Nuova guida al timone di UCISAP

Cristina De Rosso di Dioma srl è il nuovo Presidente di UCISAP, Unione Italiana Costruttori Stampi e Attrezzature di Precisione nell’anno del cinquantesimo della fondazione. Abbiamo incontrato il nuovo Presidente per analizzare lo stato dell’arte del comparto e discutere delle sfide che dovrà affrontare durante il suo mandato. 

Nel corso dell’assemblea annuale di UCISAP, tenutasi il 30 giugno scorso, Cristina De Rosso di Dioma srl è stata eletta nuovo Presidente per il biennio 2021-2023. Cristina De Rosso è il primo Presidente donna dell’associazione e rappresenta non solo le donne in un mondo prevalentemente maschile, ma soprattutto rappresenta le capacità imprenditoriali e le conoscenze tecniche che hanno permesso agli stampisti italiani di affermarsi sui mercati internazionali. La sua elezione avviene nell’anno in cui UCISAP festeggia cinquanta anni di attività al fianco dei produttori italiani di stampi, cinquanta anni in cui il settore è cresciuto imponendosi come uno dei due principali player europei e mondiali grazie alle capacità imprenditoriali, all’innovazione tecnologica continua e alla qualità dei prodotti. Il nuovo Presidente, entrato due anni fa in direttivo UCISAP, prende le redini dell’associazione in un momento complesso causato dalla pandemia e in cui molti paradigmi di lavoro stanno cambiando a causa dell’avvento della digitalizzazione. Abbiamo incontrato Cristina De Rosso per analizzare lo stato dell’arte del comparto e discutere delle sfide che dovrà affrontare durante il suo mandato. 

Quali sono gli obiettivi che si pone nei prossimi due anni?

Innanzitutto di ultimare le attività che sono rimaste in sospeso dal precedente mandato e nel contempo perseguire un obiettivo che ritengo molto importante: rendere UCISAP ancora più vicina agli associati ed essere riconosciuta come un sostegno concreto alle imprese italiane costruttrici di stampi. 

Quali sono le iniziative che UCISAP sta mettendo a punto a favore dei propri associati?

Stiamo lavorando su molti fronti. Ad esempio, stiamo organizzando un corso sulla comunicazione, dove tutti i nostri associati potranno apprendere o migliorare le tecniche per comunicare con i propri collaboratori e con il mondo esterno. I problemi legati alla scarsa comunicazione sono molto presenti nelle aziende e talvolta anche penalizzanti nei rapporti tra le persone, quindi riteniamo che una formazione specifica in quest’ambito possa essere giudicato interessante dai nostri associati. Restando in tema di comunicazione, vogliamo coinvolgere maggiormente gli associati nelle attività dell’associazione attraverso una condivisione più capillare e metodica delle informazioni grazie all’invio di newsletter periodiche.  Altro aspetto su cui vogliamo concentrare l’attenzione è la formazione specifica sul corretto utilizzo dei social. Rispetto ad altri comparti, le nostre imprese non hanno un prodotto da mettere in vetrina, ma vendono il saper fare un mestiere, il trasformare un’idea in realtà, aspetto che risulta difficile promuovere via web. La pandemia però ci ha insegnato che il web talvolta è l’unica arma che si ha a disposizione per farsi conoscere e quindi se riusciamo a sfruttare al meglio le opportunità offerte da Internet è sicuramente un vantaggio per le nostre imprese. Tra le nostre attività segnalo due progetti molto ambiziosi. Il primo nasce dalla difficoltà delle aziende del nostro comparto, contraddistinte da dimensioni contenute, di gestire efficacemente i picchi di lavoro. Spesso dobbiamo ricorrere a subfornitori esterni che andiamo a cercare vicino, tra quelli che conosciamo, ma potremmo invece rivolgerci alle aziende associate che in quel momento hanno ore di lavoro disponibili. Vogliamo quindi creare una piattaforma riservata ai soli associati dove all’interno del sito UCISAP le aziende possano rendersi disponibili offrendo la propria capacità produttiva. In questo modo potremmo fare veramente associazionismo e darci una mano concreta per crescere insieme. Il secondo progetto è stato già messo in atto anni fa, ma probabilmente i tempi non erano ancora maturi. L’idea è creare dei gruppi di acquisto allo scopo di procurarsi la materia prima a un costo decisamente inferiore rispetto all’acquisto come singola azienda. 

Tra le iniziative che UCISAP sta mettendo a punto rientrano anche le manifestazioni fieristiche?

