I tempi di attrezzaggio? Non sono più una variabile

Con la testimonianza di Nicola Tironi di Officine Tironi scopriamo l’impatto in termini di efficienza e produttività delle tecnologie Salvagnini per la piegatura. Si tratta di un approccio che alla piegatrice affianca automazione e software, come ci conferma Nicola Artuso di Salvagnini.

In questi anni Salvagnini ha fatto tanto per rendere le proprie macchine sempre più in linea con le richieste di un mercato costantemente alla ricerca di efficienza di processo. In particolare, il tema della piegatura automatizzata è argomento per cui avete sviluppato diversi brevetti importanti. Con quali soluzioni avete declinato i diversi aspetti? 

Nicola Artuso “Salvagnini è sicuramente conosciuta nel mondo della lamiera per la pannellatura, ma non potevamo certo tralasciare una tecnologia importante come la presso piegatura. La nostra pressa piegatrice B3 è stata progettata combinando le caratteristiche e i benefici delle soluzioni elettriche ed idrauliche comunemente diffuse sul mercato con le approfondite competenze aziendali di automazione, software, meccanica ed elettronica. B3 è disponibile in un’ampia gamma di taglie, da 2 m a 6 m e da 60 a 400 t . È una pressa piegatrice intelligente che consente di azzerare scarti e correzioni grazie a MAC2.0, l’insieme di tecnologie adattative (S-CROWNING, AMS, TFC) integrate nella pressa piegatrice. È naturalmente integrata nel mondo Salvagnini, quindi può essere dotata del software di processo OPS ed è predisposta per il collegamento a LINKS, la soluzione IoT Salvagnini. L’argomento su cui vorrei però focalizzare l’attenzione sono i nostri dispositivi di automazione, che rendono anche la pressa piegatrice flessibile e reattiva aumentandone la produttività. Abbiamo cercato infatti di applicare alla piegatura tradizionale tutto il know-how acquisito negli anni con la pannellatura. Il primo passo è stato introdurre il concetto di allestimento automatico degli utensili, per consentire alla pressa piegatrice di adattarsi alla lunghezza della parte in lavorazione. I dispositivi ATA, gli allestitori automatici utensili in grado di modificare l’attrezzaggio in base alla geometria del pezzo da piegare, nascono così. Il passo successivo è stato introdurre l’opzione MVM, la matrice ad apertura variabile che adatta automaticamente l’apertura della V in funzione del programma e consente di piegare materiali di spessori e/o raggi diversi. Ma non ci siamo fermati qui, e abbiamo sviluppato AU-TO. AU-TO è il sistema automatico di cambio utensili completamente integrato nell’ingombro della macchina. Grazie a queste tecnologie proprietarie la nostra pressa piegatrice B3 svincola la produzione dalle dimensioni del lotto, riduce le variabili di processo e garantisce una produttività maggiore rispetto ad una pressa piegatrice manuale. 

La pressa piegatrice B3 con allestitore utensili automatico ATA per gli utensili superiori installata presso Officine Tironi.
La pressa piegatrice B3 con allestitore utensili automatico ATA per gli utensili superiori installata presso Officine Tironi.

Parlando di piegatura automatica, Officine Tironi è certamente un nome autorevole che ha fortemente creduto in Salvagnini e nella sua tecnologia. A Nicola Tironi, titolare dell’omonima società, chiedo di parlarci della loro attività e raccontarci le esigenze produttive per cui si sono rivolti a Salvagnini.

Nicola Tironi “Nata nel 2019, Officine Tironi è un’azienda della bergamasca attiva nel settore della carpenteria metallica. Siamo un’azienda giovane, in forte crescita: abbiamo uno staff di 35 dipendenti e un fatturato di circa 4,5 milioni di euro nel 2020. Ci piace considerarci un partner affidabile e professionale nella realizzazione di strutture di carpenteria metallica medio pesante, in acciaio al carbonio ed in acciaio inossidabile. Realizziamo strutture di alto profilo tecnologico, sia in ambito industriale che in ambito civile e residenziale, e supportiamo i nostri clienti in ogni fase di lavorazione con un servizio chiavi in mano, dalla progettazione alla realizzazione per arrivare poi all’installazione e alla manutenzione di strutture di carpenteria metallica di alto profilo tecnologico. Il nostro personale è qualificato e certificato UNI EN ISO 9712, e siamo quindi in grado di effettuare prove non distruttive in campo industriale: siamo convinti che per i nostri clienti questa sia una garanzia nel controllo qualità, per la verifica delle caratteristiche tecniche dei prodotti e delle attrezzature industriali. Per quanto riguarda il mondo della lamiera, la nostra azienda lavora un’ampia gamma di spessori (dal 1 mm di spessore fino a 200 mm) con impianti taglio laser, taglio plasma e anche un ossitaglio, a cui abbiniamo lavorazioni di calandratura, piegatura, saldatura e montaggi finali. Tra i nostri prodotti di punta abbiamo i box elettrici, cioè casse in lamiera di basso spessore di cui realizziamo 60-70 pezzi al mese. Proprio per questa produzione nei primi mesi del 2020 abbiamo iniziato a ragionare sulla necessità di inserire in azienda una nuova pressa piegatrice: volevamo essere più rapidi e reattivi. La proposta Salvagnini ci ha impressionato perché rispondeva esattamente alle nostre richieste: abbiamo deciso di acquistare due presse piegatrici B3 da 3 metri, con forza massima rispettivamente di 135 e 170 tonnellate, entrambe con allestitore utensili automatico ATA per gli utensili superiori e 7 assi”. 

