Il ruolo chiave dell’IIoT nella trasformazione digitale delle imprese

Nel 2020 il valore del mercato dell’IoT è stato pari a 6 miliardi di euro, in leggera flessione rispetto all’anno precedente; sono 93 milioni gli oggetti connessi. In crescita, invece, l’Industrial IoT: progetti attivi nel 68% delle grandi aziende, solo nel 29% fra le PMI, ma il gap sta diminuendo. Smart Factory (66%) e Smart Logistics (27%) figurano tra le applicazioni più diffuse, ma nascono progetti anche nel campo del PLM (Smart Lifecycle, 7%). Sono i risultati della ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School
of Management del Politecnico di Milano, presentata in Aprile.

Grafico 1
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Lo scorso 9 Aprile, nel corso di un convegno online dal titolo “L’Internet of Things alla prova dei fatti: il valore c’è, e si vede!”, sono stati presentati i risultati della ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano. L’emergenza Covid19 ha rallentato la crescita dell’Internet of Things, che negli ultimi anni era stata molto rapida, ma il mercato italiano ha retto l’urto della pandemia, segnando soltanto una flessione del 3%, in linea con l’andamento registrato nei principali paesi occidentali (che oscilla fra il -5% e il +8%), e attestandosi su un valore di 6 miliardi di euro. La spesa si divide equamente fra le applicazioni che sfruttano la “tradizionale” connettività cellulare (3 miliardi, -6%) e quelle che utilizzano altre tecnologie di comunicazione (3 miliardi, stabili rispetto al 2019). Sono 93 milioni le connessioni IoT attive in Italia, di cui 34 milioni di connessioni cellulari (+10%) e 59 milioni abilitate da altre tecnologie (+15%). Tra queste, emergono le reti Low Power Wide Area (LPWA), che raggiungono per la prima volta un milione di connessioni (+100%). Una forte spinta arriva anche dalla componente dei servizi collegati agli oggetti connessi, con un valore di 2,4 miliardi di euro e una crescita del 4%, in controtendenza rispetto all’andamento generale del mercato. Il comparto con la crescita più significativa è la Smart Agricolture (140 milioni di euro, +17%), trainata da soluzioni per il monitoraggio e il controllo di mezzi e attrezzature agricole, macchinari connessi e robot per le attività in campo. Crescono anche le soluzioni smart per la fabbrica (385 milioni di euro, +10%) e la Smart Logistics (610 milioni di euro, +4%).

Grafico 2
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I benefici dell’Industrial Internet of Things

Le imprese che impiegano dispositivi intelligenti riescono a ottimizzare i propri sistemi e processi. Nella manifattura, ad esempio, i dati provenienti da macchinari connessi (Smart Factory) consentono una migliore gestione delle attività di manutenzione, anticipando il malfunzionamento, invece di correggerlo, e riducendo tempi e costi legati all’inattività del macchinario. L’Industrial IoT è in crescita e si riduce il divario fra grandi aziende e PMI in termini di consapevolezza e propensione a innovare in ottica 4.0. Come emerge da un sondaggio condotto dall’Osservatorio su un campione di 102 grandi aziende e 295 PMI italiane, il 94% delle grandi aziende conosce le soluzioni IoT per l’industria 4.0 e il 68% ha avviato almeno un progetto, mentre fra le PMI solo il 41% ne ha sentito parlare e appena il 29% ha attivato iniziative. Tuttavia, nel 2020 il gap è diminuito del 5% in termini di conoscenza e del 6% per quanto riguarda la presenza di progetti. Le applicazioni più diffuse sono legate alla gestione della fabbrica (Smart Factory, 66% dei casi), soprattutto per il controllo in tempo reale della produzione e dei consumi energetici, poi quelle di supporto alla logistica (Smart Logistics 27%), guidate dalla tracciabilità dei beni nel magazzino o lungo la filiera, e lo Smart Lifecycle (7%), con progetti per migliorare lo sviluppo di nuovi modelli e l’aggiornamento dei prodotti. L’emergenza ha portato le imprese a rivedere le proprie priorità in termini di avvio di progetti e di investimenti. Nel 2020 solo il 15% delle PMI e il 12% delle grandi aziende ritiene prioritario attivare iniziative di I-IoT, contro rispettivamente il 25% e il 16% che le mettono in secondo piano. Il 22% delle grandi imprese ha aumentato il budget dedicato ai progetti IoT per l’Industria 4.0 (il 14% lo ha ridotto), contro solo l’11% delle PMI (il 12% lo ha diminuito), mentre un quarto delle grandi imprese e un terzo delle PMI rimandano la decisione ai prossimi mesi.

Grafico 3
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“L’emergenza ha portato incertezza fra le imprese ma non ha arrestato la crescita dell’Industria IoT – ha afferma Giovanni Miragliotta, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Internet of Things -. Il mercato si sta progressivamente spostando dalla vendita del solo hardware alla vendita di servizi aggiuntivi, con tre aziende su quattro che hanno avviato progetti di questo tipo, fra cui spiccano i servizi di tipo informativo (84%, come le notifiche push in caso di evento avverso), e quelli per l’energy management (45%). La possibilità di attivare questi servizi passa dalla capacità di analizzare, gestire e valorizzare i dati raccolti da impianti e macchinari connessi, che però è ancora scarsa sia nelle grandi aziende (solo il 38% usa i dati) sia nelle PMI (39%), a causa di scarse competenze e risorse finanziarie e della difficoltà di integrazione tecnologica”.

Grafico 4
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Le tecnologie abilitanti dell’Internet of Things

Le tecnologie Low Power Wide Area (LPWA) guidano l’evoluzione tecnologica del mondo IoT. “Queste tecnologie in banda non-licenziata sono sempre più adottate per lo sviluppo di soluzioni IoT, in virtù di una maturità tecnologica che si sta consolidando e che è oggi riconosciuta anche dagli enti regolatori a livello nazionale”, ha spiegato Antonio Capone, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Internet of Things. Proseguono anche i lavori di definizione delle specifiche tecniche del 5G ad opera del 3rd Generation Partnership Project (3GPP), il consorzio che cura la standardizzazione delle tecnologie cellulari, in particolare per quanto riguarda l’introduzione del supporto alle applicazioni safety critical e industriali. L’attività del consorzio è stata rallentata dall’emergenza ed è stata rivista la tabella di marcia e. occorrerà aspettare almeno un anno dal rilascio delle specifiche tecniche, inizialmente previste a giugno 2020 e posticipate al 2021 per il lancio di prodotti commerciali.

Nota sull’autore: Giovanni Miragliotta è Responsabile scientifico dell’Osservatorio IoT del Politecnico di Milano.