Luca Riva, Presidente di ASSOFLUID.

Un nuovo timoniere alla guida di ASSOFLUID

Andamento del comparto del fluid power, trend tecnologici, prospettive… Di questo ed altro abbiamo parlato con Luca Riva, neo eletto presidente di ASSOFLUID. In primo piano l’attività dell’associazione, che sta crescendo in termini di associati: un segnale importante per un comparto di assoluto valore nel panorama industriale italiano, alla ricerca di una sempre maggiore visibilità.

Nel corso dell’ultima assemblea FEDERTEC, lo scorso novembre, Luca Riva (Duplomatic MS) è stato eletto nuovo Presidente di ASSOFLUID. Luca Riva succede a Domenico DiMonte, che è stato alla guida dell’Associazione per otto anni ed è ora vice presidente FEDERTEC. 

InMotion lo ha intervistato per conoscere il suo programma di lavoro e per parlare a tutto campo dell’andamento, degli sviluppi tecnologici e delle prospettive del comparto Fluid Power in Italia, che, in termini di valore assoluto di produzione, nel 2021 si è attestato sui 2,4 miliardi di euro.

InMotion: Quali sono le prime iniziative che, in qualità Presidente ASSOFLUID, si impegnerà a mettere in cantiere?

Luca Riva: La prima iniziativa che ho messo in campo, a seguito della mia elezione, è stata quella di meglio “conoscere” gli associati, sia con un contatto diretto, sia con una survey dedicata, con l’obiettivo principale di far emergere le esigenze specifiche; un questionario di soddisfazione mirato a conoscere quali servizi sono più apprezzati e quali andrebbero migliorati, con una richiesta di maggior coinvolgimento nelle attività associative.

Un secondo obiettivo è sicuramente quello di aumentare la base associativa, per una migliore e più forte rappresentanza del settore: ci sono ancora molte aziende del nostro comparto che non fanno parte dell’associazione ed è nostro compito coinvolgerle e illustrare loro i vantaggi di far parte di un network.

Ovviamente l’associazione continuerà, nel contempo, a fornire servizi e supporto ai propri associati, dall’organizzazione di collettive alle principali fiere di interesse, alla programmazione di eventi dedicati, all’elaborazione di statistiche e report economici, sino al supporto tecnico-normativo e all’interpretazione delle direttive europee che impattano sul comparto. Un cenno particolare va infine al progetto CETOP relativo alla formazione tecnica settoriale, che sta crescendo di anno in anno e che conta attualmente 14 centri e oltre 1.400 persone certificate.

IM: L’andamento del settore del Fluid Power in Italia sta facendo registrare percentuali di crescita a doppia cifra. Può commentare questi dati lusinghieri?

LR: Il settore della potenza fluida ha registrato nel 2021 ottimi risultati, come emerge dai dati ufficiali emessi da ASSOFLUID, riferiti all’indagine congiunturale dei 12 mesi 2021 rispetto al medesimo periodo del 2020. 

Nello specifico il comparto oleoidraulico ha evidenziato una crescita del 30,5% del mercato nazionale e del 31,6% della produzione, con l’export a +31,9%. Anche il settore della pneumatica registra valori positivi, seppur leggermente inferiori a quelli dell’oleodinamica: il mercato nazionale si attesta a +29,1% e la produzione a +27,3% (export +22,9%).

In termini di valore assoluto, il Mercato nazionale della potenza fluida nel 2021 si attesta a circa 2,4 miliardi di euro, mentre la Produzione a oltre 4 miliardi, con la voce Export a 2,8 miliardi e una bilancia commerciale in attivo per quasi 1,7 miliardi di euro.

Questi eccellenti risultati sono stati resi possibili anche grazie alle approfondite conoscenze e competenze che caratterizzano da sempre il nostro comparto, che rappresenta una delle eccellenze del Made in Italy manifatturiero.

IM: A fronte di questi numeri vi sono problemi che stanno mettendo a dura prova le aziende: parliamo, per esempio, dei rincari delle materie prime e della difficile reperibilità di alcune componenti. Come stanno affrontando le aziende queste sfide? Come possono superarle?

LR: In questo momento caratterizzato ancora dalla crisi pandemica in alcune aree del mondo e dal notevole aumento dei costi delle commodity energetiche e delle materie prime, accompagnato anche dalla difficoltà di reperimento di queste ultime, le aziende si trovano ad affrontare una situazione mai verificatasi in passato.