In evidenza ATA, l’allestitore automatico utensili di Salvagnini che permette di cambiare e regolare in automatico la lunghezza degli utensili di piega.
In evidenza ATA, l’allestitore automatico utensili di Salvagnini che permette di cambiare e regolare in automatico la lunghezza degli utensili di piega.

L’efficienza della piegatura, in un mercato fatto di piccoli lotti e di campionature, passa ormai necessariamente dall’abbattimento dei tempi morti e, di conseguenza, dal riattrezzaggio automatico della piegatrice. È questo il vostro caso? Quali sono i vantaggi che avete riscontrato utilizzando la piegatrice B3 con il sistema ATA? Chiederei poi a Nicola Artuso di parlarci brevemente di questo sistema cambio utensili. 

Nicola Tironi “Quando abbiamo dato vita a Officine Tironi abbiamo scelto di concentrarci sul mercato dello speciale. Questo significa che la nostra produzione è sempre su commessa, e che raramente i pezzi si ripetono. Il livello di complessità di una singola commessa è naturalmente variabile, ma può essere significativo: non è insolito gestire commesse con 1000 codici di produzione. I nostri lotti produttivi sono ridotti: se non parliamo di lotti unitari, siamo nell’ordine di poche unità ciascuno. È chiaro che con una produzione di questo tipo per noi è assolutamente fondamentale recuperare efficienza nell’organizzazione delle stazioni di piega e quindi produttività. Con ATA abbiamo ridotto in modo consistente, se non proprio azzerato, i tempi di riattrezzaggio e questo ci ha consentito di triplicare la produzione: per fare un esempio, oggi produciamo tre armadi elettrici al giorno quando, prima dell’installazione di B3, ne producevamo uno. Siamo davvero molto soddisfatti di questa scelta a tutti livelli, dall’operatore all’ufficio tecnico”.

Nicola Artuso “ATA, acronimo di Automatic Tools Adjustment, è un allestitore automatico utensili, una soluzione proprietaria Salvagnini unica sul mercato che permette di cambiare e regolare in automatico la lunghezza degli utensili di piega della pressa piegatrice B3 a seconda del particolare in lavorazione. ATA permette di produrre in lotto unitario o kit senza rinunciare alla produttività. È disponibile su molti modelli della gamma delle nostre presse piegatrici, e può essere configurato in base alle specifiche esigenze produttive del cliente: può agire sui soli utensili superiori, proprio come in Officine Tironi. Può integrarsi con MVM, la matrice ad apertura variabile fino a 51 mm che adatta automaticamente l’apertura della V, o può agire su utensili superiori e inferiori. Può anche integrarsi con il cambio utensili automatico AU-TO. Come funziona? Possiamo immaginare due scenari diversi. Nel primo caso la produzione è organizzata con una lista di produzione: non appena l’operatore completa la piegatura di una parte, ATA predispone automaticamente l’attrezzaggio di B3 per produrre la parte successiva. Durante l’attrezzaggio l’operatore può occuparsi di altre attività, ad esempio dell’assemblaggio, ottimizzando di fatto le risorse e l’efficienza produttiva. Nel secondo scenario, in cui cioè siano a disposizione i programmi ma non una lista di produzione, spetta all’operatore richiamare il programma per la parte successiva, una volta completato il ciclo di piegatura: questa operazione può essere condotta o utilizzando l’interfaccia uomo-macchina FACE o un DPR, un lettore di codici, scansionando un codice a barre. ATA regolerà in automatico la lunghezza degli utensili di piega, andando a predisporre la pressa piegatrice.

Parlando di vantaggi legati al sistema ATA si parla per lo più di produttività; vi sono però altri aspetti meno tangibili e forse quantificabili come una migliore e, soprattutto certa, gestione della fase di preventivazione delle commesse. È corretto?

