Tutto gira intorno al service

Precursore della sharing economy è la società tedesca Mewa, che sin dagli inizi del secolo scorso ha introdotto il concetto di noleggio, inizialmente incentrato sui panni riutilizzabili e successivamente ampliato all’abbigliamento di lavoro. E proprio nel comparto dell’abbigliamento protettivo Mewa propone la linea Mewa Dynamic Flame, da oggi disponibile in tre varianti e destinata a coloro che si occupano di saldatura.

di Laura Alberelli

Nel 2000 l’economista americano Jeremy Rifkin ha pubblicato un saggio dal titolo “L’era dell’accesso”, in cui ha descritto la trasformazione della società verso una new economy che pone al centro del business il servizio collegato a un prodotto. Utilizzare anziché possedere è il mantra della sharing economy, l’economia della condivisione che sta rivoluzionando da qualche anno e in diversi modi le vite di tutti noi. Basti pensare che solo in Europa le transazioni legate alla sharing economy nei suoi cinque principali settori – finanza, alloggi, trasporti, servizi domestici e professionali – valgono 28 miliardi di euro l’anno, ma entro il 2025, calcola PriceWaterHouseCoopers, arriveranno a 570 miliardi di euro. Da non dimenticare che con la condivisione, le stesse risorse possono divenire accessibili a un numero molto maggiore di utilizzatori.
Precursore (in tempi non sospetti) della sharing economy è la società tedesca Mewa, che sin dagli inizi del secolo scorso ha introdotto il concetto di noleggio. Nella Germania del 1908, quando cioè cominciava a fiorire l’industria meccanica e automobilistica, il fondatore Hermann Gebauer ebbe infatti l’intuizione che per pulire gli impianti industriali, piuttosto che i tradizionali stracci, si sarebbe potuto usare un panno riutilizzabile, molto assorbente, resistente e multiuso. Questo voleva dire che il vero core business dell’azienda sarebbe stato l’intera gestione del panno, in modo da poter offrire un servizio innovativo al cliente. Ben presto, l’idea si è rivelata una ricetta di successo. Già agli inizi degli anni venti, Mewa annovera tra i propri clienti numerose e rinomate aziende. Nel 1968 l’offerta di servizi viene ampliata all’abbigliamento di lavoro, mentre nel 1974 inizia il processo di internazionalizzazione che porta così la società a espandersi in Europa. Da allora il successo è andato crescendo, come confermano i numeri dell’azienda: oggi Mewa è presente a livello europeo in 14 paesi con 45 sedi e 5.600 collaboratori. Segue oltre 188.000 clienti, “veste” con le sue linee di abbigliamento da lavoro e protettivo oltre 1.146.000 operatori e lava più di un miliardo di panni all’anno.

Una gestione semplificata per processi più veloci e smart
Il concetto di sharing economy, oltre a essere molto democratico, semplifica la gestione dei beni in modo da garantire processi ancora più veloci e smart (un imperativo ormai per ogni azienda moderna che guarda al futuro). Questo perché se da un lato tempo e risorse spesso scarseggiano, dall’altro gli oneri e le pieghe della burocrazia interna si moltiplicano, con effetti negativi sull’operatività quotidiana. Si rende pertanto necessario trovare margini di miglioramento e di razionalizzazione. Uno degli ambiti in cui l’azienda può avere un certo margine di azione è, ad esempio, la gestione dell’igiene e della sicurezza, settore in cui opera per l’appunto la società Mewa.
Disporre di tessili aziendali in modo semplice e veloce, indossare indumenti da lavoro e protettivo in ottimo stato e rispondenti alle norme o utilizzare panni sempre puliti e pronti per l’uso è possibile grazie al Textil-Management Mewa. Si tratta di un servizio a tutto tondo che comprende la consulenza nella scelta delle linee o dei panni più adatti, la fornitura, l’assistenza logistica, la garanzia e il controllo che gli indumenti rispondano alle norme. A tutto ciò si aggiunge, come integrazione, l’offerta di un ampio catalogo di DPI in vendita.

Tre modi diversi di proteggere chi svolge attività di saldatura
Della vasta gamma di soluzioni disponibili, una segnalazione particolare merita il nuovo abbigliamento protettivo da calore e fiamme Mewa destinato a chi svolge operazioni di saldatura occasionale. Non tutti lo sanno, ma chi esegue lavori di saldatura occasionali necessita di una dotazione diversa rispetto a chi svolge attività di saldatura permanente. Per soddisfare questa specifica esigenza Mewa ha sviluppato Mewa Dynamic Flame, capace di proteggere l’operatore dai piccoli spruzzi di metallo, dal breve contatto con le fiamme e dal calore radiante. Per chi invece svolge attività di saldatura permanente Mewa propone invece la variante Mewa Dynamic Flame Extreme. Il tessuto robusto garantisce una grande protezione dal calore nella lavorazione termica dei metalli. Trova applicazione in diversi ambiti: nel comparto dell’ingegneria meccanica, dell’industria automobilistica, delle acciaierie, dell’impiantistica e della cantieristica. A queste due varianti se ne è recentemente aggiunta una terza, dedicata a chi esegue attività di saldatura continuative: Flame Advanced, che arriverà sul mercato a metà di quest’anno.
Questa classificazione è tuttavia puramente orientativa, come ha spiegato Silvia Mertens, responsabile Product Management di Mewa: “La scelta dell’abbigliamento protettivo adatto si basa sempre sulla valutazione dei rischi nei luoghi di lavoro condotta dal datore di lavoro. Il nuovo abbigliamento protettivo è un ampliamento della linea Dynamic di Mewa, che si distingue per la grande libertà di movimento, il comfort eccellente e il look moderno. In questo modo, tutti i dipendenti di un’azienda possono avere lo stesso look, che debbano indossare o meno indumenti protettivi”.
Ovviamente anche la nuova linea di abbigliamento per saldatori Mewa è disponibile a noleggio.

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