L’industria italiana della macchina utensile a deformazione

LAMIERA costituisce un punto di riferimento per un comparto di particolare rilievo che rappresenta più della metà della produzione complessiva di macchine utensili in Italia. Secondo i dati elaborati dal Centro Studi e Cultura di Impresa di UCIMU – Sistemi per Produrre, nel 2018, l’industria italiana ha prodotto macchine utensili a deformazione per 2.883 milioni di euro, registrando un incremento del 13,3% rispetto al 2017. In virtù di questo risultato l’Italia si è confermata al terzo posto nella classifica dei produttori, dopo Cina e Germania.

Confrontando le variazioni di produzione (rispetto all’anno precedente) dei primi otto paesi, l’industria italiana ha espresso la seconda migliore performance dopo gli Stati Uniti (cresciuta del 20,3%). In ragione di ciò, l’Italia ha ridotto ulteriormente il gap che la separa dalla Germania il cui incremento nella produzione del comparto è risultato pari al +9,9%.
Con un incremento dell’11,3%, l’industria italiana, con un valore assoluto pari a 1.511 milioni di euro, si è confermata al secondo posto della graduatoria internazionale di export dopo la Germania e prima della Cina. Tra i primi 8 paesi esportatori l’Italia ha fatto registrare la terza miglior performance dopo Cina e Austria, cresciute rispettivamente del 17,3% e del 13,5%.
Migliora la performance dell’Italia anche nella graduatoria di consumo ove, confermandosi il quarto posto, cresce del 16,8% rispetto al 2017.
Secondo l’elaborazione del Centro Studi e Cultura di Impresa di UCIMU – Sistemi per Produrre su dati ISTAT, le importazioni di macchine utensili a deformazione della lamiera in Italia, nel 2018, sono risultate pari a 260 milioni di euro, il 24,1% in più rispetto al 2017.
Con riferimento all’export italiano, principali mercati di sbocco del comparto sono risultati gli Germania, (+15,5%) rispetto al 2017, seguiti da Stati Uniti (+15,2%), Polonia (+33,1%), Cina (+31,9%), Francia (+25,8%), Spagna (+27,9%), Romania (+181,1%), Turchia (+8,1%), Russia (+6,1%), Regno Unito (+49,5%). I primi dieci paesi di destinazione del made by italians hanno tutti fatto registrare dati in crescita rispetto al 2017.

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