Certamente. La nostra idea è sviluppare maggiormente la nostra presenza alle fiere in collettiva, che offre ai visitatori un impatto totalmente differente rispetto al piccolo stand che potremmo avere a livello individuale. Inoltre anche il clima che si respira in collettiva è molto piacevole, dove si mettono da parte le rivalità e si collabora attivamente. Vorremmo infine riprendere – pandemia permettendo – le visite alle realtà più interessanti del comparto, sia in Italia che all’estero. La possibilità di visitare altri costruttori di stampi è sempre una fonte di crescita professionale per le imprese. 

Una difficoltà delle aziende è trovare personale qualificato. Come si muoverà l’associazione per aiutare le aziende in questo senso?

Innanzitutto proseguiremo la collaborazione con le scuole e gli istituti del territorio per formare giovani da avviare al nostro mestiere. Esiste però un problema di fondo che nasce da lontano. Purtroppo ancora adesso quando gli insegnanti vanno a fare orientamento ai ragazzi di terza media vige ancora la regola che se un ragazzo non ha voglia di studiare viene indirizzato verso le scuole professionali, mentre quelli bravi verso i Licei. Qui si sta facendo già il primo grosso errore perché andiamo a rendere la forza lavoro che tiene in piedi il nostro Paese costituita da individui che non hanno voglia di fare, che già a scuola hanno dimostrato questa tendenza. Quindi come possiamo pensare che nel lavoro questi ragazzi diano il meglio di sé? Sono già demotivati in partenza. Un altro problema è che in molte famiglie esiste ancora il retaggio che lavorare in officina significhi operare in un ambiente sporco, senza sapere invece che le nostre officine sono estremamente pulite, gestite in modo totalmente diverso dal passato. È quindi necessario aprire le nostre aziende ai ragazzi per far capire qual è il nostro mondo, che cos’è la meccanica di precisione, cosa significa costruire stampi oggi in Italia. È importante comunicare alle famiglie che un ragazzo che studia per diventare un bravo meccanico di precisione il lavoro lo troverà in breve tempo; purtroppo la scarsa disponibilità di operatori porta spesso le aziende a contendersi il personale le une con le altre. 

Può tracciare un quadro del comparto stampi nel nostro Paese?

La situazione è estremamente variegata. Ci sono aziende che sono sommerse di lavoro e imprese invece che sono praticamente ferme e altre che hanno addirittura chiuso. Alcuni comparti non si sono mai fermati – vedi il medicale e il packaging – e altri invece hanno fortemente risentito di un deciso rallentamento, se non di una crisi come ad esempio il mondo automotive. Sicuramente negli ultimi anni il mondo è cambiato completamente: i committenti pretendono lo stampo in sempre meno tempo e non esiste più la possibilità di organizzarti, prepararti e di fare delle scelte che consentano di fornire risposte concrete al cliente con i giusti tempi. Anche l’aumento certe volte immotivato dei prezzi delle materie prime e la difficoltà nell’approvvigionamento è un problema per il comparto. Spesso infatti ci confrontiamo con committenti che di aumenti non ne vogliono sentir parlare, anzi pretendono di pagare sempre meno gli stampi. 

Quali sono le misure che UCISAP sta chiedendo alle Istituzioni per il mondo dello stampo?

In questo senso siamo in linea con le richieste di tutte le aziende: flessibilità, attenzione al costo del lavoro, che però non deve tradursi in perdita di competitività delle nostre aziende che si devono confrontare con la concorrenza internazionale. La tassazione sul lavoro che abbiamo nel nostro Paese dovrebbe essere rivista per dare maggior competitività alle aziende, senza per questo togliere il potere d’acquisto ai lavoratori. Sono necessari inoltre aiuti concreti per gli investimenti. Importanti contributi sono già stati fatti con Industria 4.0, ma in questo momento così incerto servono anche sostegni concreti che rendano più coraggiosi gli imprenditori verso gli investimenti e verso le nuove tecnologie; sostegni che non devono essere solo territoriali, ma devono essere a livello nazionale. Purtroppo si assiste spesso a Regioni che sostengono efficacemente il loro tessuto industriale e altre Regioni che sono un po’ latitanti da questo punto di vista. Tutto ciò crea una disparità che in uno Stato non dovrebbe esserci. Altro aspetto da riconsiderare è legato al metodo di accesso ai contributi alle imprese. Secondo la nostra opinione è necessario eliminare il “Click Day”, uno strumento che assegna i fondi in base ad un principio non meritorio. Per questo, chiediamo al Governo che tale strumento venga abolito per far ripartire in modo meritocratico il nostro Paese”.

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