Cambia il Piano Industria 4.0

Il disegno di legge di bilancio, presentato al Senato il 2 novembre 2019, contiene il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020, e il bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022. Dopo l’approvazione del Senato il provvedimento è stato approvato dalla Camera senza modifiche ed è entrato in vigore il 1 gennaio 2020.
In particolare, è stata prospettata l’opportunità di un riassetto delle misure fiscali del Piano Industria 4.0 (che quest’anno si chiama Transizione 4.0) su una base di programmazione pluriennale, attraverso la trasformazione di iper e super ammortamento in credito d’imposta a intensità crescente, potenzialmente in grado (secondo le stime governative) di ampliare fino al 40% la platea delle imprese beneficiarie.
Anziché prorogare al 2020 superammortamento e iperammortamento, è stato introdotto un nuovo credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali nuovi, che opera ad aliquota differenziata in base alla tipologia di beni oggetto dell’investimento, ivi compresi i beni immateriali funzionali alla trasformazione tecnologica secondo il modello Industria 4.0.
Nello stesso provvedimento di legge è stato poi introdotto, per l’anno 2020, un nuovo credito d’imposta in transizione ecologica, in innovazione tecnologica 4.0 e in altre attività innovative a supporto della competitività delle imprese, sostitutivo del precedente credito di imposta in ricerca e sviluppo.
La nuova misura opera anche a sostegno di attività, quali quelle innovative di design e ideazione estetica per i settori del Made in Italy. Contestualmente è stato prorogato al 2020 il credito d’imposta formazione 4.0, rimodulando i limiti massimi annuali del credito medesimo, ed eliminando l’obbligo di disciplinare espressamente lo svolgimento delle attività di formazione attraverso contratti collettivi aziendali o territoriali.