Il radar è la tecnologia del futuro

La sede tedesca di VEGA, nella Foresta Nera, ha aperto le porte per mostrare le novità in arrivo nel 2020, come il sensore autarchico AuRa. Il focus era sulle tecnologie radar che, secondo i rappresentati dell’azienda, sostituiranno quelle a ultrasuoni

di Rossana Pasian

Il 10 dicembre VEGA ha aperto le porte della sua sede tedesca di Schiltach ad alcuni rappresentati dell’editoria tecnica italiana e associazioni, per raccontare lo spirito dell’azienda, e con l’occasione ha presentato le novità di prodotto per il 2020. Abbiamo avuto, quindi, l’opportunità di conoscere meglio VEGA e la sua storia, incontrando i protagonisti nel luogo dove è nata l’azienda.
La giornata è stata aperta da Isabel Grieshaber, Manager Partner di VEGA, e nipote di Bruno Grieshaber che ha fondato l’azienda del 1959, la quale ne ha sottolineato la vocazione famigliare, che vuole creare un ambiente piacevole per i propri dipendenti. VEGA punta molto sul capitale umano: un grafico presentato da Grieshaber ha mostrato come l’aumento di dipendenti sia coinciso con un aumento del fatturato.
Allo stesso tempo, però, i dipendenti e le filiali non devono avere come obiettivo un numero, ma piuttosto un’azione: anno per anno non è richiesta la previsione di fatturato, ma la programmazione di azioni volte al miglioramento aziendale e all’innovazione tecnologica. Tra i valori elencati da Isabel Grieshaber, non a caso, ci sono: non cercare il fast-money, quindi non puntare su soluzioni di bassa qualità ma dall’immediato profitto; l’instaurazione e la coltivazione di partnership; nessun controllo pressante sui dipendenti e i collaboratori, insieme a una gerarchia “piatta”; ottica solution-driven; trend-setting e innovazione; device sicuri e facili da utilizzare.
Cosa riserva il futuro? Isabel Grieshaber parla delle persone, della velocità e dell’ecologia – già da adesso in VEGA la maggior parte dell’energia elettrica viene da fonti rinnovabili. Pensando al futuro, ha preso la parola Rainer Waltersbacher, Amministratore Delegato, che ha sottolineato come VEGA sia un’azienda conosciuta soprattutto per la tecnologia radar, ed è quella su cui negli ultimi 30 anni circa si è focalizzata e ha puntato la ricerca. Tante in questo senso, quindi, le novità per il 2020; Rainer Waltersbacher ha parlato del “radar chip” da 80 GHz, in grado di ridurre i costi e ampliare le possibilità di sviluppare versioni sempre più compatte.

Il radar batte gli ultrasuoni
“Entro dieci anni gli ultrasuoni andranno in pensione, questa è l’intuizione di VEGA” ha commentato Daniele Romano, Marketing Manager di VEGA Italia, che nella seconda parte della mattinata ha presentato con Sandro Di Marco, Internal Salesman, i nuovi sensori radar compatti a 80 GHz per l’industria delle acque. I nuovi modelli compatti VEGAPULS 11, VEGAPULS 21 e VEGAPULS 31, possiedono un’antenna a lente con elevata sensibilità del segnale, sono chimicamente resistenti e garantiscono una durata di dieci anni.
Con la tecnologia a 80 GHz si ha una migliore focalizzazione del segnale emesso, ed è quindi possibile distinguere meglio il segnale di misura vero e proprio da quelli di disturbo, risolvendo problemi considerati impossibili in precedenza. Il sensore a ultrasuoni lancia onde sonore che viaggiano nell’aria, e sono soggette alle sue variazioni; invece, il sensore radar lancia onde elettromagnetiche che viaggiano nel vuoto, eliminando quasi del tutto le interferenze, come quelle elettroniche. Attraverso delle dimostrazioni dal vivo che hanno messo a confronto ultrasuoni e radar, abbiamo visto come quest’ultimo non risenta nemmeno della sporcizia che generalmente è presente nelle acque in cui lavorano i sensori. Gli ultrasuoni “leggono” lo sporco se ci entrano in contatto, di conseguenza la misura non risulta corretta; questo non succede col radar, che mantiene pressoché invariata la misura. È stato mostrato che anche in altri casi, come il cambiamento della temperatura, il sensore a ultrasuoni non riesce a misurare in modo adeguato, con oscillazioni della misura anche del 20%; al contrario, con il sensore radar non sussistono queste problematiche, con oscillazioni quasi azzerate in ogni condizione. Il radar, inoltre, è installabile anche fuori dai serbatoi, a differenza dell’ultrasuono.
I nuovi modelli VEGA presentati sono integrati con le unità di controllo opzionali VEGAMET, dotate di un display grafico di grandi dimensioni e di facile lettura per la visualizzazione di tutti i valori. Queste unità sono protette dagli influssi atmosferici grazie a una custodia per l’impegno sul campo, resistente alle intemperie. Tutti gli strumenti possono essere calibrati comodamente anche tramite Bluetooth con uno smartphone o un tablet, semplificando la parametrizzazione, la visualizzazione e la diagnosi in ambienti difficili da raggiungere o aree a rischio esplosione.
Dopo questa presentazione, siamo stati portati a fare un tour dell’azienda, e abbiamo potuto osservare VEGA nella sua operatività vera e propria: le zone di assemblaggio, logistica, gli uffici amministrativi eccetera.

