L’industria riparte dopo la pandemia e non trova alluminio da trasformare

Il metallo leggero scarseggia in tutta Europa e le quotazioni sono ai massimi livelli degli ultimi anni. Gerhard Anger, amministratore delegato di Alu-met, tra i maggiori produttori europei di alluminio secondario, analizza le cause di una situazione che penalizza soprattutto i produttori di estrusi.

L’austriaca Alu-met è uno dei maggiori remelter indipendenti europei e con i suoi due stabilimenti dislocati a Schlins (vicino a Bludenz, Austria) e a Nachrodt (nei pressi di Dortmund, in Nordrhein-Westfalen), è strategicamente posizionata nel cuore del downstream europeo dell’alluminio, con un mercato di riferimento che comprende Germania, Italia, Austria, Svizzera, Francia e non solo. Alu-met offre quindi un punto d’osservazione privilegiato per analizzare l’attuale situazione del mercato europeo dell’alluminio, caratterizzata da un forte aumento della domanda e dalla difficoltà di reperire metallo sul mercato. Ciò sta provocando una notevole dilatazione dei termini di consegna e sta influenzando significativamente l’andamento dei prezzi del metallo, con quotazioni LME e premi su billette e pani per fonderia ai massimi degli ultimi anni. Una situazione che ha colto di sorpresa l’intero comparto delle lavorazioni a valle e che approfondiamo con il dr. Gerhard Anger, amministratore delegato di Alu-met. “Il mercato è molto caldo in questo periodo”, spiega Gerhard Anger, “ed è difficile capire fino in fondo perché tutti siano oggi alla ricerca di billette. Gli operatori sono quasi nel panico anche per l’alto valore dei premi sulle billette e per l’apparente scarsità di offerta di metallo di qualità. La situazione attuale è in parte collegata alla ripartenza delle produzioni dopo la ‘pausa’ imposta dalla pandemia di Covid-19. Molte aziende avevano infatti ridotto sensibilmente gli stock e si sono trovate impreparate ai rimbalzi di prezzo causati dall’impennata delle quotazioni delle materie prime. Si è poi aggiunto lo stop alle importazioni di semilavorati dalla Cina. Da un giorno all’altro, sono venute a mancare più di 500.000 tonnellate di semilavorati cinesi, tra estrusi e laminati. In aggiunta gli incentivi statali nei vari paesi hanno ridato fiato a settori strategici come il building o il solare. Un altro fattore da considerare è la ripartenza del settore automotive, trainante per i consumi di alluminio, con la grandissima pressione verso la produzione di auto elettriche, note per il maggiore impiego di metallo leggero rispetto alle motorizzazioni a combustione. Non sappiamo quanto durerà questa inaspettata situazione. I termini di consegna si sono allungati. Tra le aziende del downstream si è diffusa la percezione che non ci sia alluminio sufficiente sul mercato. Specialmente in Italia, dove tutte le aziende trasformatrici cercano insistentemente metallo”.

Può descrivere l’attività di Alu-met?

“Alu-met GmbH è un remelter specializzato nella rifusione di rottami interni, rottami dei nostri clienti (rottami pre-consumo) e rottami post-consumo, dai quali ricaviamo billette da estrusione in leghe d’alluminio. Alu-met è uno dei maggiori produttori indipendenti di billette in Europa, in particolare in leghe della serie 6000, sicuramente le più utilizzate per produrre estrusi. Utilizziamo una buona percentuale di rottami post-consumo e scarti di lavorazione ritirati dai nostri clienti, provenienti esclusivamente dai paesi europei. La certificazione ASI garantisce il nostro ciclo produttivo e le nostre fonti di approvvigionamento. Produciamo circa 150.000 tonnellate di billette l’anno, ma abbiamo progetti per ampliamenti futuri della capacità produttiva. Alu-met occupa ora oltre 130 addetti impiegati nei nostri due stabilimenti e nella sede centrale. Esportiamo circa il 70% della nostra produzione. Il fatturato, ovviamente influenzato dal prezzo dell’alluminio, si aggira tra i 200 e i 250 milioni di euro l’anno”.

Quali leghe producete e in quali diametri?

“Le nostre leghe principali sono tutte della serie 6000, in particolare 6060, 6063, 6005 e 6082, con alcune varianti. Sono le leghe di base per l’estrusione di profilati in alluminio. Per quanto riguarda le dimensioni, offriamo la gamma completa dei diametri standard, da 178 mm (7”) fino a 305 mm (12”)”.

Che cosa contraddistingue la vostra azienda tra i fornitori di alluminio secondario?

“Alu-met, con 150.000 tonnellate di produzione, è il maggior produttore indipendente di billette per estrusione nell’Europa occidentale. Indipendente significa non controllare aziende trasformatrici o impianti con produzione di estrusi e non possedere uno smelter primarista come fornitore principale dell’alluminio. La posizione geografica dei nostri due stabilimenti è strategica e ci consente di servire in tempi rapidi e con costi di trasporto contenuti, quasi tutti i principali estrusori in Nord Italia, Austria, Germania, Svizzera, Francia, Benelux e Danimarca”.

L’alluminio secondario è un materiale chiave per la transizione ecologica e la lotta ai cambiamenti climatici. Come si collocano i vostri prodotti?

“Il nostro stabilimento di Schlins in Germania, la Speedline Aluminium Gießerei GmbH, è certificato secondo le norme EN ISO 9001, EN ISO 50.001, EN ISO 14001, EN ISO 45001. Aluminium Nachrodt GmbH in Austria è certificato secondo le norme EN ISO 9001, EN ISO 50.001, EN ISO 14001. Per entrambi gli stabilimenti è in arrivo anche la certificazione ISO TS 16949, prevista per la fine di quest’anno 2021. Riguardo le prestazioni ambientali dei nostri prodotti, l’ultima revisione della Dichiarazione ambientale di prodotto (Environmental Product Declaration – EPD) certifica un’impronta di carbonio di 1,9 tonnellate di CO2 per tonnellata di billette prodotte (‘Cradle to gate’). Un risultato nettamente migliore della media dei remelter europei, pari a 6 tonnellate di CO2 per tonnellata di alluminio prodotto”.