Cobot, Universal Robot punta sulla flessibilità

Il cobot è una macchina multiforme, che può adattarsi ai più diversi contesti e alle più disparate applicazioni: può entrare all’interno di una multinazionale come di una piccola realtà famigliare, può lavorare per il settore della lamiera come della moda. La sua flessibilità, unita alla semplicità di utilizzo, lo rende uno strumento molto utile per le aziende che vogliono migliorare la produttività e il contesto di lavoro degli operatori. Ci ha fatto una panoramica Gloria Sormani, Country Manager di Universal Robots Italia, durante il suo intervento ai Robotic Days. 

Universal Robots è molto conosciuta nel campo della robotica, soprattutto perché è l’azienda che ha inventato il cobot. Qual è la proposta tecnologica di oggi di UR?

La storia di Universal Robots è la classica storia di una start-up nata in un garage, con tre ingegneri di Odense, in Danimarca, che hanno pensato soprattutto a soluzioni per la piccola media impresa. La robotica tradizionale, infatti, si era sviluppata, con un successo clamoroso, essenzialmente per la grande impresa. I tre fondatori di Universal Robots, invece, hanno pensato a un braccio robotico che potesse aiutare il piccolo-medio imprenditore in primis, affiancando l’uomo o sostituendolo in caso di compiti gravosi e pericolosi, destinando l’operatore ad attività a maggior valore aggiunto. A oggi, Universal Robot ha passato di gran lunga i 50mila cobot installati nel mondo. Negli ultimi anni ci siamo molto focalizzati sul miglioramento continuo del software e della proposta dei service, con diversi pacchetti con diversi livelli di servizi post-vendita a seconda delle esigenze. Uno dei pilastri su cui si fonda Universal Robots è il forte rapporto con i partner di distribuzione, i quali sono soprattutto dei collaboratori tecnico-commerciali che assistono i clienti dalle prime fasi, prima ancora che decidano di comprare effettivamente un robot. È importantissima, inoltre, la nostra Academy, che spiega a cosa serve e come utilizzare i cobot. Abbiamo anche dei corsi online gratuiti, che spiegano l’ABC della robotica collaborativa. Fondamentale, infine, anche l’ecosistema UR+: si tratta di una rete di produttori di hardware e software, che formano una partnership solida che permette di rendere sempre più veloci l’installazione e l’utilizzo dei nostri cobot e di tutto ciò che sta loro a contorno. 

Il robot collaborativo è una macchina multiforme, che può adattarsi a contesti grandi e complessi, ma anche a una PMI famigliare. Può portarci qualche esempio applicativo che ci mostri i diversi casi?

È vero, uno dei maggiori vantaggi del cobot è la sua flessibilità spinta, e gli esempi sono molti. In un’azienda del settore automotive, i nostri cobot tolgono all’uomo quei lavori molto usuranti che comprometterebbero la sua salute fisica: aiutano nell’avvitatura sottoscocca delle automobili, oppure eseguono la rullatura della portiera, evitando di levare i “bolli” singolarmente a mano. Per quanto riguarda l’additive manufacturing, abbiamo avviato un progetto denominato LOLLOBRIGIDA: è stato combinato un cobot con una stampante 3D, per creare un corpetto per dare forma alle magliette, poiché permette delle geometrie particolari. Stiamo anche realizzando una partnership con una società di additive manufacturing che si occupa di stampa 3D per il testing di componenti, per esempio i pedali dei trattori. Tra le altre applicazioni in cui può essere impiegato il cobot abbiamo il controllo qualità, per esempio delle fusoliere degli aerei. In molti lo stanno utilizzando per asservimento macchine, in quanto abbastanza agile per aprire sportelli ed entrare all’interno della macchina da asservire. È in grado di asservire anche macchine per la piegatura lamiera, operazione non semplice per un robot. Un’altra applicazione tipica è l’assemblaggio di precisione, dove permette di non avere difetti o evita di sprecare materiale, come nel caso della dosatura. Infine, sono molto utilizzati per fine linea, packaging, etichettatura eccetera. Vorrei sottolineare che c’è una tematica oggi da non sottovalutare, in particolare nell’ambito della piccola-media impresa, quella del re-skilling dei lavoratori: è ormai impensabile che gli operatori facciano lavori che può fare una macchina, ma bisogna demandare l’uomo a lavori a maggiore valore aggiunto. L’ingresso di un robot collaborativo permette di modificare in questa direzione il metodo di lavoro, oltre che agli operatori di ampliare le proprie conoscenze. Tra l’altro, secondo i dati IFR, l’utilizzo di robot favorisce la diminuzione della disoccupazione, e questo è tanto più vero in relazioneal cobot perché è semplice da utilizzare ed è nato per il lavoro condiviso, soprattutto nella piccola azienda dove ci sono spazi limitati ed è richiesta semplicità d’installazione, d’uso, ma anche di manutenzione. Pensando alle piccole-medie imprese, abbiamo realizzato il programma “PMI… senza paura”: prima di tutto, creiamo molto marketing informativo, non tanto specifico sui nostri prodotti quanto più sulla robotica collaborativa, le sue peculiarità e come utilizzarla al meglio. Il passo successivo è il contatto con i nostri tecnici, che danno tutta la consulenza tecnica per vedere se l’applicazione è fattibile e quale operazione robotizzare per prima. Proponiamo anche pacchetti service, che seguono il cobot dopo la vendita: manutenzione, controlli di programmazione e sostituzione pezzi per l’usura; abbiamo dei sistemi di monitoraggio che funzionano con la piattaforma MyUR, attraverso cui si controlla l’applicazione e l’eventuale usura del robot. 