Nicola Tironi “Si, anche se in Officine Tironi abbiamo ulteriormente semplificato questa fase: ATA ci consente di non considerare tempi di attrezzaggio, visto che sono praticamente nulli. Nella pratica quotidiana ATA ci permette di essere molto più aggressivi sul mercato perché abbattiamo i tempi di consegna, e questo ci offre un vantaggio competitivo davvero significativo”.

Nicola Artuso “L’esperienza di Officine Tironi è interessante, da questo punto di vista. L’obiettivo ultimo dei nostri dispositivi di automazione per B3 è proprio quello di rendere la piegatura un’operazione meno influenzata dalle variabili di processo per dare maggiori certezze, ad esempio in termini di tempi di lavorazione, di costi e di loro previsione. Se i nostri clienti non considerano più tempi di attrezzaggio, allora il risultato è stato raggiunto. Parlando di vantaggi, comunque, devo citarne almeno altri due: la precisione degli attrezzaggi, che con i nostri dispositivi non sono più frutto di azioni manuali e che non richiedono verifiche e correzioni; e la possibilità di assegnare le attività a basso valore, come il cambio delle stazioni di piegatura, alla macchina, in tempo mascherato, e non più agli operatori.

Salvagnini ha sviluppato anche MVM, la matrice ad apertura variabile che consente di piegare materiali di spessori e/o raggi diversi.
Salvagnini ha sviluppato anche MVM, la matrice ad apertura variabile che consente di piegare materiali di spessori e/o raggi diversi.

Un altro aspetto importante per Salvagnini è quello dei software di programmazione delle macchine la cui facilità contribuisce in modo determinante all’efficienza della piegatrice. Cosa potete dirci in merito? 

Nicola Tironi “Per gestire commesse complesse è necessario essere estremamente performanti anche in ufficio tecnico e nella programmazione, che sono ormai fondamentali nel nostro mondo. Oggi in Officine Tironi programmiamo a bordo macchina ma abbiamo colto le potenzialità di STREAMFORMER, il software Salvagnini per la piegatrice che ci aiuta a superare la difficoltà di trovare sul mercato operatori esperti nella piegatura. Inoltre, gestendo piccoli lotti per noi è fondamentale verificare la fattibilità di un pezzo prima di portarlo in produzione e, dall’ufficio tecnico, possiamo farlo proprio grazie a STREAMFORMER. Abbiamo avviato un progetto di digitalizzazione che coinvolge anche il nostro ERP aziendale e vogliamo arrivare il prima possibile ad un processo produttivo integrato, il più automatizzato possibile, che ci consenta di sfruttare ancora meglio le potenzialità delle nostre B3 ATA”. 

Nicola Artuso “In generale possiamo dire che nel mercato delle presse piegatrici il software non è molto diffuso. Se quando si parla di laser o di pannellatrici il rapporto tra macchine e software è praticamente 1 a 1, nel mondo della piegatura tradizionale è più realistico considerare una licenza software ogni 10 presse piegatrici installate. Questo perché la pressa piegatrice è una macchina manuale, capace di funzionare anche in assenza di software. Ma anche perché un operatore esperto è generalmente in grado di arrivare a realizzare le parti richieste. Stiamo però notando una netta inversione di tendenza nel mondo della programmazione 3D. Sempre più clienti stanno acquistando il nostro software CAM STREAMFORMER anche per far fronte ad una sempre maggior difficoltà nel reperire operatori esperti. Oggi il 65% delle nostre B3, e il 100% delle presse piegatrici con automazione ATA, viene fornita con STREAMFORMER. I nostri clienti hanno richieste e aspettative elevate, che dobbiamo essere in grado di soddisfare anche con il nostro CAM. STREAMFORMER fa esattamente quello che STREAMBEND fa per la pannellatrice, e integra la pressa piegatrice in un processo completo perché fa parte di STREAM che è una suite di programmazione completamente integrata. Quando STREAMFORMER è installato in ufficio consente di parallelizzare le attività, perché mentre in ufficio un addetto si occupa dei programmi, l’operatore può continuare a piegare aumentando l’efficienza produttiva della pressa piegatrice. Il nostro obiettivo principale, e credo che questo sia anche l’obiettivo dei nostri clienti, è quello di far produrre la pressa piegatrice il più possibile, non di vederla in attesa di programmazione. Oltre a creare automaticamente una sequenza di piega STREAMFORMER definisce automaticamente le stazioni di piegatura, gli allestimenti, insomma si integra perfettamente con i dispositivi ATA e ne esalta la resa. Quando il software non è disponibile la programmazione si realizza comunque a bordo macchina, utilizzando l’interfaccia uomo-macchina FACE che oltre alla programmazione numerica permette la programmazione grafica con PRESSTUDIO”.

0 Condivisioni