L’uomo al centro del cambiamento

Finanziando la Transizione 4.0, il PNRR potrebbe accelerare ulteriormente la crescita dell’industria italiana.  In un’interessante Tavola Rotonda organizzata presso il MA.DE – Competence Center Industria 4.0 di Milano, aziende e system integrator hanno parlato delle opportunità, ma anche delle responsabilità, che vedono coinvolte le nostre imprese. Un obiettivo da perseguire che trova tutti d’accordo: riversare i benefici della tecnologia sulle persone.

Il 16 novembre scorso si è tenuta a Milano, presso il MA.DE – Competence Center Industria 4.0 di Milano, un’interessante tavola rotonda focalizzata sul tema della transizione digitale. L’appuntamento era parte del percorso di avvicinamento a Forum Software Industriale, l’evento annuale organizzato da Messe Frankfurt, in collaborazione con ANIE Automazione. Quali saranno le nuove opportunità per le aziende (e anche le responsabilità) rispetto alle risorse che verranno messe a disposizione con Next Generation EU e con il PNRR per la transizione 4.0 della nostra industria? La tavola rotonda, dal titolo “PNRR, digitalizzazione, sostenibilità. Pronti, partenza, via”, ha visto la presenza di rappresentanti di aziende e system integrator in prima linea nella transizione digitale. Ha chiuso la giornata di lavori l’intervento in live streaming di Marco Calabrò (Ministero dello Sviluppo Economico), che ha fornito un’anticipazione di quelle che dovrebbero essere le novità in materia di provvedimenti di politica industriale incluse nel PNRR. 

L’uomo rimane e sarà sempre più al centro dei processi

Il programma della giornata, strutturata in tre tappe, ha previsto anche la presentazione del nuovo White Paper del gruppo Software Industriale di ANIE Automazione, dal titolo “La centralità dell’uomo nell’era della transizione digitale, redatto in collaborazione con il Politecnico di Milano. “Si tratta dell’ultimo nostro sforzo – ha affermato Fabio Marchetti, Presidente del WG Software Industriale di ANIE Automazione – coadiuvato da Marco Vecchio, Direttore di ANIE Automazione che ha dato il benvenuto ai partecipanti insieme a Francesca Selva, Vice President Marketing & Events di Messe Frankfurt Italia. Il White Paper si focalizza sulla necessità di affiancare all’innovazione tecnologica una profonda riorganizzazione dell’impresa sottolineando l’importanza delle competenze, che devono essere aumentate e sviluppate proprio attraverso la disponibilità di dati e l’adozione di tecnologie evolute. La transizione digitale è oggi un passo obbligato che non può più essere rimandato se vogliamo che il nostro sistema industriale possa mantenere o migliorare la sua competitività nei mercati di riferimento sia interni che internazionali. È un must per ogni azienda, PMI incluse, ed è determinante anche per rendere le nostre aziende maggiormente resilienti a fenomeni asincroni”. 

“Grazie alla convergenza di fattori positivi quali i segnali  di crescita per l’industria italiana dopo il periodo di lockdown, e la politica di incentivi e fondi derivanti dalle politiche europee e nazionali – ha proseguito Marchetti – viviamo un momento quanto mai opportuno per la transizione digitale. Resta però fondamentale, la diffusione di una nuova cultura, di una nuova consapevolezza”. Come raggiungere l’obiettivo? Il White Paper individua diverse aree di competenze e aree funzionali. La centralità dell’uomo in questo processo passa dalla visione strategica dell’utilizzo della tecnologia, che dev’essere utilizzata per creare valore. Le tecnologie 4.0 possono abilitare diversi scenari e spetta alle aziende decidere quale scegliere: utilizzare la tecnologia per sostituire il lavoro manuale oppure utilizzarla per potenziare, supportare (quindi NON sostituire) il lavoro dell’uomo? Il secondo scenario vede l’uomo rimanere al centro del processo, ma richiede, obbligatoriamente, una rivisitazione dei ruoli. Ecco perché è fondamentale formare nuove figure professionali e nuove competenze. E non solo di carattere tecnologico, ma anche di carattere gestionale e relazionale. La transizione 4.0 richiede infatti un ampio set di competenze, una maggiore flessibilità dei compiti, maggiore sicurezza e inclusività.