Abbiamo visto come il cobot è pensato per venire incontro a esigenze di ogni tipo. Focalizzandoci sulla saldatura robotizzata, quali sono le esigenze di questa applicazione? 

Tra i problemi principali delle PMI in questo periodo troviamo quello di trovare saldatori qualificati e bravi e quello di adattarsi al nuovo modo di produrre: si è passati da produzioni seriali, ad avere un’alta variabilità. Il robot collaborativo, con la sua flessibilità, può dare un importante contributo in questo senso. Siamo riusciti a ottenere negli anni dei miglioramenti per quanto riguarda saldature lineari di precisione, facendo anche degli studi per attutire le vibrazioni, e adesso abbiamo dei risultati molto interessanti. A seconda della difficoltà dell’applicazione e della tipologia di software, l’utente può scegliere delle feature e altre no da un ventaglio di proposte all’interno dell’ecosistema UR+. Per esempio, può selezionare celle freestanding, sono molto compatte e sofisticate, ideali per chi ha prodotti non di grandi dimensioni. Offriamo, inoltre, dei kit di saldatura branded, che comprendono più funzioni. Infine, ci sono delle celle di saldatura compatte, più semplici e più adatte alle officine PMI che hanno bisogno di realizzare delle saldature variabili. Come integratore specializzato per la saldatura ci affidiamo a Carpano, che fa dei montaggi ad hoc che sfruttano la flessibilità del cobot: i nostri cobot hanno una corsa giunti di quasi 360°, quindi sono estremamente agili e possono essere montati in qualsiasi posizione. Carpano sviluppa internamente il software di pendolamento, quindi ne ha un controllo completo e fa uno sviluppo autonomo dei pezzi di codice che servono a interfacciare il cobot con il resto dell’impianto. Abbiamo, inoltre, realizzato una cella di saldatura TIG con Rolleri: da una parte salda e dall’altra fa la sbavatura, quindi un ciclo completo, con un magazzino automatico per il cambio tool; l’operatore comanda il tutto attraverso il teach pendant dall’esterno. Con Boehler Voeastalpine abbiamo invece creato una soluzione completa modulare, con un software particolarmente performante: robot, generatore, kit di integrazione, certificazione e formazione. Una soluzione per la piccola media industria che ha molto successo è quella fatta con Gas Lucchetta. È un prodotto alla portata di molti, con un software meno sofisticato, ma che si focalizza sulle operazioni che deve fare l’officina di saldatura. Insomma, si possono trovare sul mercato delle soluzioni a ogni portata, sia di portafoglio che di interlocutore, perché ognuno ha la propria tipologia di cliente, oltre che la propria tipologia di saldatura.

0 Condivisioni