Imballaggio d’alluminio, un convegno che è quasi tradizione

Organizzato dall’Istituto Italiano Imballaggio, il convegno ha affrontato i temi caldi del settore con il contributo di accademici, Associazioni e aziende della filiera degli imballaggi in alluminio

di Giuseppe Giordano

Il successo di un convegno tecnico si misura con il ripetersi dell’evento. Se l’incontro diventa ricorrente e ogni anno cresce e si diversifica la partecipazione, significa che i temi trattati hanno un riscontro nella vita delle aziende. Memorie presentate e dibattito non sono solo parole ma studio, approfondimento e voglia di conoscere i diversi aspetti multidisciplinari offerti dall’analisi del rapporto complesso che caratterizza imballaggi e contenuto. Il convegno “Imballaggio d’alluminio” che si è tenuto il 13 febbraio 2019 a Firenze appartiene a questa categoria di eventi specialistici. E’ la terza volta che l’Istituto Italiano Imballaggio promuove questa manifestazione, sempre alla metà dell’inverno e nel capoluogo toscano. E per la terza volta il convegno è stato guidato dalla competenza e dall’entusiasmo di Ciro Sinagra, direttore R&D di Laminazione Sottile e vice presidente dell’Istituto.
Il dottor Sinagra è oggi un punto di riferimento degli studi sul packaging di alluminio. La sua attività è divenuta anche la cerniera tra industria, università ed Autorità sanitarie, accoppiando rigore scientifico a una piacevole bonomia e spontaneità napoletana.
Le dieci memorie presentate hanno toccato temi diversi, dalle normative ai test di controllo qualità, ai dati di mercato e all’andamento negli ultimi anni dei diversi sub settori del packaging in alluminio, quali l’imballaggio rigido, semirigido e flessibile. I relatori provenivano dal settore dei produttori di chiusure, bombole e tubetti, dalla produzione di laminati e converter nonché da associazioni di categoria e dall’accademia.
La relazione iniziale di Barbara Iascone dell’Istituto Italiano Imballaggio ha presentato i dati di settore che sono presenti nel rapporto “Imballaggio in cifre -2017”. La sintesi del documento (che può essere richiesto all’Istituto) è riportata nella figura 1.
Riportare i riassunti di tutte le memorie non è l‘obiettivo di questo articolo, che si concentra solo su quelle presentazioni che contengono un messaggio di novità e di maggiore impegno per l’industria dell’alluminio, per un maggior stimolo all’approfondimento.
Questo aspetto si ritrova nella memoria di notevole interesse che è stata presentata da Maurizio Fancinelli di Pelliconi Spa, produttore di chiusure con una lunga storia di eccellenza. L’azienda produce tappi corona dal 1939 e a seguito di una crescita costante e di un’attenta diversificazione è oggi tra i leader mondiali di settore con una presenza produttiva e commerciale in diversi continenti. Le gamme dei prodotti Pelliconi che affiancano il tradizionale tappo corona in acciaio sono chiusure pilfer proof, chiusure flessibili e chiusure a strappo che si aprono senza l’uso di utensili. Le due ultime classi citate si basano sull’uso di laminati in leghe Al-Mn e Al-Mg. Per esempio, la chiusura a strappo Pelliconi MaxiP-26, alternativa ai classici tappi corona da 26 mm, è ricavata da fogli di alluminio in lega 5052, spessore 210µm, nello stato fisico extra crudo H39.
Pelliconi fa parte di quel gruppo numeroso d’imprese emiliane che hanno dato origine alla cosiddetta “Packaging Valley”. Il fatturato generato dalla vendita di macchine di confezionamento, tappatrici, macchine super veloci per imballare tabacco, cioccolato e farmaci rappresenta una quota significativa del PIL nazionale, ma soprattutto il comparto persegue l’obiettivo di essere sempre nel gruppo di testa nella leadership tecnologica a livello mondiale.

