I dazi e le sanzioni Usa travolgono il mercato dei metalli

Le tariffe e le nuove sanzioni americane contro la Russia avranno ripercussioni imprevedibili sull’industria mondiale dell’alluminio

di Roberto Guccione

Dazio e sanzioni per distogliere l’attenzione da altri problemi
Il dazio di Trump sull’alluminio è una misura negativa per tutti, che non inciderà più di tanto sul problema vero che è la sovracapacità cinese di metallo. La Cina non troverà troppe difficoltà a piazzare altrove il suo surplus produttivo ed avrà tutto il tempo per mettere in pista ritorsioni contrarie e non sarà poi neanche tanto difficile, basta ricordare che la Cina è il maggiore detentore mondiale del debito del Tesoro Usa. In compenso si rischia una guerra commerciale senza precedenti, tornando indietro di molti decenni.

Il pragmatismo di Centroal
Centroal, il Centro italiano alluminio, è fortemente contrario alla decisione degli Stati Uniti di imporre dazi sulle importazioni di alluminio. Secondo il presidente Mauro Cibaldi, il provvedimento avrà un forte impatto negativo sull’industria europea e nazionale sia direttamente, per il limite posto alle esportazioni verso gli Stati Uniti, sia indirettamente per le diversioni degli attuali flussi commerciali che, anziché dirigersi verso gli USA, giungerebbero in Europa.

Le proteste del downstream Usa
I dazi sono un’arma a doppio taglio e molto rischiosa: anche negli Stati Uniti i nuovi dazi sull’alluminio introdotti da Trump suscitano un’ondata di proteste, massimo allarme per oltre due milioni di lavoratori che operano nelle lavorazioni e negli impieghi a valle di alluminio, come i contenitori di bevande, le costruzioni, l’automotive. Esultano, per il momento, i produttori di alluminio primario, ma senza nascondere l’incertezza del futuro. Alcoa, in una nota, ha sottolineato la “notevole incertezza nella supply chain”, che complica gli scenari sul mercato. A livello globale (dunque Cina compresa) il gruppo americano si aspetta ora un deficit di alluminio tra 600.000 e un milione di tonnellate nel 2018, in aumento rispetto alle 300-700mila tonnellate che aveva previsto tre mesi fa.

Dopo i dazi, le sanzioni alla Russia
Gli addetti ai lavori sono sconcertati dalle sanzioni USA contro UC Rusal, uno tsunami che secondo Jorge Vazquez, il managing director di Harbor, uno dei più seguiti analisti al mondo per l’alluminio. Le sanzioni degli Stati Uniti contro Rusal potrebbero cancellare dal mercato oltre il 13% della produzione mondiale di primario (escludendo l’output cinese), con imprevedibili ripercussioni sul mercato reale. Il grande dilemma è: c’è dietro un grande disegno strategico o un piccolo interesse di bottega elettorale? Difficile, al momento, dare una risposta. Intanto UC Rusal ha diffuso una nota dove si denunciano le pesanti conseguenze delle sanzioni di Trump; è un piccolo quadro di guerra che mette a rischio l’attività di uno tra i maggiori produttori di primario e che come previsto porta il caos nel mercato. Le difficoltà negli approvvigionamenti hanno già innescato la corsa dei prezzi. Per effetto delle sanzioni, l’alluminio di Rusal non può nemmeno più essere consegnato nei magazzini LME e al London Metal Exchange il prezzo dell’alluminio ha segnato il record degli ultimi sette anni.

Non dimentichiamo i dazi europei
Finalmente ci si accorge che con i dazi sulle materie prime si va fuori mercato quando dobbiamo importarle, come è il caso dell’alluminio primario. Secondo la Commissaria europea al Trading Cecilia Malmstroem le nuove misure tariffarie Usa su alluminio ed acciaio avranno un impatto negativo sulle relazioni transatlantiche e sui mercati globali. In più, faranno aumentare i costi e ridurranno le possibilità di scelta per le industrie che utilizzano acciaio e alluminio. Poiché sono ben noti sia il deficit di metallo primario in Europa sia la solida visione protezionistica dei produttori EU di primario, sarà bene ricordare ai sostenitori europei del dazio su un materiale che manca, che il mercato USA diventa ora più attraente per gli esportatori di alluminio primario, anche europei, esentati dal dazio. L’attuale equilibrio dei prezzi porterà inevitabilmente a reindirizzare il metallo dall’Europa al Nord America, aumentando così il deficit europeo di primario e di alcuni prodotti grezzi in alluminio.