Il Textilsharing è etico, sostenibile e soprattutto vincente

Noleggiare o acquistare? Per lungo tempo, il possedere ha prevalso sul condividere. Oggi, però, sembra che la questione stia cambiando e che la volontà di noleggiare stia prendendo sempre più piede, soprattutto pensando a beni quali per esempio le auto e i mezzi di lavoro. Non a caso, il noleggio a lungo termine e il car sharing sono fenomeni in costante crescita che stanno caratterizzando il mercato dell’auto e cambiando, di fatto, gli usi e i costumi della gente.
Ma il noleggio riguarda ormai ogni cosa, compresi i beni più comuni e i mezzi di lavoro di uso quotidiano, accessori e indumenti compresi. Un modello di business che MEWA conosce bene e adotta già da oltre un secolo offrendo alle aziende, grandi e piccole, panni, abbigliamento da lavoro e protettivo, zerbini e tappeti assorbi olio secondo il principio del riutilizzo che, di per sé sostenibile, solleva il cliente da alcuni oneri, risparmia e tutela l’ambiente.

di Fabrizio Cavaliere

La storia del successo MEWA è iniziata 111 anni fa. Di pari passo con la crescita industriale, all’epoca aumentava anche la domanda di panni. Fino ad allora però, dopo essere stati usati, gli stracci finivano tra i rifiuti. Fu allora che all’imprenditore tedesco Herrmann Gebauer venne un’idea: i panni non dovevano essere gettati via, ma si potevano ritirare presso i vari clienti e, dopo averli lavati, restituirli puliti. Fu così che nel 1908 fondò la Mechanische Weberei Altstadt, abbreviata in MEWA. Il principio dello Sharing si è sempre più affermato e oggi risulta più moderno e rilevante che mai. E nel frattempo MEWA lava ogni anno qualcosa come un miliardo di panni.
Oltre ai panni, MEWA offre anche abbigliamento da lavoro e protettivo. Anche in questo caso il servizio è a 360 gradi: gli indumenti vengono forniti, ritirati sporchi, lavati, riparati se necessario e restituiti al cliente. Il servizio comprende anche il controllo della qualità finale dei prodotti tessili, anche dopo il lavaggio: un fattore particolarmente importante nel caso dell’abbigliamento protettivo, perché solo gli indumenti che vengono trattati da fornitori professionali vengono rigorosamente controllati per avere la garanzia che la loro funzione protettiva sia mantenuta inalterata. Sono attualmente oltre 188.000 i clienti – operatori dell’industria, del commercio, della gastronomia e artigiani – che si affidano a questo tipo di servizio. In Europa 1.146.000 operatori indossano abbigliamento da lavoro MEWA.
In tutte le sue 45 sedi in 14 Paesi europei, MEWA offre sempre lo stello livello di qualità, sia a livello di prodotti che di servizi e di standard di tutela ambientale. Il cliente beneficia dei vantaggi di un leader di settore a livello internazionale. Nello stesso tempo però ogni sede mantiene il suo profilo individuale, determinato dall’area geografica, dalle persone e dalla mentalità locale. “Il fulcro della nostra attività è la consulenza e l’assistenza in loco. Perché, a differenza di altre aziende che si limitano a vendere i prodotti, noi, fornitori di servizi tessili, rimaniamo in costante contatto con il cliente” afferma Velko Winters, amministratore delegato della MEWA Italia di Turbigo dove lavorano 325 dipendenti, ognuno dei quali ha contribuito al raggiungimento di un fatturato di 47,9 milioni di euro nel 2018.

