Barbara Colombo, presidente di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE.

Torna il clima di fiducia

Secondo quanto emerso dall’Assemblea UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE dello scorso luglio, dopo un 2020 in calo, l’industria italiana delle macchine utensili, della robotica e dell’automazione, sta recuperando parte del terreno perduto. Il primo semestre 2021 conferma un risveglio dell’attività sia in Italia che all’estero. Il Presidente Barbara Colombo si augura che la ripresa sia sostenuta dalla politica di incentivi per l’ammodernamento degli impianti e per gli investimenti in tecnologie 4.0.

Nel 2020, l’industria italiana della macchina utensile, della robotica e dell’automazione ha registrato un brusco calo di tutti i principali indicatori economici. Ciò nonostante è riuscita a mantenere le posizioni acquisite nelle classifiche internazionali di settore confermandosi al quarto posto tra i produttori e gli esportatori e quinta nella classifica dei paesi consumatori, a conferma dell’importanza del mercato italiano nel panorama internazionale.
Di tenore opposto è il primo semestre 2021, che conferma una ripresa dell’attività sia in Italia che all’estero, Questo, in sintesi, il quadro presentato dal presidente UCIMU, Barbara Colombo in occasione dell’annuale assemblea dei soci, cui sono intervenuti Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa San Paolo e Mauro Alfonso, amministratore delegato di SIMEST.

Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo.
Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo.

I consuntivi 2020 e le previsioni per il 2021

Secondo i dati elaborati del Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU, nel 2020, ha fatto registrare un calo del 20,4% rispetto al 2019, attestandosi su 5.182 milioni di euro: un risultato determinato sia dalla riduzione delle consegne sul mercato interno, sia dal calo dell’export.
Questi sono stati i commenti di Barbara Colombo, presidente dell’Associazione: “Al di là dei dati di consuntivo legati alla crisi sanitaria, l’anno si è chiuso con risultati al di sopra delle nostre aspettative iniziali. Il calo della produzione, che siamo riusciti a contenere (solo il 20% in meno rispetto all’anno precedente) ci ha permesso di fare meglio dei nostri competitors, quali Germania e Giappone”. Di tenore completamente diverso il 2021, che fin dai primi mesi ha registrato segnali di ripresa. Secondo le previsioni dovrebbero crescere produzione, export e consumo interno.
Nel primo semestre, l’indice ordini ha registrato un incremento dell’88,2%. Tale risultato è stato determinato dai buoni riscontri raccolti dai costruttori sul mercato sia interno che estero e sono alla base del ritrovato clima di fiducia.
Barbara Colombo ha evidenziato, tuttavia, alcuni elementi che potrebbero frenare la ripresa in atto: il rincaro dei costi delle materie prime da un lato, e la scarsa disponibilità di componenti elettronici dall’altro, che potrebbero raffreddare il ciclo positivo degli investimenti, soprattutto sul mercato domestico. A questo proposito saranno fondamentali incentivi quali il credito di imposta per l’ammodernamento degli impianti e quello per gli investimenti in tecnologie 4.0: il presidente si augura che proseguano oltre il 2022, non solo, ma che siano resi strutturali.

Nel primo semestre, l’indice ordini di macchine utensili ha registrato un incremento dell’88,2%.
Nel primo semestre, l’indice ordini di macchine utensili ha registrato un incremento dell’88,2%.

Focus sulla formazione tecnico-tecnologica

Barbara Colombo auspica anche che gli aiuti governativi coinvolgano sempre più anche la formazione: “chiediamo – ha affermato – venga prolungata e semplificata l’operatività della misura del credito di imposta per la formazione che oggi contempla anche il costo del formatore, così da assicurare alle imprese di ogni dimensione un corretto supporto per l’aggiornamento del personale.
Solo così gli investimenti in tecnologie di nuova generazione potranno realmente assicurare il miglioramento della produttività e l’efficienza necessaria a vincere la sfida internazionale”. “Una risposta importante all’esigenza delle aziende di avere personale qualificato – ha concluso – verrà certamente dai fondi previsti dal PNRR per investimenti destinati agli ITS affinché questi ultimi siano dotati di laboratori e infrastrutture tecnologicamente avanzati e di aule 4.0. Se correttamente supportati, gli ITS diverranno veri e propri avamposti ove saranno formate le nuove risorse indispensabili per assicurare futuro alle nostre aziende”.