PNRR, digitalizzazione, sostenibilità… la parola ai partner

L’industria italiana sta vivendo un momento di grandi mutamenti legati all’affermarsi di nuovi modelli di business che derivano dalla transizione digitale e dall’affermarsi del modello Industry 4.0. A questo fenomeno si aggiungono, in uscita dalla grande pandemia del 2020, il rilancio dell’economia globale e le risorse messe a disposizione con Next Generation EU, il più grande piano di investimenti mai adottato dalla Comunità Europea. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), finanziando la Transizione 4.0, potrà generare un importante volano economico in grado di dare una forte accelerazione al settore industriale. Questo il tema della Tavola Rotonda che ha visto la presenza di professionisti e aziende. Vediamo le loro proposte.

“Attraverso la sua linea di business Digital Industries – ha affermato Fabio Massimo Marchetti, questa volta in veste di Head of Digital Industries di Var Group – oggi possiamo accompagnare le aziende lungo un percorso dove la consapevolezza della propria maturità digitale diventa il punto di partenza di un’evoluzione in grado di rispondere alle prospettive aperte dai piani di investimento dei PNRR europei e dalla spinta finanziaria dell’ESG rafforzando le proprie radici nel paradigma 4.0 e nella centralità del dato.” 

Silvia Olchini, Software and Digital Sales Manager presso Schneider Electric, ha posto l’accento sul significato di interconnessione nelle PMI. “La messa in comunicazione – ha affermato – abilita la creazione di sistemi integrati ad alta automazione e ogni attore all’interno dell’organizzazione deve contribuire a raggiungere questo obiettivo. E in tema di dati “I dati devono essere raccolti, ordinati e gestiti da persone competenti; occorre la massima collaborazione all’interno dell’organizzazione, dove diverse tecnologie, come sistemi di elaborazione, realtà aumentata e così via possono offrire un contributo importante”. La Olchini conclude parlando di sostenibilità e il suo agire sui tre livelli: asset, processi e persone. “Tramite gli asset possiamo contribuire alla sostenibilità ambientale, con l’efficientamento energetico, ma anche con la scelta di componenti ad elevata circolarità; tramite i processi digitalizzati otteniamo efficienze che liberano risorse, riducono sprechi ed errori di produzione, per una maggiore sostenibilità anche economica. Infine, le persone ottengono vantaggi come una maggiore sicurezza nell’interazione con le macchine, e anche una maggiore capacità di apprendere rapidamente nuove funzioni e compiti in un’industria in costante cambiamento.” 

Mirko Magrini, MES Business Developer Wonderware Italia, mette l’accento sul tema sostenibilità/ritorno economico: “Al ‘bello e ben fatto’, che fino ad oggi ha contraddistinto il successo del Made in Italy in tutto il mondo, dobbiamo aggiungere un ulteriore passaggio per arrivare al nuovo traguardo: bello, ben fatto e sostenibile”. In altre parole, per le aziende ottenere la sostenibilità economica è fondamentale.

Luca Conti, Area Sales Manager di Beckhoff Automation, ribadisce l’importanza di una filosofia “data driven” dove la trasparenza e la condivisione dei dati è fondamentale, così come lo è abilitare la convergenza IT/OT, una sfida non sempre facile da affrontare. “Occorrono – ha affermato -soluzioni “future proof”, che siano in grado di offrire sicurezza e durevolezza dell’investimento, ma soprattutto una scalabilità e plasmabilità secondo quelle che saranno le inevitabili evoluzioni delle le richieste dell’industria manifatturiera nei prossimi anni”. 

