Lavorare in sinergia, valorizzando le peculiarità delle singole imprese

A cura di Paolo Marzocchi, Vicepresidente FEDERTEC

L’industria europea può vantare una caratteristica unica, quella dei distretti industriali. In tutti i paesi vi sono infatti concentrazioni di aziende di varie dimensioni con competenze diversificate e complementari, in grado di lavorare proficuamente tra di loro producendo così quel potenziale di flessibilità e alto livello tecnologico apprezzati e ricercati in tutto il mondo.
La sfida del futuro, per rendere ancora più resiliente ed efficiente questo modello produttivo, dovrebbe incentrarsi sulla costruzione di legami più stretti non solo tra i protagonisti di questi cluster industriali, ma tra i cluster stessi e tra le organizzazioni che li rappresentano. Dobbiamo aver sempre presente che l’industria del nostro continente è fortemente dipendente da paesi extraeuropei per quanto riguarda l’approvvigionamento di molte materie prime essenziali per la produzione di prodotti tecnologici, così come per le risorse energetiche.
La situazione è resa ancora più complicata dalle decisioni prese dal Parlamento Europeo. Infatti il divieto di vendere autovetture con motori endotermici dal 2035 rischia probabilmente di mettere in seria difficoltà le realtà produttive dei nostri paesi, non solo perché non lascia i tempi tecnici per la riconversione dell’industria automobilistica mettendo a grave rischi milioni di posti di lavoro, ma anche perché l’adozione di queste tecnologie ci pone in una situazione di ancora maggior dipendenza da paesi extraeuropei, sia da un punto di vista energetico che di reperibilità delle materie prime. Inoltre la loro disponibilità è subordinata a fragili equilibri geopolitici, come purtroppo possiamo constatare. È stato proposto un piano per aumentare e riattivare attività estrattive nei nostri territori ma, anche se si riuscisse a raggiungere il risultato di una dipendenza minore dall’estero, i costi dei nostri prodotti subirebbero un notevole aumento. Infatti la presenza di questi materiali nei nostri paesi è molto più diluita e la loro estrazione risulta molto più costosa, anche a causa delle più stringenti regole in tema di regolamentazioni di carattere ambientale e di sicurezza del lavoro. Questo potrebbe mettere il comparto produttivo europeo nella impossibilità di produrre beni a un prezzo concorrenziale, né per il mercato interno né tantomeno per quello estero.
In momenti così difficili dovremmo cercare di esaltare i nostri punti di forza, le nostre unicità, consapevoli che l’industria e la tecnologia sono nate principalmente nel nostro continente, che il grande valore aggiunto della nostra produzione risiede nel potenziale del nostro ingegno.
È dunque necessario che i distretti industriali dei nostri paesi si stringano in collaborazioni sempre più strette e che siano messi nelle condizioni di poter lavorare in maggior sinergia in diverse direzioni: valorizzare le peculiarità delle singole imprese mettendole in contatto tra di loro, potenziare la formazione e lo scambio di competenza, lavorare per accrescere la consapevolezza nei giovani del livello di eccellenza della nostra industria e delle opportunità lavorative che essa offre. Questa è la direzione verso la quale dovrebbero tendere le organizzazioni che rappresentano le imprese dei nostri paesi, facendosi tramite per la realizzazione di un’alleanza in grado di fronteggiare le difficili battaglie che il futuro ci presenterà.