Roberto Renzini, Presidente ASSOFLUID.

Digitalizzazione e transizione ecologica nel mirino

Nell’Assemblea Generale FEDERTEC dello scorso giugno, che ha visto il rinnovo di tutte le cariche sociali, Roberto Renzini è stato eletto alla presidenza di ASSOFLUID. InMotion l’ha intervistato per fare il punto sull’andamento del comparto, sulle strategie da mettere in atto e sul ruolo dell’associazione stessa in un contesto economico dove la collaborazione tra le imprese è sempre più importante.

Come nuovo Presidente ASSOFLUID, quali sono le attività e le iniziative che pensa di mettere in cantiere?

Dall’Assemblea FEDERTEC di giugno è uscito un Consiglio ASSOFLUID inedito, con molti nuovi elementi, rispondendo alla volontà di rinnovo espressa dagli stessi associati. Tra le sfide principali da affrontare vi è proprio quella di gestire in maniera organica le richieste provenienti da ognuna dalle tre associazioni che compongono FEDERTEC. Alle tre associazioni viene proprio chiesto di inoltrare le proposte che arrivano dalla base degli associati, che la stessa FEDERTEC valuterà definendo termini e budget.  

Per il consiglio direttivo di ASSOFLUID sarà importante evitare lo scollamento tra gli associati e FEDERTEC facendo in modo che le iniziative di questi si trasformino in azioni concrete all’interno di FEDERTEC. Gli associati ASSOFLUID hanno ‘un’anima’ oleodinamica e pneumatica e sono ovviamente interessati ad essere informati su tutto quanto riguarda questo settore, dai trend tecnologici, all’analisi e tendenze del mercato legate al nostro comparto.

Per esempio, in merito agli studi di settori, gli associati hanno trasmesso l’esigenza di studi di settore che riguardino non solo l’andamento attuale del mercato, ma un outlook più ampio, che includa anche previsioni per il futuro, dal punto di vista sia tecnologico che economico. Per questo stiamo valutando di coinvolgere anche studi di consulenza esterni, così come già stanno facendo le associazioni di categoria estere, come la VDMA (la più importante organizzazione che raggruppa l’industria tedesca dei costruttori di macchinari e attrezzature, n.d.r.) per fare solo un esempio.

Oggi ASSOFLUID è parte di una Federazione che rappresenta diverse anime… Fluid Power, trasmissione di potenza meccanica, oltre al mondo della distribuzione. Quanto è importante fare interagire queste diverse realtà verso un obiettivo comune?

Nei prossimi tre anni per il nuovo direttivo si giocherà la partita vera. FEDERTEC deve far emergere le sue potenzialità, prima fra tutte quella che l’unione fa la forza. Facendo massa critica è più facile avere voce in capitolo presso istituzioni, associazioni internazionali e così via. Ma, nello stesso tempo, deve riuscire a dimostrare agli associati ASSOFLUID, ASSIOT e FNDI che non verrà persa l’identità delle singole associazioni, che hanno caratteristiche diverse l’una della altre. Come? Ascoltando con attenzione le loro richieste.

FEDERTEC è stata creata con il preciso scopo di far convergere associazioni storiche importanti, con una forte presenza a livello nazionale sia in termini numerici, che in termini di fatturato e per contare sempre di più. Infatti, unendo le competenze delle singole associazioni, si acquisisce sempre più peso e valore nel momento in cui si chiede supporto, anche in materia di normative per esempio, un servizio che richiedono soprattutto le PMI italiane, che rappresentano la gran parte dei nostri associati. Pertanto, il ruolo di Federtec dovrà essere, come dice la parola stessa, quello di ‘federare’, mettersi insieme per fornire servizi sempre più efficaci ed efficienti ai propri associati, pur appartenendo a comparti diversi.

Il tema della formazione e la difficoltà nel reperire risorse umane è un altro tema di forte attualità per il settore rappresentato da ASSOFLUID. Ce ne può parlare?

