Rusal propone lo sdoppiamento delle attività industriali

L’operazione allo studio vedrà Rusal cambiare il proprio nome in AL+ e concentrarsi sull’alluminio a maggior valore aggiunto e a bassa impronta di carbonio, mentre una Newco ancora senza nome si concentrerà sullo sviluppo della crescita nel mercato interno russo e potenzialmente in Cina e nei paesi emergenti

Importanti novità in arrivo per Rusal, il maggior produttore di alluminio al di fuori della Cina, di proprietà al 57% di EN+, il gruppo idroelettrico-metallurgico quotato a Londra. Il Gruppo ha infatti deciso di sdoppiare le sue attività produttive di raffinazione e smelting sulla base e in funzione dell’impronta di CO2. In base a questa proposta di trasformazione comunicata nei giorni scorsi, Rusal ha intenzione di cambiare il suo nome in AL+, disporrà degli impianti più moderni del gruppo per concentrarsi sul mercato in rapida crescita dell’alluminio “verde” e a maggior valore aggiunto, manterrà le attività minerarie a monte della catena produttiva del metallo leggero e la quota di quasi il 28% nel gruppo metallurgico Norilsk Nickel. Gli altri smelter, insieme alle quattro raffinerie di allumina e a due miniere di bauxite, la materia prima necessaria per produrre allumina e infine alluminio, saranno controllati da una Newco, per il momento ancora senza denominazione, che si concentrerà sui mercati principali come la Russia, la Cina e i mercati emergenti dove la domanda di alluminio sostenibile è in costante aumento. Sia la nuova società che Rusal (AL+) daranno priorità alle loro strategie di sviluppo in modo da concentrarsi sul nuovo ambiente e sulle sfide che le aziende di tutto il mondo stanno affrontando. La nuova società avrà anche la possibilità di essere all’avanguardia nello sviluppo di soluzioni eco-sostenibili per i suoi clienti, grazie alla sua tecnologia di smelting con anodi inerti. La scissione della nuova società dà un chiaro segnale al mercato per l’ulteriore sviluppo e la crescita del consumo e del riciclaggio nel mercato nazionale. Secondo il Chairman di Rusal Bernard Zonneveld, con questa separazione delle attività, che dovrebbe essere completata nel giro di 12-18 mesi, sia la Newco sia Rusal (AL+) daranno la priorità alle loro strategie di sviluppo in modo da concentrarsi sul nuovo scenario competitivo, seguendo percorsi differenti per le nuove, moderne attività come Taishet e Boguchansk, che rientrano in AL+, e per gli smelter come Bratsk e Novokuznetsk, che sono un po’ più datate e faranno parte della Newco. L’obiettivo è di modernizzare le unità produttive della Newco, sostituendo la loro vecchia tecnologia Soderberg con celle di produzione di ultima generazione, più efficienti e in grado di contribuire a ridurre l’impronta di carbonio degli impianti. In ogni caso, l’impronta di carbonio della Newco rimarrà competitiva rispetto alla media mondiale del settore. Da parte sua, AL+ potrà concentrarsi pienamente sul programma di ammodernamento previsto, che risponde alle esigenze del mercato di alluminio sempre più ecosostenibile. Come noto, e a più riprese riportato dalla nostra rivista, Rusal sta lavorando da qualche tempo alla messa a punto di tecnologie innovative per la produzione industriale di alluminio primario con un obiettivo d’impronta di carbonio pari a zero. Un percorso perseguito anche da molti altri grandi produttori come Alcoa, Rio Tinto, Hydro. Allo scopo, in Rusal è stata studiata la sostituzione degli anodi in carbonio delle celle elettrolitiche con anodi inerti, che rilasciano ossigeno anziché CO2.
Come ci ha confermato Steve Hodgson, Rusal Sales and Marketing Director, come parte di un programma di modernizzazione ambientale a lungo termine, la Newco sostituirà la maggior parte delle sue attuali potline con nuove linee che utilizzano la più aggiornata tecnologia di smelting con preriscaldo RA-550. Il Gruppo intende sostituire la metà delle attrezzature elettrolitiche degli smelter Bratsk, Irkutsk, Krasnoyarsk e Novokuznetsk con impianti moderni. L’intervento di modernizzazione interesserà impianti che producono più di 1,4 milioni di tonnellate di alluminio (35% della produzione totale di UC Rusal). Come risultato, il consumo di elettricità diminuirà del 16,5%, le emissioni di fluoruro del -73% e di benzopirene del -100%.
Lo smelter di Krasnoyarsk è in attesa di una trasformazione ambientale radicale. Metà dell’impianto sarà ricostruito. Il programma inizierà quest’anno e sarà completato, secondo il progetto, nel 2030. Il volume degli investimenti è stimato in svariati miliardi di dollari, e la Società è pronta a farvi fronte con risorse proprie. La realizzazione di questo programma su larga scala per quattro città siberiane creerà più di diecimila posti di lavoro aggiuntivi nelle imprese coinvolte, circa 7200 nuovi posti di lavoro per la produzione di attrezzature adeguate e altri 1200 posti di lavoro in nuove fabbriche che produrranno gli anodi necessari alla produzione di alluminio. Il programma stesso migliorerà la situazione ambientale nelle città dove Rusal opera e cambierà la qualità della vita nelle aree interessate. Greg Barker, ex ministro britannico dell’energia e dei cambiamenti climatici, presidente esecutivo di EN+ e nominato presidente ad interim della nuova società, ha precisato infine che AL+ sarà quotata alla borsa di Mosca e che le azioni saranno proporzionalmente distribuite tra gli investitori di Rusal. Ha inoltre confermato che il piano di separazione (demerging) era stato deciso a seguito di una revisione strategica lanciata a inizio anno, quando EN+ aveva annunciato il programma di riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 35% entro il 2030, per raggiungere il livello zero entro il 2050. Lord Gregory Barker, ex ministro britannico dell’energia e dei cambiamenti climatici, Presidente esecutivo di EN+ e nominato presidente ad interim della nuova società, ha precisato infine che AL+ sarà quotata alla borsa di Mosca e che le azioni saranno proporzionalmente distribuite tra gli investitori di Rusal. Ha inoltre confermato che il piano di divisione (demerging) era stato deciso a seguito di una revisione strategica lanciata a inizio anno, quando EN+ aveva annunciato il programma di riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 35% entro il 2030, per raggiungere il livello zero entro il 2050.