Morena Pietraccini, Expert Manager Engineering Ingegneria Informatica – Industries eXcellence – pone invece l’accento sul ruolo del system integrator, fondamentale per accompagnare l’azienda a capire il proprio scenario e gli attori da coinvolgere nel processo di transizione. Ma come sceglierlo? Tenendo in considerazione non solo l’esperienza in informatica, ma l’esperienza “di campo” e le capacità di benchmarking. “I system integrator – ha affermato – mettono a disposizione la conoscenza dei contesti, le capacità globali e le competenze per supportare l’intero ciclo di vita di prodotti e processi, dall’ingegneria alla simulazione, dalla produzione all’utilizzo”. 

Anche Guido Colombo, President & CEO di Orchestra si sofferma sul ruolo del system integrator che è, soprattutto, un uomo. Lavorare sulle persone è fondamentale, soprattutto nelle PMI. Le nuove tecnologie devono essere semplici e apportare un beneficio quasi immediato. “Un vestito cucito su misura e comodo – ha affermato – per chi opera sul campo. Il nostro ruolo è fornire soluzioni basate sulle tecnologie abilitanti che siano semplici, di immediato utilizzo, sostenibili per le PMI e che, nascondendo la complessità del manifatturiero, garantiscano risultati certi e misurabili in tempi brevi. Con Transizione 4.0 le PMI hanno capito come interconnettere le macchine ai propri sistemi, colmando quel gap sempre esistito tra le Operation Technology e l’ICT. Ora pensiamo sia il momento di fornire loro soluzioni digitali innovative per supportare in modo proattivo i nuovi giovani operatori di fabbrica nelle varie mansioni: dalla pianificazione all’esecuzione delle fasi produttive sia automatiche su macchine e linee sia manuali, al monitoraggio e tracciamento di ogni lavorazione e pezzo, al controllo dei risultati in tempo reale”. Riccardo Borsatti, Head of Digital Enterprise Application Center presso Siemens, ha chiuso la tavola rotonda facendo luce sul processo di decision making. Chi dev’essere preposto alla guida della Transizione 4.0 all’interno dell’azienda? “È necessario – suggerisce – coinvolgere diverse figure aziendali, non solo legate agli aspetti di Operations, all’interno di un programma di change management strutturato.” 

Piano di Transizione 4.0: qualche anticipazione

La tavola rotonda si è chiusa con l’intervento in live streaming di Marco Calabrò, Ministero dello Sviluppo Economico – Direzione Generale per la Politica Industriale e la Competitività – che ha fornito qualche anticipazione sulla prossima Legge di Bilancio e le novità legate al piano di Transizione 4.0 finanziato dal PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il 16 Novembre, giorno dell’incontro, la legge di bilancio non era ancora stata approvata, ma Calabrò ha voluto comunque ripercorrere le tappe del Piano Nazionale da cinque anni a questa parte: uno scenario fatto di luci, con qualche ombra che si affaccia all’orizzonte.  

Innanzitutto ha posto l’accento sulla creazione della consapevolezza, e al successo di quella che ha definito “una fondamentale operazione culturale”. È importante anche aver portato avanti tale operazione all’interno di un approccio di sistema, necessario data la complessità del piano. Un altro pregio è sicuramente quello della continuità, che consente alle aziende di programmare gli investimenti. Dopo cinque anni Calabrò giudica il bilancio positivo, malgrado una percentuale considerevole delle PMI che risulta non essere informata a tutt’oggi sul piano di Transizione 4.0 o che non intende adottarlo. Un’altra zona d’ombra è una situazione che vede soprattutto le aziende del Nord Italia interessate a portare avanti il percorso verso la digitalizzazione. Vedremo prossimamente quali saranno le decisioni e i correttivi che verranno apportati alla prima bozza del piano, nella speranza che continui il sostegno alle attività di formazione che, come abbiamo visto, sono fondamentali per mantenere o innanzare la competitività delle nostre imprese.