appena al di sotto del livello dello stesso periodo dell’anno precedente. Con l’inizio di un leggero allentamento delle catene di fornitura nella seconda metà dell’anno, è probabile che la produzione sia aumentata leggermente. Tuttavia, non c’è stata una chiara ripresa.
Complessivamente, il valore della produzione tedesca nel settore degli stampi sarà leggermente superiore ai 4 miliardi di euro nel 2022
”.
La domanda sul mercato tedesco è rimasta stabile al livello dell’anno precedente, con una tendenza leggermente positiva verso la fine dell’anno. “L’attività all’estero è stata più debole per i produttori di stampi tedeschi rispetto all’anno precedente. Nel complesso, le consegne di stampi, matrici e attrezzature all’estero sono rimaste al di sotto del dato comparativo del 2021.
La debolezza della domanda dei vicini europei ha offuscato in particolare il bilancio delle esportazioni. Le continue interruzioni della catena di approvvigionamento e gli effetti della guerra in Ucraina hanno avuto un impatto sull’attività nel continente.
La maggior parte dei nostri settori clienti non sta andando bene. Il mercato automobilistico legato agli stampi e matrici non si è ancora ripreso. Manca la gamma di nuovi modelli che danno lavoro agli stampisti. Anche l’economia dell’industria delle costruzioni ha iniziato a indebolirsi. Sempre più aziende di importanti gruppi nel settore mobili e arredi si trovano in difficoltà. Solo il settore della tecnologia medica si è mantenuto stabile finora.
Per quanto riguarda le prospettive future, la recente ripresa della domanda, lo scioglimento dei problemi della catena di approvvigionamento e la crescita degli ordini in alcuni settori clienti sono compensati dall’esplosione dei prezzi, dalla carenza di manodopera specializzata e da un livello ancora elevato di incertezza in molte decisioni di investimento.
Per l’industria della costruzione stampi il 2023 si prospetta un anno impegnativo come il 2022
”.

Gli stampi nell’industria manifatturiera

Bob Williamson, Presidente di ISTMA World, ha illustrato il ruolo del settore degli stampi nell’industria manifatturiera. “Si stima che il mercato globale degli stampi abbia raggiunto un valore di 218 miliardi di dollari nel 2021. In prospettiva, alcuni esperti prevedono che il mercato raggiungerà il valore di 340 miliardi di dollari entro il 2027.
Gli stampi occupano una posizione chiave nella catena di fornitura industriale, collegando lo sviluppo del prodotto alla produzione.
La sua corretta implementazione determina la produzione affidabile ed economica dei prodotti, che rappresenta un fattore di crescita fondamentale per un’economia manifatturiera
”.
Bob Williamson ha illustrato che oltre il 60% del costo effettivo di qualsiasi prodotto fabbricato è direttamente collegato all’attrezzatura selezionata per il processo di fabbricazione. “Le attrezzature non sono un prodotto standard, ma piuttosto un requisito altamente soggettivo e personalizzato per ottimizzare l’efficienza di produzione.
Le aziende produttrici di stampi occupano una posizione di fiducia. Un’efficace progettazione e produzione di stampi richiede la piena divulgazione del progetto e della proprietà intellettuale associata al prodotto da realizzare.
Una volta prodotto lo stampo, lo stampista ha piena conoscenza dei livelli di efficienza produttiva dei prodotti realizzati con le attrezzature fornite
”.
Negli ultimi quarant’anni, la Cina ha creato un’industria degli stampi altamente preparata, ottenendo contemporaneamente informazioni avanzate sul design dei prodotti e i relativi livelli di efficienza produttiva dalla sua base di clienti in tutto il mondo.
Nello stesso periodo la Cina ha sistematicamente creato una grande economia manifatturiera, utilizzando il suo affermato “settore degli stampi” per fornire attrezzature più efficienti alla propria industria, superando i concorrenti internazionali. “Il mantenimento e lo sviluppo continuo del settore dell’industria degli stampi ha un impatto positivo di sviluppo esponenziale sull’economia manifatturiera di un paese. L’abbandono o il declino del settore degli stampi ha un impatto esponenzialmente negativo sull’economia manifatturiera e può portare alla deindustrializzazione”, ha concluso Williamson.

