Nel 2021 l’industria italiana del bene strumentale è ripartita

Nel 2021 l’industria italiana del bene strumentale è ripartita

Archiviato un 2020 davvero complicato, sebbene migliore rispetto alle attese stilate a inizio pandemia, nel 2021 l’industria italiana costruttrice di beni strumentali registra una ripresa sostenuta dell’attività.

Questo, in sintesi, è quanto è emerso dai dati presentati ieri pomeriggio da Giuseppe Lesce, presidente FEDERMACCHINE, in occasione dell’assemblea annuale della federazione delle imprese italiane costruttrici di beni strumentali. All’evento è intervenuto anche Maurizio Marchesini, vicepresidente CONFINDUSTRIA.

Dati di consuntivo e previsioni per il 2021

Secondo i dati elaborati dal Gruppo Statistiche FEDERMACCHINE, nel 2020 il fatturato di settore è sceso a 41 miliardi di euro, pari al 14% in meno rispetto al 2019. Sul risultato complessivo ha pesato sia la forte riduzione dell’export – crollato a 28 miliardi di euro, pari al 14% in meno rispetto all’anno precedente – sia il calo delle consegne dei costruttori sul mercato interno, scese del 15% a 14 miliardi. Decisamente pesante la riduzione del consumo che ha solo sfiorato i 21 miliardi di euro, rispetto ai 26 miliardi registrati nel 2019 (-18%). Il risultato finale è comunque decisamente migliore rispetto a quanto immaginato a inizio pandemia. Con riferimento al 2021, i primi dati confermano una situazione di generale e costante miglioramento. Per avere un’idea di come sarà il 2021, e tenendo in considerazione le previsioni formulate dalle singole associazioni che fanno capo a FEDERMACCHINE, tutti gli indicatori economici cresceranno in modo sostenuto: fatturato (+11,1%), export (+11,8%), consumo (+9,7%), consegne interne (9,7%) e import (9,7%). L’incremento non sarà sufficiente a recuperare il terreno perso nel 2020 ma permetterà di ridurre il gap con i risultati pre-pandemici.