Le PMI al centro delle nuove strategie industriali dell’Unione Europea, con il metallo leggero in prima fila

a cura di Mario Conserva

Da anni sosteniamo che le piccole e medie imprese rappresentano, specialmente per il vecchio continente, il terreno di sfida per il futuro. E’ quindi per noi una bella notizia la scelta dell’Unione Europea di mettere al centro del nuovo piano di sviluppo industriale, sostenibile e digitalizzato, proprio le PMI, questa moltitudine differenziata di imprese cui chiediamo veramente tanto: mantenere alto il livello di attività e creatività, con tutte le incertezze della dimensione imprenditoriale; essere competitive e resistere alla crescente concorrenza internazionale, dura e spesso senza regole; essere flessibili e sapersi adattare alle repentine mutevolezze dello scenario internazionale; partecipare al pari delle grandi multinazionali alla lotta ai cambiamenti climatici e alle ambiziose politiche ambientali dell’UE per un’economia a emissioni zero; farsi carico degli ingenti costi della digitalizzazione per rimanere leader nel contesto dell’industria 4.0.

E’ una sfida che ha tanti fronti ed avversari molto agguerriti, difficile poterla affrontare senza adeguate strategie, opportuna quanto mai quella dell’UE, tanto più nel mezzo della tempesta Covid-19, cui dedichiamo largo spazio in questo numero della rivista. Chiare le linee di percorso indicate dall’UE: aumentare gli investimenti in ricerca, innovazione, implementazione e infrastrutture aggiornate. Tutto ciò è nella linea di sviluppare nuovi processi produttivi e creare posti di lavoro nel processo.
Dal punto di vista della catena dell’alluminio, c’è la convinzione che questo sistema industriale deve diventare più forte nello spirito di un’economia circolare rispettosa dell’ambiente, avendo come pilastri l’approvvigionamento sicuro di energia e di materie prime non inquinanti e a condizioni competitive. Abbiamo sostenuto queste posizioni continuamente negli ultimi vent’anni e oggi abbiamo la soddisfazione di vedere al centro dell’agenda le PMI, un crogiolo di imprese che non hanno, e forse non vogliono, troppa visibilità, ma senza le quali non c’è crescita né posti di lavoro. Condividiamo il piano ambizioso dell’UE con l’orgoglio di aver da sempre preso le parti, nel caso della filiera dell’alluminio, di questo segmento troppo spesso silenzioso e non rappresentato. Ci auguriamo ora che seguano i fatti, liberiamo le energie e la vitalità delle PMI dell’alluminio senza i vecchi vincoli di pregiudizi, furbizie di parte e piccole manovre di palazzo. E continuiamo a sostenere con forza il principio del metallo low-carbon, che può significare tanto anche per il downstream, in un’Unione Europea che dopo aver perso tante posizioni nel segmento, dovrebbe privilegiare l’approvvigionamento di un metallo primario a bassa impronta di carbonio e sostenere con decisione il segmento produttivo del virtuoso metallo da riciclo.