Full-Service per l’abbigliamento
professionale e protettivo
Per i 21.700 clienti dei settori industria, commercio e artigianato, il sistema MEWA rappresenta un’alternativa economica e professionale all’acquisto di prodotti tessili. “I nostri clienti apprezzano la qualità del servizio e dei nostri prodotti”, chiarisce ancora Velko Winters. “Officine, tipografie, industrie per la lavorazione dei metalli o negozi di generi alimentari: tutte si affidano indistintamente al servizio MEWA che, constatiamo sempre più spesso, riveste una grande importanza. Le aziende si concentrano sul proprio core-business. E la pulizia dei panni piuttosto che dell’abbigliamento da lavoro non rientra nel loro core business”.
Le aziende moderne hanno inoltre un concetto di Corporate Design piuttosto evoluto, che impone ai dipendenti di indossare capi di abbigliamento decorosi e curati. Molti richiedono una consulenza professionale per la fornitura di abbigliamento da lavoro e protettivo e si affidano a fornitori esterni che siano in grado di offrire un Full-Service basato sulla competenza e sull’affidabilità. La consegna e il ritiro puntuali, così come la tempestiva sostituzione dei capi che lo necessitano, costituiscono una premessa fondamentale.
In caso di variazioni del personale, i capi vengono prontamente adattati in modo flessibile. L‘abbigliamento non deve però essere semplicemente solo pulito esternamente, ma deve essere anche igienico. Per questo motivo MEWA opera secondo il sistema RABC (Risk Analysis and Biocontamination-Control-System) e la relativa norma europea EN 14065. Soprattutto per le aziende del settore alimentare è importante sapere di potersi affidare al massimo dell’igiene.

Impossibile confonderli
MEWA Italia tratta circa 140.000 capi di abbigliamento al mese. Perché non si crei confusione e ciascuno possa ritrovare la propria giacca, i propri pantaloni, piuttosto che la salopette o il gilet, ciascun capo è provvisto di un codice a barre. Con questo sistema di identificazione computerizzato, si può seguire l’iter di ogni capo da una fornitura all’altra. In qualsiasi momento si può verificare se si trova nella fase di lavaggio, di cucitura, se è stato sostituito o se viene preparato per la spedizione. Su richiesta i capi di abbigliamento vengono personalizzati con il nome del dipendente, quello dell’azienda e/o con il relativo logo.

Una concreta tutela ambientale
Anche nel settore dei panni tecnici le aziende clienti si affidano ai vantaggi del sistema MEWA. Perché in un tipo di economia che prevede prodotti consegnati sempre più “just in time”, l’elevata qualità dei prodotti e l’assoluta affidabilità dei fornitori costituiscono condizioni indispensabili. “Oggi non abbiamo solo i migliori panni, ma anche le migliori macchine per lavorarli, oltre a un team di collaboratori altamente qualificato e motivato. Su questo non siamo secondi a nessuno!”, sottolinea nuovamente Winters.
Per i circa 8,4 milioni di panni e i 1.800 zerbini che vengono lavati ogni mese esistono due impianti di lavaggio speciali. Anche qui la qualità gioca un ruolo rilevante e MEWA è certificata secondo le norme EN 9001. MEWA però si sente responsabile non solo della qualità, ma anche dell’ambiente. Un modo consapevole di trattare l’acqua, l’aria e l’energia costituisce uno dei principi fondamentali della filosofia aziendale. “Da oltre trenta anni la salvaguardia delle risorse e la tutela dell’ambiente rappresentano una priorità nella strategia aziendale MEWA. Con l’introduzione di proprie tecnologie, MEWA ha contribuito a migliorare costantemente le tecniche di gestione della tutela ambientale del settore” chiarisce ancora l’amministratore delegato di MEWA in Italia. “Consigliamo ai nostri clienti i prodotti tessili più adatti, prepariamo la prima fornitura e ci preoccupiamo che i panni, gli zerbini e i capi di abbigliamento rimangano puliti e curati. E tutto questo con un minimo utilizzo di acqua e di energia primaria. Ci preoccupiamo continuamente di come poter ottenere i migliori risultati riducendo al minimo il consumo di risorse, vale a dire con il minimo quantitativo di energia, acqua e detergenti”.