Un elemento su cui intendiamo focalizzarci è proprio la collaborazione sempre più stretta con il mondo scolastico per generare competenze specifiche per il nostro settore.

Le nostre aziende hanno bisogno di personale qualificato. Dobbiamo sicuramente collaborare meglio con scuole e università al fine di attirare talenti per il nostro settore e renderli disponibili non solo alle grandi multinazionali, già ‘attrezzate’ in questo senso, ma anche e soprattutto alle piccole e medie aziende, che fanno parte del tessuto imprenditoriale di ASSOFLUID. Spesso queste imprese non hanno la capacità di avvicinarsi da sole ad un’università o ad un istituto tecnico, e chiedono la collaborazione di FEDERTEC, con il supporto di ASSOFLUID, per poter preparare i talenti del futuro.

Riassumendo, le tre direttive su cui ci dobbiamo concentrare sono la vicinanza ai nostri associati, l’analisi dei trend futuri del mercato, per capire meglio cosa succederà nel breve e medio termine, e il lavoro a fianco del mondo scolastico e accademico.

I dati di consuntivo del comparto Fluid Power nel 2022 hanno confermato una crescita importante. Quali sono le sue previsioni per l’anno in corso e per il prossimo futuro?

Digitalizzazione e transizione ecologica nel mirino
“Tra i trend importanti su cui lavorare, il primo è quello della digitalizzazione.” Roberto Renzini

Nei primi sei mesi 2023 il settore ha tenuto. Siamo ora in attesa dei dati al 30 Settembre, ma sulla base delle informazioni preliminari raccolte il trend sta mutando. Sostanzialmente, possiamo ipotizzare che il 2023 si chiuderà con un fatturato ancora in leggero aumento per la maggior parte dei nostri associati, ma non più con la crescita a due cifre del 2021 e 2022. Sul fronte ordinativi è già in atto una frenata… prevediamo quindi che, l’anno potrebbe chiudersi con qualche punto in meno rispetto all’entrata ordini del 2022.

In termini di settori di sbocco: il settore industriale ci viene segnalato come il primo interessato da una flessione degli ordinativi, al contrario, la componentistica per il settore mobile sembra ancora resistere bene, mentre settori come oil&gas ed energia si segnalano con una raccolta ordini ancora estremamente positiva.

Le aziende del comparto ASSOFLUID hanno una forte propensione all’export. Secondo le sue previsioni quali sono i mercati più interessanti per le nostre aziende?

È complicato rispondere a questa domanda. Già a partire dal 2008 l’analisi della domanda e la variabilità dei mercati hanno cominciato ad avere trend molto diversi e cambiamenti repentini, accelerati ancor più per effetto della pandemia. Mercati che fino a poco tempo fa erano di assoluto riferimento per le aziende del nostro settore, come la Cina, oggi stanno rallentando; lo dimostrano anche i dati macroeconomici della Cina. A mio avviso un mercato di sbocco molto interessante potrebbe essere l’India, un mercato la cui evoluzione è ancora tutta da scoprire, ma dove la crescita sembra più organica e graduale e quindi più costante rispetto al mercato cinese.

Il mercato americano è storicamente un mercato complesso per i nostri associati. È richiesta infatti la presenza locale per poter essere veramente efficaci. Per i prodotti pneumatici ed oleodinamici italiani ed europei quello americano è un mercato con un livello di attrattività molto alto, perché le nostre aziende hanno la qualità necessaria per avere successo. FEDERTEC attraverso accordi con istituzioni locali, potrebbe fornire alle imprese associate medio-piccole proprio il supporto di cui necessitano per operare in questo mercato.

Per quanto riguarda il mercato europeo, infine, sarà molto importante per le aziende creare partnership per poter competere con Cina, India, Russia e Stati Uniti. Per il singolo Paese europeo diventerà sempre più complicato rimanere sul mercato se non si creano delle relazioni internazionali. A questo riguardo anche FEDERTEC sta valutando future sinergie in collaborazione con l‘associazione a tedesca VDMA

Per gli associati ASSOFLUID, oltre al problema di reperire risorse umane che abbiamo già affrontato, quali sono le maggiori difficoltà all’orizzonte?