Food e Pharma a colori
Nella prima parte del pomeriggio, Valentina Lombardo, Marketing Specialist di VEGA Italia, e Mario Ruggeri, OEM Sales Specialist, hanno presentato le soluzioni per la misura di pressione e della soglia di livello dedicati all’industria alimentare e farmaceutica. Le famiglie di prodotti compatti VEGABAR (serie 10, 20 e 30) e VEGAPOINT (serie 10, 20/30 e VEGASWING 10) dimostrano che l’automazione può essere semplice e allo stesso tempo efficiente, mantenendo alti gli standard di sicurezza, precisione e soprattutto igiene.
La famiglia di sensori di pressione VEGABAR è disponibile con membrana in ceramica o metallica: entrambe le versioni garantiscono igiene ottimale. La grande innovazione della famiglia VEGABAR è il colore: tutti i modelli sono equipaggiati con un LED visibile a distanza e a luce diurna. L’indicazione dello stato d’intervento consente il riconoscimento visivo da qualsiasi punto di osservazione. Il colore dell’anello luminoso, selezionabile tra 256 tonalità, è ben visibile in qualsiasi condizione di luce. A colpo d’occhio è possibile riconoscere se la misura è in corso, se il sensore interviene o se è presente un’anomalia.
Il sistema di adattatori igienici standardizzato per VEGABAR e gli interruttori di livello VEGAPOINT garantisce la flessibilità necessaria per contenere i costi e minimizzare la gestione del magazzino; sono fatti di materiali conformi alle normative vigenti ed eliminano la possibilità di contaminazione batterica. Un altro vantaggio sta nel codice unico per lo strumento, a cui possono essere accoppiati più adattatori a seconda dell’applicazione. Gli attacchi di processo sono selezionabili secondo le esigenze specifiche, e possono essere adattati alle condizioni in loco.
La comunicazione universale e allo stesso tempo particolarmente semplice è assicurata dal protocollo standard IO-Link; questi strumenti dispongono di una piattaforma di comunicazione standardizzata che consente il trasferimento diretto dei dati e la semplice integrazione nell’impianto.
Le famiglie VEGABAR e VEGAPOINT possono essere lette e configurate tramite smartphone o tablet, e sono dotate di Bluetooth.

Autarchia nel mondo dei sensori
L’Internet of Things (IoT) sta rivoluzionando il mondo industriale, in particolare quello della logistica. L’IoT si basa essenzialmente sui dati scambiati attraverso una rete di comunicazione sempre più ampia. Questi dati vengono raccolti e messi a disposizione dai sensori da cui dipende l’IoT. Spesso, però, i sensori si trovano in posti in cui non è possibile un’alimentazione elettrica direttamente dalla presa di corrente.
Per rispondere a questa problematica, Daniele Romano e Luciano Tonelli, Amministratore Delegato di VEGA Italia, hanno presentato in anteprima, nella seconda parte del pomeriggio, AuRa, sensore autarchico basato su tecnologia radar a 80 GHz che sarà sul mercato a partire da marzo 2020. AuRa nasce come prototipo creato ad hoc per un cliente di VEGA per monitorare dei contenitori IBC, e ora l’azienda pensa di renderlo un prodotto di punta del proprio catalogo.
Il sensore è dotato di batteria senza fili e di scheda SIM, ed è facile da installare secondo il principio plug & play: basta incollarlo al serbatoio da misurare e il gioco è fatto, senza quindi costi di installazione. Grazie alla tecnologia radar, è possibile eseguire la misura dall’esterno del serbatoio, senza dover aprire o modificare l’involucro di plastica; il controllo può essere effettuato sia all’interno dell’azienda sia durante il trasporto della cisterna. Anche in caso di contenitori accatastati, AuRa rileva il livello e la posizione di ogni singolo contenitore e trasmette i dati, in media due volte al giorno, via radio tramite cloud. Il power management, basato sull’impiego di batterie combinate a cicli di misura ottimizzati, assicura una durata fino a dieci anni.
AuRa supporta attualmente gli standard NB-IoT e LoRa, ma non si esclude un ampliamento successivo. Il sensore, inoltre, è dotato di diversi standard radio low power e impiega quello disponibile al momento. La combinazione con VEGA Inventory System offre un ulteriore potenziale: in base ai dati ottenuti, il software logistico e visualizzazione rileva la quantità ottimale di ordinazione e gli obiettivi di pianificazione futuri.
Il sensore autarchico AuRa si può impiegare in diverse applicazioni, non solo industriali, ma anche civili e private come stoccaggio prodotti chimici, serbatoi per i rifiuti cittadini, cisterne di acqua piovana e molte altre.
La giornata è stata chiusa da Matthias Veith, Head of Marketing VEGA, che ha voluto ringraziare tutto il marketing tedesco e italiano per aver organizzato questa iniziativa esclusiva a cui abbiamo preso parte, e ha sottolineato ancora una volta come, secondo VEGA, il 2020 sarà l’anno che vedrà protagonisti la tecnologia radar e il sensore AuRa.