L’alluminio e il contatto con gli alimenti
Raffaella Bonacina di Carcano Antonio Spa ha sintetizzato dati e caratteristiche dell’alluminio partendo dal peso del comparto packaging nei consumi europei di alluminio (circa il 17% di 14 milioni di tonnellate/anno). All’interno di questi valori, la produzione di foglio è stimata in circa 850.000 ton/anno, pari a circa il 35% della quota alluminio. La presentazione è proseguita con una completa analisi delle diverse applicazioni del foglio, dal foil sottilissimo presente nei poliaccoppiati per latte e succhi di frutta al foglio semi sottile per coperchi e vaschette. Nella seconda parte della presentazione ha approfondito le normative e le leggi che riguardano il contatto tra foglio e sostanze alimentari.
Giampaolo Barbarossa, Segretario Generale di AITAL – Associazione Italiana Trattamenti superficiali Alluminio, ha presentato un aspetto dell’alluminio non usuale per il packaging, vale a dire l’anodizzabilità. Se nella prima parte della sua presentazione Barbarossa ha voluto riportare i risultati delle prove dell’Istituto Superiore di Sanità su caffettiere e altri oggetti da cucina, nella seconda parte ha esposto le principali norme tecniche sull’alluminio anodizzato e in particolare quelle che possono interessare il contatto tra ossido anodico (fissato sia a caldo sia a freddo) e alimenti. L’anodizzazione e la possibile coloritura per impregnazione o per elettro-colore non sono trattamenti superficiali tipici di oggetti o macchinari a contatto con alimenti. Esiste però la possibilità per i designer di utilizzare la versatilità dell’ossido anodico per oggetti che possono entrare in contatto con alimenti. In questo caso valgono i criteri progettuali, tipici del packaging, per garantire l’interazione controllata tra metallo e alimento.

Spettrografia innovativa per l’analisi  delle superfici d’alluminio
Ciro Sinagra non si è limitato al ruolo di chairman del convegno, ma ha presentato anche un’interessante memoria scientifica che descrive una nuova tecnica d’indagine per la determinazione accurata della composizione chimica della superficie. La tecnica si chiama GD-OES -Fast (GD) Pulsed RF Plasma Source ed è la combinazione della scarica al plasma (Glow Discharge) con l’analisi mediante spettroscopia a emissione ottica (Optical Emission Spectropy). Il metodo GD-OES fornisce rapidamente il profilo della superficie e la composizione chimica elementare di materiali solidi, sia della massa complessiva del campione sia secondo strati sottili in funzione della profondità. Il plasma a bassa pressione e alta densità fornisce infatti uno sputtering veloce (diversi nm/s) e uniforme di materiali solidi. Un’attrezzatura di questo tipo è stata da poco installata presso i laboratori di Laminazione Sottile. Se saranno confermate le più che promettenti prospettive, ci si troverà di fronte ai risultati oggi neppure pensabili di una tecnica d’indagine rivoluzionaria che consentirà di spiegare meglio i comportamenti della superficie del metallo nel confronto, ad esempio, degli adesivi o delle lacche termosaldanti, oltre a definire meglio le reazioni che possono avvenire nel contatto tra metallo e alimenti.
Un esempio interessante è stato descritto da Sinagra (figura 2). La superficie di un foglio in lega 8079 è stata analizzata con la nuova tecnica, dimostrando che una parte del magnesio della lega si è trasferita in superficie. Il contatto iniziale, ad esempio con un liquido (compresa l’umidità dell’ambiente) avviene in questo caso non con uno strato di ossido di alluminio, ma di ossido di magnesio, notoriamente più sensibile all’umidità e perciò più soggetto a variazioni di volume che possono influenzare l’adesione del foglio con un altro materiale, una situazione tipica di un foglio d’alluminio che svolga la funzione di chiusura ermetica di un contenitore di plastica.
Come detto in premessa, il convegno fiorentino è stato un successo non inferiore alle prime due edizioni. Tuttavia, può essere rilevata una lacuna, non imputabile agli organizzatori ma, in generale, all’industria dell’alluminio. Manca la ricerca metallurgica: l’innovazione di prodotto non coinvolge quasi mai gli aspetti tecnologici del metallo. I cans si producono da circa sessant’anni sempre con la stessa lega e così pure vaschette e contenitori, sempre legati alla stessa composizione e allo stesso stato fisico. Negli anni futuri in cui l’alluminio consoliderà la sua posizione nell’automotive anche attraverso lo sviluppo di leghe da trattamento termico dotate di caratteristiche migliorate, c’è da sperare in una contaminazione positiva tra i comparti industriali che possa portare un miglioramento dei materiali di base in un settore quale il packaging, tra i più attenti all’innovazione sostenibile.