Fabbisogno d’acqua dimezzato
MEWA risparmia fino al 50 % di acqua, rispetto all’utilizzo di sistemi di lavaggio tradizionali, grazie al know-how di un sistema speciale di riutilizzo delle acque di lavaggio e di risciacquo. Grazie alla cosiddetta “tecnica a cascata” viene filtrata l’acqua di lavaggio ancora utilizzabile nelle ultime fasi di risciacquo. Una volta trattata, l’acqua può essere riutilizzata per altre fasi di lavaggio. Il lavaggio avviene facendo uso di dosi minime di detergenti biodegradabili. “Tutti i nostri impianti lavorano con controlli di processo automatici. Non lasciamo al caso la quantità e la composizione dei detergenti che sono necessari per ottenere il grado ottimale di purezza. Lavoriamo attenendoci a valori testati e documentati sulla base dell’esperienza” spiega Thomas Hell, amministratore delegato di MEWA S.r.l. “Rispetto ai procedimenti di lavaggio tradizionali, questo comporta una riduzione dell’impatto ambientale dell’85%”.

Ricavare energia dalle sostanze
impure risultanti dal lavaggio
Un recupero, a più fasi, del calore proveniente dagli impianti di lavaggio e di essicazione utilizzando appositi scambiatori di calore, abbassa il consumo di energia necessario per riscaldare l’acqua e i locali dello stabilimento. In questo modo MEWA risparmia ogni anno fino a 7 milioni di litri di combustibile. Con la valorizzazione termica delle sostanze impure derivate dal lavaggio – per lo più oli esausti estratti dai panni – MEWA copre fino all’80% del fabbisogno di energia necessario per i processi di lavaggio e di asciugatura dei panni tecnici. Gli impianti di riscaldamento necessari, per motivi ecologici sono provvisti di camere di combustione ad alta temperatura e di dispositivi di lavaggio dei gas di combustione. L’aria di scarico viene fatta fuoriuscire solo dopo una accurata pulizia. Questa valorizzazione termica degli oli esausti fa risparmiare energia primaria.
Nel trattamento delle acque reflue MEWA raggiunge un grado di purezza del 99,8%, ben superiore a quello prescritto dalle normative. Già nel 1975 MEWA ha installato il primo impianto per il trattamento delle acque reflue azionato con energia propria. “Gli investimenti per l’ambiente sono considerati alla stregua di investimenti finanziari” questo era già allora il motto del management MEWA. Con un ritmo altrettanto veloce e intenso si è sviluppato il know-how tecnologico dell’azienda: la maggior parte degli impianti di processo e per la riduzione dell’impatto ambientale come le lavatrici, gli essiccatoi, gli impianti per il controllo della qualità, gli impianti per il trattamento delle acque reflue e di combustione degli oli esausti sono stati studiati da MEWA o sono stati prodotti da noti fornitori sulla base del know how MEWA.

Recycling delle materie prime
con i panni
Ma la consapevolezza ecologica della MEWA inizia già con la produzione dei panni. “I nostri panni derivano per il 50% da fibre riciclate”, spiega ancora Thomas Hell. Vengono recuperate anche le lanugini di cotone che cadono durante la tessitura dei panni. Vengono raccolte e utilizzate per farne materiale isolante, per esempio nella produzione delle auto. E in definitiva lo stesso servizio dell’azienda è una pratica quotidiana di tutela dell’ambiente, perché i panni MEWA possono essere lavati fino a 50 volte e riutilizzati. I panni in carta o gli stracci in tessuto, dopo essere stati utilizzati una volta, vengono eliminati tra i rifiuti. “Se non esistesse il sistema di panni MEWA e venissero utilizzati solo prodotti monouso si produrrebbe una notevole quantità in più di rifiuti pericolosi” conclude Thomas Hell”.
Da quanto visto, MEWA è dunque una realtà in ascesa che vuole continuare a crescere in modo sostenibile e lo fa attingendo dai valori di una struttura “familiare”.

0 Condivisioni