Il piano del governo italiano per l’Industria 4.0

I risultati dopo un anno dal varo del progetto coordinato dal Ministero dello Sviluppo Economico MISE che ha indicato le linee d’azione e gli strumenti per realizzare nell’arco di quattro anni l’obiettivo di un’industria innovativa, sostenibile e interconnessa

di Enrico Di Amario

L’industria del futuro dovrà essere innovativa, sostenibile e interconnessa, capace di integrare i risultati dei progressi scientifici all’interno di nuovi prodotti e servizi, di trasformare i vincoli ambientali in opportunità e di valorizzare il potenziale di sviluppo legato alle ICT – Information & Communications Technology. La fabbrica, all’indomani della quarta rivoluzione industriale, dovrà presentarsi come un’organizzazione flessibile, senza sprechi, con produzioni just in time che forniscano i quantitativi desiderati in tempi di consegna contenuti, fondata su un continuo processo di apprendimento collaborativo in cui le risorse umane suggeriscano “dal basso” quei miglioramenti che, se realmente efficaci, verranno adottati in tempi brevi. L’obiettivo è poter offrire una produttività industriale intelligente, chiave di volta per la trasformazione digitale basata sull’integrazione tra le diverse fasi operative; è realizzare un’azienda connessa – non più solo una fabbrica – capace di utilizzare gli strumenti di IoT – Internet of Things e tutte le potenzialità degli “analytics” combinando la forza dell’automazione con la potenza dell’immaginazione e della creatività dei singoli.

Il piano nazionale italiano Impresa 4.0
Partendo da questi presupposti oltre un anno fa il governo italiano ha varato il Piano Nazionale Impresa 4.0, che definisce le linee d’azione e mette in campo gli strumenti adeguati a raggiungere un obiettivo. Il Piano ha un orizzonte temporale di quattro anni (2017-2020) e un approccio innovativo, con interventi orizzontali che puntano sulle tecnologie e stimolano l’innovazione delle imprese articolandosi su quattro pilastri:
• gli investimenti, il cui scopo è stimolare il potenziale innovativo delle imprese e l’adozione di tecnologie 4.0: super ammortamento, iper ammortamento, credito d’imposta R&S, Nuova Sabatini, etc.);
• le infrastrutture abilitanti, con il completamento del Piano Banda Ultra Larga e il presidio dei tavoli internazionali sugli standard di interoperabilità IoT;
• le competenze e la ricerca, con l’attuazione del Piano Nazionale Scuola Digitale, il rafforzamento del modello alternanza scuola-lavoro, l’ampliamento dell’offerta degli Istituti Tecnici, l’attivazione di corsi universitari, master e dottorati, tutto con un focus sui temi 4.0, senza contare la creazione della rete Digital Innovation Hub e i Competence Center chiamati a operare come cinghie di trasmissione tra il mondo della ricerca e quello dell’industria;
• l’awareness e la governance, con una forte sensibilizzazione e diffusione della “cultura 4.0” e la creazione di una cabina di regia che monitori l’attuazione del Piano, coordinata dal MiSE, dal MIUR e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e partecipata da ministeri, università, Cassa Depositi e Prestiti, CNR, Confindustria, Rete Imprese Italia e organizzazioni sindacali.

I risultati dopo un anno
Ad oltre un anno dall’introduzione del Piano Impresa 4.0, il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha inteso condividere con gli imprenditori il bilancio di questa iniziativa e presentare le misure varate per il 2018. Nel suo comunicato ha messo in rilievo come nel 2017 le imprese che hanno investito in ricerca e sviluppo siano più che raddoppiate (+104%) rispetto al 2016 e come la crescita degli ordinativi interni dei beni 4.0, incentivati da super e iper ammortamento e dalla Nuova Sabatini, abbia segnato +11%. E, presentando altri dati definiti assolutamente incoraggianti, ha ricordato che il Fondo di Garanzia per le PMI ha garantito 17,5 miliardi di crediti aggiuntivi, che i Contratti di Sviluppo hanno attivato 4 miliardi di investimenti creando o salvaguardando 58.000 posti di lavoro e che l’export italiano, cresciuto dell’8%, ha ottenuto una performance migliore di quello di Francia e Germania.

Le misure di consolidamento per il 2018
Per consolidare questo processo – ha concluso Carlo Calenda – il Piano Impresa 4.0 nel 2018 prevede, una serie di misure, tra cui ricordiamo in particolare:
• il rifinanziamento pari a 7,8 miliardi e la proroga dei termini dell’iper ammortamento con aliquota al 250% fino al 31 dicembre 2019 (previo ordine e acconto entro il 31 dicembre 2018) e dei termini del super ammortamento con aliquota al 130% al 30 giugno 2019 (previo ordine e acconto entro il 31 dicembre 2018);
• la Nuova Sabatini per 330 milioni;
• lo stanziamento di 823 milioni di euro per il 2018 del Fondo di Garanzia che consentirà l’accesso delle PMI a circa 20 miliardi di credito aggiuntivo;
• l’istituzione del Fondo per il Capitale Immateriale con una dotazione di 255 milioni per finanziare progetti di ricerca e innovazione;
• le azioni per il capitale umano e le competenze: credito di imposta al 40% per le aziende che investono in formazione dei lavoratori sulle tecnologie 4.0 con una stima di 250 milioni di incentivi; 95 milioni per raddoppiare nel triennio il numero attuale di studenti degli Istituti tecnici superiori.
Il Piano Impresa 4.0 del 2018 ammonta, in totale, a 9,8 miliardi di euro di risorse, senza comprendere le misure pluriennali, come il credito d’imposta in Ricerca e Sviluppo valido fino al 2020 e le agevolazioni strutturali per le start-up.