Tutto ciò è accompagnato anche dalle problematiche connesse alla catena logistica, per cui si rischia il fermo della produzione anche per un solo componente mancante.

Le aziende associate si trovano ad affrontare tutto ciò in una condizione spesso “passiva”, senza poter decidere e operare secondo le proprie necessità, ma attendendo lo sviluppo degli eventi. Si confida, ad esempio, in una diminuzione a breve dei costi dei materiali e dell’energia, sui quali incidono fortemente anche ragioni geo-politiche, soprattutto la crisi Ucraina-Russia.

Nel contempo le aziende sono alla ricerca di informazioni che possano supportarle nelle decisioni e nelle strategie aziendali. Anche l’aspetto formativo è ormai diventato un asset fondamentale per la crescita e la sostenibilità delle aziende, insieme al tema dell’internazionalizzazione e della ricerca di nuovi sbocchi commerciali.

IM: Come può un’associazione di categoria supportare le aziende in questo contesto? Più in generale, come vede l’evoluzione del ruolo di un’associazione di categoria come ASSOFLUID?

LR: “La misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario” (Albert Einstein). Per le Associazioni adesso è il momento di cambiare. 

Mi sono sempre domandato se fosse possibile innovare o se l’Associazione fosse qualcosa di chiuso e tradizionale. Sono convinto che il giusto mix tra innovazione e tradizione possa portare sempre a trovare soluzioni di successo.

Per innovare ci vuole coraggio e piedi per terra; significa sapere ascoltare e comprendere ciò di cui i nostri soci hanno veramente bisogno, investendo tempo ed energia per apportare quei cambiamenti che sono linfa vitale. Vuol dire avere la voglia di incarnare uno spirito critico, ma fortemente costruttivo, che ci porti verso un miglioramento continuo (kaizen, come lo definirebbero i giapponesi). 

L’associazione è come un albero vivo che ha bisogno di cure, freschezza e attenzioni per portare frutti, per fare ombra nelle calde giornate d’estate o tenere il terreno compatto e unito di fronte ad eventuali inondazioni e frane. Al tempo stesso quell’albero è lì e ha bisogno delle sue certezze, della terra attorno alle radici, al calore del sole, degli uccelli che fanno il nido sui suoi rami più alti. Questa cosa la possiamo chiamare tradizione.

L’associazione deve mettere a disposizione quanto necessario per supportare i soci, attraverso specifici servizi e iniziative, così da mettere i propri associati nelle migliori condizioni per operare nel proprio contesto competitivo. ASSOFLUID, all’interno di FEDERTEC, partecipa a varie commissioni e a gruppi di lavoro per portare il proprio contributo specifico sui temi di interesse per il comparto della potenza fluida.

Citando il detto “l’unione fa la forza”, ritengo fondamentale che, anche a livello di associazione, si lavori per essere sempre più rappresentativi: questo principio ha portato alla costituzione di FEDERTEC, una realtà federativa di un comparto che in Italia vale oltre 12 miliardi di euro e che è costituito da aziende che rappresentano l’eccellenza della meccatronica.

Proprio in questo contesto, recentemente è entrata a far parte di FEDERTEC anche FNDI – Federazione Nazionale Distribuzione Industriale – che rappresenta una parte importante della filiera produttiva e commerciale. Sono certo che questo nuovo ingresso dia nuovo stimolo all’interno dell’associazione e un’ulteriore possibilità di confronto tra le aziende associate.

IM: Prodotti sempre più intelligenti e connessi, efficienza energetica, miniaturizzazione… Quali sono i principali trend che interesseranno la componentistica? Come vede il futuro del Fluid Power?

LR: In uno scenario economico e tecnologico in continua e rapida evoluzione, l’attestarsi del paradigma di industria 4.0, nonché la necessità impellente di una transizione digitale e green delle aziende, ha profondamente mutato l’approccio al mercato; basti pensare all’importanza trasversale delle tecnologie abilitanti nell’ambito della digitalizzazione dei processi in tutte le aziende o alla necessità di creare valore aggiunto attraverso la fornitura di soluzioni che devono necessariamente comprendere anche i servizi.

Ovviamente anche il comparto del fluid power non può esimersi dal percorrere questa strada, che sarà la via maestra per gli anni a venire.