Il ruolo della città di Milano per la crescita dell’industria manifatturiera

Mauro Orso, Presidente della Commissione Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro del Comune di Milano, ha spiegato come le istituzioni locali possono contribuire alla crescita dell’industria manifatturiera. “Qual è il ruolo che una città può avere per la propria manifattura? Oltre a prevedere degli sgravi fiscali in modo da attrarre il più possibile l’industria all’interno del polo della produzione cittadina, dobbiamo pensare che ora l’industria mette al primo posto il lavoratore e noi a Milano stiamo continuando a finanziare tutte le attività di supporto ai lavoratori nelle industrie”, ha sottolineato Orso. “Inoltre le istituzioni locali possono facilitare il tessuto di connessione (strade, autostrade, aeroporti e indotti di comunicazione) per facilitare al meglio il trasporto delle merci”.
Attualmente il Comune di Milano sta lavorando su quattro punti in particolare: conoscenza, formazione, innovazione e circolarità.
La formazione è importantissima. Stiamo investendo molto nell’alta specializzazione e stiamo mettendo in contatto le industrie con gli stakeholder della formazione e dell’alta formazione.
Poi abbiamo la circolarità. L’industria manifatturiera ha funzionato per 200 anni in modo lineare, mentre ora ci ritroviamo con una nuova conoscenza, quella che i materiali possono essere riutilizzati più volte; anche solo far conoscere questa tipo di economia circolare è importante.
Un altro aspetto rilevante per cui la città di Milano si impegna molto è la parte di comunicazione, quindi tutta la gestione dei social media. Insegniamo alle aziende come comunicare al meglio; a prescindere dai prodotti che si producono oggi, c’è la necessità di essere presenti all’interno del mercato della comunicazione. La comunicazione non è solo informare quanto è bello e funzionale un prodotto, ma far vedere come funziona l’azienda, che valore, quanta energia e quanta passione c’è dietro un macchinario. Tramite gesti di comunicazioni fatti ad hoc e implementati nel migliore dei modi attraverso i social media è possibile infondere valore a qualsiasi prodotto
”, ha concluso Orso.

La metalmeccanica è il motore dell’economia italiana

Il punto di vista degli industriali è stato portato da Stefano Franchi, Direttore Generale Federmeccanica. “L’industria metalmeccanica è il motore dell’economia italiana: rappresenta l’8,5% del PIL del nostro Paese e il 50% del valore aggiunto della manifattura.
È importante sottolineare che il 50% dell’export Made in Italy (circa 300 miliardi di euro) viene dalla metalmeccanica.
Il nostro settore non è un mondo, ma un universo costituito da sette divisioni, quaranta gruppi e alcune centinaia di categorie di prodotti.
All’interno del settore troviamo 110.000 imprese: circa il 90% con meno di 50 addetti, 74% con meno di 10.
Un anello di valore all’interno della filiera metalmeccanica è proprio il settore della costruzione stampi, con 1.760 imprese (1,6% rispetto al settore metalmeccanico), 21.982 addetti (1,3% rispetto al settore metalmeccanico)
”, ha spiegato Franchi.
Com’è noto, tra il 2020 e il 2022 le imprese manifatturiere hanno passato un periodo molto turbolento: scarsità e aumento dei costi delle materie prime, incremento dei costi e aumento dei prezzi dei prodotti energetici. Nel quarto trimestre 2022, il 64% delle imprese italiane ha dichiarato una riduzione del margine operativo lordo. “Nonostante le difficoltà che incontrano le imprese, il 70% pianifica investimenti: il 19% in ricerca & sviluppo; il 25% in nuove tecnologie e innovazione; il 32% in capitale fisico (macchinari, capannoni); il 21% in formazione; il 3% in altro”, ha illustrato Franchi.
Come emerso spesso durante il convegno, una problematica costante per le industrie è legata alla mancanza di personale qualificato: il 71% delle imprese incontra questa difficoltà. “È un annoso problema che ci portiamo dietro da ormai troppi anni”, ha sostenuto Franchi. “Per fare meglio e per fare cose nuove, serve spostare sempre più il concetto di “manodopera” da lasciare alle macchine, verso il concetto di “testadopera” che solo noi umani possiamo svolgere. In sostanza, affrancarci dai lavori ripetitivi, per concentrarci sugli aspetti più nobili e creativi. Per raggiungere questo obiettivo, le scuole con i loro programmi vanno indirizzate verso la generazione di abilità creative e di capacità cognitive.
È necessario inoltre concorrere a creare una nuova generazione di imprenditori e lavoratori capaci di consolidare l’attitudine all’innovazione nelle aziende di domani. Inoltre si deve educare all’imprenditorialità. Questo non significa che tutti debbano o possano diventare imprenditori, ma vuol dire dare a ciascuno la possibilità di manifestare abilità che consentano di svolgere qualsiasi lavoro in maniera creativa, sentendosi protagonista e parte integrante di una comunità manifatturiera orientata allo sviluppo
”.

L’industria manifatturiera del futuro
L’European Tooling Forum, organizzato da ISTMA World, European Tooling Platform e UCISAP, si è tenuto lo scorso 28 marzo presso il Palazzo delle Stelline a Milano.
L’industria manifatturiera del futuro
Un momento dell’European Tooling Forum.
0 Condivisioni