Il problema fondamentale, soprattutto per un tessuto imprenditoriale come quello italiano, costellato di piccole e medie aziende, è quello della globalità. Per globalità intendo la presenza worldwide; occorre avere filiali e punti di contatto nei principali continenti del mondo, e per un’azienda medio-piccola non sempre è facile restare a galla.

FEDERTEC dovrà supportare le aziende nel processo di internazionalizzazione, sia con l’organizzazione di fiere collettive nelle più importanti fiere di settore estere, ma anche fornendo supporto per sviluppare nuovi mercati, come quello americano o quello indiano sopra citati.

Ma non è tutto. Occorre essere globali anche nell’evoluzione dei propri prodotti, in termini sia tecnologici sia normativi. Le normative sono sempre più numerose, e stringenti e le imprese necessitano di aiuto per la loro interpretazione, spesso complicata. Un’associazione come FEDERTEC dev’essere il punto di riferimento per le aziende in questo campo, elaborando e fornendo linee guida per applicare in maniera corretta i principi che le nuove normative introducono nello sviluppo tecnico o produttivo dei prodotti del nostro comparto.

In Italia la formazione di reti di imprese è un fenomeno che fatica ad imporsi, a causa soprattutto di un retaggio culturale. Cosa ne pensa?

È effettivamente così e lo vediamo non solo nel business, ma spesso anche in politica e in altri ambiti dove siamo soliti dividerci, disaggregarci, anziché metterci insieme per moltiplicare le nostre forze e le nostre competenze. Riuscire ad essere maggiormente coesi e con obiettivi comuni deve essere una delle nostre priorità.

La condivisione delle esperienze è fondamentale per la sopravvivenza stessa delle piccole e medie aziende italiane, che dovranno farlo, a rischio di rimanere isolate. Oggi è molto più semplice attingere ai know-how rispetto al passato, quindi bisogna superare questa barriera e sapere che ogni azienda deve custodire gelosamente il proprio know-how per i processi produttivi, ma si deve aprire a collaborazioni in ambito tecnico, commerciale e di marketing, che permettano all’azienda stessa di crescere.

Digitalizzazione, efficienza energetica, miniaturizzazione… Quali sono i principali trend che interessano il comparto?

Ci sono due trend importanti su cui lavorare. Il primo è quello della digitalizzazione, uno dei temi più sentiti da parte dei nostri associati. Purtroppo molte delle nostre PMI faticano a investire in tecnologia. Sarà importante organizzare dei momenti di approfondimento, perché la digitalizzazione dei processi, dei prodotti, l’innovazione tecnologica a bordo del prodotto stesso, e la capacità di connessione con sistemi esterni in un’ottica di IoT e di Industria 4.0, è diventato oggi un prerequisito per poter rimanere sul mercato. Molte aziende, anche tra i nostri associati, non hanno le risorse per intraprendere questo percorso da sole.

L’altro trend è quello della transizione ecologica e le nuove tecnologie che la supportano. L’idrogeno, per esempio, suscita sicuramente grande interesse, ma ci sono ancora dei problemi legati alla distribuzione, alla sicurezza delle stazioni di rifornimento, e così via, sui quali si sta ancora indagando e sui quali sarà molto importante fornire linee guida di tendenza anche ai nostri associati.

Lo stesso vale per l’elettrificazione, che coinvolge un maggior numero di settori, automotive in primo luogo, con tutti i problemi legati alle infrastrutture a supporto del veicolo elettrico. Sotto questo aspetto, alcune nazioni sono più avanti, mentre altre, come l’Italia, richiederanno investimenti globali, grazie al PNRR o ad altre fonti di finanziamento.

Si tratta di temi globali che dovranno essere portati all’attenzione delle istituzioni e sui quali ci sarà molto da lavorare.